Descrizione
In Piazza Galeazzo di Tarsia (Napoli 1520 – Belmonte Calabro, ca. 1553) potrete ammirare il monumento dedicato al sesto barone di Belmonte, una figura controversa. Nonostante il suo spirito poetico, è noto soprattutto per il suo malgoverno e le vessazioni sui sudditi, che lo portarono persino alla prigionia sull'isola di Stromboli. I dati biografici su di lui sono scarsi e ambigui, e il suo canzoniere è piuttosto ridotto. La prima raccolta postuma delle sue "Rime" fu pubblicata solo nel 1617 da Gianbattista Basile. Nel 1758, Salvatore Spiriti, basandosi sul ritrovamento di un manoscritto oggi perduto, curò un'altra edizione che includeva 50 componimenti, 14 in più rispetto a quella del Basile.
Come VI barone di Belmonte, esercitò il suo potere con prepotenza, e nel 1547 fu processato e condannato alla perdita dei suoi diritti feudali per le violenze inflitte ai sudditi di Belmonte e Amantea. Dopo essere stato imprigionato a Castel Capuano (Napoli), fu esiliato a Lipari, dove rimase fino al 1551. Durante la prigionia, perse la moglie, Camilla Carafa. Graziato dal Viceré Don Pedro de Toledo, nel 1553 partecipò a una spedizione contro Siena. Tuttavia, poco dopo il suo ritorno a Belmonte, fu assassinato in circostanze oscure, probabilmente per vendetta, a causa della sua gestione brutale. Morì a soli 33 anni, vittima delle sue stesse azioni violente.