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BENVENUTO AD ALBAGIARA, IL BORGO DEI CAVALLINI DELLA GIARA!
Albagiara è un piccolo borgo sardo di soli 253 abitanti, che si estende in un lembo di campagna pianeggiante, situato ai piedi dell'Altopiano della Giara di Gesturi, nell’Alta Marmilla .... Il suo territorio è ricco di sorgenti, boschi d'olivastri, sughere e roverelle e appartiene alla Comunità Montana dell'Alta Marmilla e della Regione Agraria Colline dell'Arborea.
A renderlo particolarmente interessante è indubbiamente il ricco patrimonio archeologico che custodisce. Nel piccolissimo borgo sono presenti, infatti, siti risalenti al periodo nuragico, il più importante dei quali è il Nuraghe di San Lussorio. In questo sito sono ben evidenti anche resti dell'epoca romana, venuti alla luce durante gli scavi archeologici, quali tombe con il loro corredo funerario, antiche mura e frammenti di ceramiche.
Il passato contadino che si respira nel borgo è rafforzato dalla presenza di fedeli testimonianze dell'architettura residenziale del passato: le tradizionali case rurali a corte. Queste case raccontano il mondo contadino di una volta, fatto di abitazioni con un'alternanza tra spazi dedicati alla vita domestica e spazi dedicati alle attività produttive. Una di queste è Casa Malloci, diventata una Casa-Museo, che avendo catturato l'interesse dei turisti, ha spinto il Comune al recupero di questo prezioso patrimonio di Albagiara, testimonianza dello sviluppo sociale ed economico del territorio.
Il borgo gode anche di un ricco patrimonio di risorse ambientali, ricoperto com'è di orti, mandorleti e oliveti, dai quali vengono ricavati i prodotti tipici della tradizione albagiarese come il gustoso olio d'oliva o i dolci a base di mandorle (amaretti, gateau e gueffus). L'incantevole bosco di Su Padenti che circonda il borgo, attraversato dalle acque del Rio Majori, cresce rigoglioso di lecci, roverelle e sughere che regalano frescura nelle afose giornate d'estate. Percorrendo una serie di sentieri ben segnalati, si giunge all'Altopiano della Giara dove si possono ammirare gli splendidi esemplari rari di cavallini, cavalli in miniatura che vivono allo stato brado, noti come Cavallini della Giara. Alcuni storici sostengono che questa razza sia stata importata dai Fenici o dai Greci, ma in realtà le origini sono incerte, non esistendo reperti fossili antecedenti al periodo tardo nuragico. Nel 1992, la Giara è diventata un'oasi di protezione faunistica dove possono vivere e riprodursi indisturbati ben 93 specie di vertebrati, il 50% del totale sardo. Oggi, specie selvatiche come il gatto selvatico sardo e la martora sarda sono in fase di lenta ripresa numerica dopo che, negli anni Ottanta, hanno rischiato l'estinzione a causa della caccia spietata. La Giara è altresì un'oasi naturalistica, con oltre 350 specie vegetali, tra le quali il mirto e il corbezzolo.
Il borgo di Albagiara è questo e molto altro ancora...
Curiosità
In passato il borgo si chiamava Ollasta. Nel 1959, gli abitanti scelsero il poetico nome di Albagiara, che ricorda il sorgere del sole dal ciglio dell'Altopiano della Giara e che sottolinea il legame degli abitanti con l'Altopiano. Tuttavia, ancora oggi - nel parlare comune - ci si riferisce al borgo col suo nome d'origine.
Un tempo l'Oasi della Giara era un imponente Vulcano.
La grande quantità di reperti fossili risalenti a 2000-3000 anni fa testimonia la presenza di grandi mammiferi quali cervi e daini ormai assenti.
Albagiara costituisce un luogo imprescindibile per chi voglia conoscere la Sardegna, poichè in questa regione storica dell'isola i caratteri della cultura che si sono andati definendo nel tempo sono speciali. Qui, infatti, oltre al grano da sempre risorsa primaria per eccellenza, si è sviluppata anche l'attività pastorizia grazie alla presenza del grande Altopiano della Giara; un'attività marginale nelle altre aree perlopiù pianeggianti e collinari.
Molti i sentieri naturalistici che portano all'Altopiano della Giara, risalendo le antiche scalas, gli accessi ripidi in uso da sempre. Ci si può addentrare nelle sugherete, ammirare i resti dei nuraghi, le strutture dei vecchi ovili. Tutto questo, godendo della vista sulla scacchiera delle terre coltivate nella pianura.
Citazioni famose
Estado de la diocesi de Ales y Terralba tal como se ha encontrado por mi Monsignor Pilo obiscopo de Ales… Ullastre Usellus….està la Iglesia de San Luxorio, que no tiene renta.(Trad. Lo stato della diocesi di Ales e Terralba come trovato dal mio monsignor Pilo vescovo di Ales ... Ullastre Usellus ... è la Chiesa di San Luxorio, che non ha entrate). Cit. Cornelio Pusceddu, Richiami, 1991.
Ho fatto un sogno in cui ho visto un grande altopiano che chiamavano Giara. Questa terra antica e selvaggia era abitata da piccoli cavallini che correvano liberi, magnifici uccellini che cantavano sugli alberi, api laboriose e farfalle variopinte che svolazzavano tra i fiori.Cit. Salvatore Lampreu, @sardiniamood, 2016.
Apparizioni cinematografiche
Una parte delle riprese del film "Accabadora" (2015), del regista Enrico Pau, è stata girata sull'Altopiano della Giara. Il film racconta di una Sardegna rurale e ancestrale, in cui la protagonista svolge la professione di "accabadora", colei che accompagnava i malati terminali a morire, ponendo fine alle loro sofferenze. Una figura che sembra essere esistita realmente fino agli anni Cinquanta, nelle zone più emarginate della Sardegna .
Cenni Storici L'antico nome del borgo di Albagiara è “Ollasta”. Non si conoscono le sue origini nell'antichità, ma si pensa ad un'origine pre-romana per la presenza di numerosi nuraghi nel suo territorio.
Risalgono invece all'età romana, altri reperti archeologici rinvenuti nell'area quali le tombe con corredo funerario, frammenti di ceramica, numerose monete e una statuetta in bronzo di Agrippina.
All'epoca il borgo si chiama "Ollasta Usellus" che significava "Oliveto della Città Romana di Usellus". Era infatti una frazione dell'antica città di Usellus, fondata dai romani in età tardo-repubblicana e ribattezzata poi, in età imperiale, come colonia. Il borgo viene nominato in una tavola bronzea del 158 d.C., custodita presso il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
I primi registri canonici nei quali compare il nome del borgo risalgono invece al 1341, dove viene chiamata Ocliastra et Funtana, forse per la presenza di una fontana antica nel borgo o per le sue numerose sorgenti d’acqua. Il "Libro de la Iglesia de Santu Pedru de Ulastra de Useddus" è il più antico registro oggi esistente sul borgo. Dal registro si evince che, in quel tempo, la parrocchia era la Chiesa di San Pietro, mentre l'odierna parrocchia di San Sebastiano non esisteva ancora.
Le terrevenivano coltivate a grano o a fave, direttamente per conto della Chiesa, oppure date in affitto, o ancora lavorate in parte a roadìa. La modesta rendita veniva impiegata per abbellire o restaurare l'edificio religioso.
I canonici più importanti di Ollasta furono Andrea Loy (1591-1598) e Gerolamo Porcella (1600-1611).
Fu nel 1959 che Ollasta si distaccò da Usellus e divenne comune indipendente, cambiando il suo nome in Albagiara nel 1962, per sottolineare il forte legame della popolazione con l'Altopiano della Giara.
In realtà, entrambi i toponimi evocano l'attaccamento del borgo al territorio: "Ollasta” significa “paese dell’ulivo”, simbolo di pace, ed “Albagiara” fa riferimento al sorgere del sole dalla Giara.
Ancora oggi, nel parlare comune, ci si riferisce spesso al borgo col suo nome d'origine.