La
Collegiata di San Michele Arcangelo risale ad un periodo antecedente l'anno 1000, ed è indubbiamente tra i monumenti più importanti dell'architettura abruzzese.
Ricostruita tra 1200-1300, presenta uno splendido portale, decorato con un ciclo di figure simboliche, opera dello scultore atriano Raimondo di Poggio (1326).
Numerosi i resti di un pulpito alto-medioevale in pietra, databile tra il VII e l'VIII secolo, come i due plutei alla base dei pilastri d'ingresso della scalinata.
Divisa in due navate, secondo lo storico e architetto Gavini doveva essere in origine a tre navate, dove lo spazio previsto per la terza doveva essere quello che oggi è occupato da un pregevole porticato del Quattrocento.
Al suo interno custodisce vari tesori, tra i quali la trecentesca statua lignea di San Michele, la trecentesca statua in terracotta policroma della Madonna delle Grazie, la quattrocentesca tomba del Vescovo angolano Amico di Buonamicizia, un seicentesco coro ligneo intagliato dall'ebanista angolano Giuseppe Monti, 5 cappelloni di altare in legno dorato, con pregevoli intagli del Seicento realizzati da maestri di scuola napoletana, e numerose tele come quella recentemente restaurata della "Madonna della Purità e Santi" (1611), realizzata dal pittore ortonese Tommaso Alessandrino.
L'imponente torre campanaria di 47 metri, attribuita al lombardo Antonio da Lodi, fu ricostruita nel 1709, a seguito del sisma del 1706 che ne determinò il crollo.
Curiosità
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La torre campanaria, a base quadrata con un tamburo poligonale sormontato da una cuspide, è derivata da quella del Duomo di Atri.
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Il pittore ortonese Tommaso Alessandrino, autore della tela "Madonna della Purità e Santi" custodita in questo edificio sacro, ha realizzato anche il dipinto della Madonna del Carmine, ammirabile nella Chiesa di San Francesco.
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Il Vescovo angolano Amico di Buonamicizia, della Diocesi di Atri-Penne, è noto per aver cercato di spostare la sede vescovile a Città Sant'Angelo.