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Pietrapertosa (PZ)

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Foto Pietrapertosa (PZ)
BENVENUTO A PIETRAPERTOSA, UN ANTICO BORGO ARABO DELLE DOLOMITI LUCANE!

Pietrapertosa è un borgo lucano di circa 965 abitanti, situato nel cuore del suggestivo Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, sulle cime delle guglie di arenaria. Il borgo è iscritto al club de I Borghi più Belli d'Italia ... .

Pietrapertosa è il borgo più alto della Basilicata, arroccato sulle rocce imponenti delle Piccole Dolomiti Lucane, a forma di anfiteatro. In un paesaggio di incredibile bellezza, circondato da boschi, queste dominanti Montagne risalenti al periodo del Miocene medio - circa 15 milioni di anni fa - si formarono in fondo al mare, restituendo le arenarie di cui sono costituite le rocce oggi. L'azione svolta nel corso dei millenni dai fenomeni atmosferici, ha poi modellato le scenografiche guglie - ciascuna avente un proprio nome -  intorno alle quali planano i magnifici falchi pellegrini, creando un'affascinante atmosfera misteriosa. Con un'altitudine media che si aggira intorno ai 1.000- 1.100 m sul livello del mare, le Dolomiti Lucane possono essere scalate tramite la Via Ferrata, che sul versante di Pietrapertosa si chiama "Marcirosa", ed ha una lunghezza di 1.778 metri con un dislivello di 331 metri. Senza dubbio, il modo ideale per ammirare dai punti più irraggiungibili la meraviglia naturale di questi luoghi.

Per godere in maniera innovativa del prezioso patrimonio ambientale del borgo, Pietrapertosa offre al visitatore un'esperienza unica in Italia: il Volo dell'Angelo. Imbracati in tutta sicurezza e agganciati ad un cavo di acciaio sospeso tra le vette dei borghi di Pietrapertosa e Castelmezzano, si potrà provare per qualche minuto l'ebbrezza del volo. Due le linee che si possono provare, con differente dislivello (118m e 130m). La linea di San Martino, parte da Pietrapertosa (quota di partenza: 1020m) e arriva a Castelmezzano (quota di arrivo: 859m), raggiungendo una velocità massima di 110km/h; la seconda linea, detta Paschiere, permetterà invece di lanciarsi da Castelmezzano (quota di partenza: 1019m) e arrivare a Pietrapertosa (quota di arrivo: 888m), toccando i 120km/h. 

Il centro storico del borgo di Pietrapertosa conserva un fascino antico, oltre tempo. Dominato per circa 50 anni dagli Arabi, custodisce numerose tracce del vissuto di questo popolo, non soltanto nelle tradizioni, nella gastronomia e nel dialetto locale, ma anche nell'architettura, evidente soprattutto nella parte situata alle pendici del Castello. Qui infatti sorge il rione più antico di Pietrapertosa, chiamato l'Arabata o Rabata, che ha mantenuto il suo storico nome arabo. Perdendosi tra le viuzze strette e i vicoli ciechi del quartiere, si potranno ammirare una sequenza di casette, disposte a file dall'alto verso il basso, incastonate nella roccia che talvolta funge essa stessa da parete dell'abitazione. L'influenza del dominio arabo torna a rivivere ogni anno ad agosto, con la suggestiva manifestazione "Sulle tracce degli Arabi". Un modo per celebrare e valorizzare le proprie origini, attraverso cibi della tradizione araba, profumi, suoni, musiche e danze del ventre. 

Il borgo di Pietrapertosa è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • A testimoniare ancora oggi la presenza ellenica nel borgo, la sua forma ad anfiteatro e i nomi di alcune località come "La costa di Diana".

  • A cacciare i Greci furono i Romani, che costruirono ponti e strade e lasciarono il ricordo della loro lingua nell'odierno dialetto pietrapertosano: parole e frasi latine - anche se volgarizzate - come scola, pupa, longa, crai, pscrai. 

  • Dove un tempo sorgeva il Castello di Visconte, costruito in cima all'altura dominante il piano omonimo, oggi vi è un campo sportivo; da qui, uno splendido panorama consente all'occhio di spaziare lontano sino all'Irpinia, alla Calabria, al Tavoliere delle Puglie, al Mar Ionio.

  • Un ponte nepalese collega i due punti di partenza delle vie Ferrate Marcirosa (Pietrapertosa) e Salemm (Castelmezzano). Il ponte è lungo 72 metri, con un'altezza massima da terra di 35 metri, posto a 650 metri sul livello del mare. Può essere percorso da un massimo di 15 persone contemporaneamente, e sempre con un apposito kit di sicurezza da ferrata. 

Citazioni famose

  • Io lo conosco questo fruscio di canneti sui declivi aridi contesi dalla frana e queste rocce magre dove i venti e le nebbie danno convegno ai silenzi che gravano a sera sul passo stanco dei muli. Cit. del poeta contemporaneo Mario Trufelli, Lucania.

Apparizioni cinematografiche 

  • Alcune scene del film "Moschiettieri del Re - La penultima missione" (2018),  prevalentemente girato in Basilicata, sono state girate nel borgo di Pietrapertosa.

  • Il film del 2016, "Un paese quasi perfetto", è stato girato nei Comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano, nel paese inventato chiamato nel film "Pietramezzana", dalla fusione dei nomi dei due borghi lucani.



Cenni Storici
Il borgo di Pietrapertosa sembrerebbe essere sorto nell'VIII sec. a.C., ad opera dei Pelasgi. Il suo nome antico era Pietraperciata, ovvero "pietra forata", per la presenza di una grande rupe sfondata da parte a parte.

Nel loro scorrere attraverso l'Italia Meridionale, i Pelasgi giunsero in questo territorio, e costruirono le loro prime abitazioni nella parte bassa del Paese, per celarsi al nemico; innalzarono sulle rocce, come posti di difesa e di vedetta - dietro l'antica Chiesa Madre - delle costruzioni fatte di blocchi quadrati sovrapposti senza calce, chiamate "Ostiello".

Anche a Castagna, una frazione agricola di Pietrapertosa, sono stati rinvenuti ruderi di costruzioni Pelasgiche.

I Pelasgi abitarono queste terre fino all'arrivo dei Greci, che dalla costa si spinsero verso l'interno per portarvi le loro merci e i loro manufatti. Questo popolo, diede una nuova forma all'abitato: lo sistemarono ad anfiteatro ai piedi delle rocce, ben riparato da tre lati, ampliando il sistema difensivo creato dai Pelasgi. 

Al tempo delle invasioni di Annibale, a Pietrapertosa giunsero i Romani, che scacciarono i Greci e fecero del Paese la loro Curtis e il loro Oppidum. Costruirono ponti e strade e lasciarono il ricordo della loro lingua nel l'odierno dialetto pietrapertosano.

Con la caduta di Roma, iniziarono le invasioni barbariche a Pietrapertosa. Vennero i Goti, che occuparono il paese, espugnarono l'Oppidum e segnarono la fine del dominio assoluto dei Romani. Subentrarono nel dominio dell'Oppidum i Bizantini, che furono contrastati prima dai Longobardi e poi dai Saraceni, ma che regnarono fino alla venuta dei Normanni. I Longobardi vi rafforzarono tre potentissimi castelli, che per la loro ubicazione dominavano le terre circostanti e spaziavano lontano fino all'Irpinia e al Mar Ionio. I castelli erano:

- l'Ostiello, già vedetta pelasgica e poi greco-romana, ai cui piedi sorsero la Chiesa Madre dedicata a San Pietro, antico protettore del paese, di cui restano ancora tracce di ruderi in zona San Pietro, e l'antica fiera di San Pietro;

- la Bicocca, che dominava la contrada chiamata "Paschiere";

- il Castello di Visconte, costruito in cima all'altura dominante il piano omonimo, oggi campo sportivo, da dove l'occhio spazia lontano sino all'Irpinia, alla Calabria, al Tavoliere delle Puglie, al Mar Ionio.

Nell'838, i Musulmani di Sicilia - battute con incendi, saccheggi e rovine le guarnigioni greco-longobarde dei castelli circostanti Pietrapertosa, cioè Gallipoli e Castelbellotto - sconfissero la guarnigione longobarda di Pietrapertosa e ne fecero il fortilizio saraceno della Lucania. Guerrieri, nomadi e saraceni, costruirono ai piedi del loro castello le proprie abitazioni, simili a veri e propri fortilizi, nel quartiere oggi denominato "Arabata"o "Rabata".

In epoca angioina, il borgo fu feudo di Guglielmo Tournespè, di Pietro de Burbura e di Giovanni Borbone. Con l'arrivo degli aragonesi, divenne possedimento dei Gozzuti, dei Grappini e dei Diazcarlon, conti di Alife. Nel 1500, passò ai Carafa, agli Aprano, ai Campolongo, ai De Leonardis, ai Suardi, ai Jubero ed infine ai Sifola di Trani.

I pietrapertosani presero parte ai moti antiborbonici del 1820 e del 1848.

Dopo l'Unità d'Italia, il borgo fu colpito dal fenomeno del brigantaggio.

Con gli inizi del Novecento, Pietrapertosa ha vissuto - insieme ad altri borghi lucani - un cospicuo spopolamento con una forte emigrazione verso le Americhe.

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Pietrapertosa informa:
  

Portale turistico di Pietrapertosa, gestito dal Comune in collaborazione con la Pro Loco.

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