La
Chiesa di San Giorgio, conosciuta anche come
Duomo di Porcia, è la chiesa parrocchiale del borgo dedicata al suo Santo Patrono. Ha origini molto antiche, risalendo con molta probabilità all'XI secolo o addirittura al periodo longobardo, come si evincerebbe da un testamento dell'anno 1014 che lo cita indirettamente per la prima volta. Di sicuro esisteva già durante il Basso Medioevo, intorno al 1262; venne forse ricostruita nel Cinquecento e poi ulteriormente ampliata nel corso dell'Ottocento in base a un progetto di Silvio Pitter.
All’esterno, la chiesa presenta una
facciata a capanna tripartita e rivestita con mattoni a vista fugati, con delle edicole a cuspide e delle grandi finestre gotiche a sesto acuto dove si trovano diverse raffigurazioni, tra cui quella della speranza cristiana, sopra la resurrezione della vedova di Naim e sotto San Giacomo che prega per gli ammalati e il Vescovo che si occupa dell'unzione degli infermi. Al centro è posto il
portale d’ingresso in pietra, sovrastato da un rosone incastonato da una ghiera in laterizi in cui è rappresentata l'Assunzione di Maria; in un altro rosone è ritratta la Sacra Famiglia di Nazareth, visitata dai pastori.
All'interno della Chiesa, a croce latina con tre navate e in stile neogotico veneziano, potrete ammirare
diverse opere d'arte, come i resti di affreschi cinquecenteschi; l'altare della Madonna, attribuito allo scultore pordenonese Luigi de Paoli, con la statua dell'Immacolata in marmo bianco di Carrara; i dipinti seicenteschi del presbiterio realizzati da Isaak Fischer il Vecchio, così come le demolite ante dell'organo che rappresentavano San Giorgio che uccide il drago, la conversione di San Paolo e l'Annunciazione; e l’altare maggiore in marmi policromi disegnato da Giuseppe del Piccolo di Venezia e realizzato in stile neogotico dal marmista Francesco Zugolo, con lo splendido mosaico dei SS. Pietro e Paolo del veneziano Eugenio de Marchi.
Da non perdere anche la pala di S. Giorgio realizzata da Jacopo Negretti, conosciuto come Palma il Giovane, che raffigura la Madonna con il Bambino in gloria e, in basso, S. Giorgio tra i Santi Carlo Borromeo e Chiara di Assisi; il bellissimo organo degli inizi del Novecento; il battistero e un coro finemente decorato e inciso, entrambi in legno e risalenti al Seicento; la cinquecentesca pala di Santa Lucia di Francesco da Milano, recentemente restaurata; le cappelle di S. Maria e di S. Angelo del Cinquecento e del Settecento; il magnifico paesaggio medioevale dipinto nella predella; e un bassorilievo funebre dell'Ottocento.
Da vedere certamente è l'adiacente
campanile, in stile romanico e rinascimentale, con una base rettangolare in pietra che risale al 1488, che fu probabilmente innalzato nel 1555, come risulta dalla data incisa nell'intonaco interno. Al suo interno vi è ancora una doppia canna muraria con una salita priva di gradini.
Curiosità
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Secondo il progetto originale, il campanile avrebbe dovuto somigliare a quello di San Marco a Venezia, ma la sua costruzione venne forzatamente interrotta dalla Serenissima a 44 metri di altezza, per timore che potesse superare in bellezza quello di San Marco.
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Durante la Sagra dell’Assunta, nel periodo di ferragosto, la salita del campanile è percorsa dagli asini durante lo svolgimento del Palio dei Mussi, che spesso ha dato vita a proteste animaliste.
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Al piano terra della torre campanaria si trovava una botola attraverso cui si accedeva al locale sottostante. Secondo la leggenda, si crede che da qui iniziasse un passaggio segreto sotterraneo che attraversava l’intero castello arrivando fino alla Torre dell'Orologio.