La
Grotta Santuario di San Michele Arcangelo è il simbolo della Religiosità Cristiana dei Monti Alburni ed è stata dichiarata
Patrimonio Mondiale UNESCO.
In età preistorica, rappresentava un luogo dove potersi rifugiare. Più tardi divenne un sito religioso, dedicato al culto delle acque, dove si veneravano stalattiti e stalagmiti come fossero icone sacre.
La grotta, a distanza di millenni, è divenuta un Santuario Cristiano, consacrato a San Michele Arcangelo. Era consuetudine dedicare a questo Santo le grotte in cui si svolgevano funzioni religiose, poiché - secondo la tradizione - la sua prima apparizione avvenne proprio in una Grotta.
All'ingresso del suggestivo Santuario, spicca un portale del Quattrocento, di pregevole fattura, molto probabilmente opera del noto scultore cilentano dell'epoca, Francesco Sicignano. Due leoni - un leone e una leonessa - posti alla base del portale, sembrano voler sorreggere l'intera struttura.
Di particolare rilievo anche un bellissimo pozzo, rivestito da ceramiche napoletane del 1600, e lo stemma dei Caracciolo, scolpito su pietra.
Addentrandosi, si rimane affascinati dalle varie stalagmiti, qua e là sul pavimento, e dai cumuli di antiche tombe che custodiscono resti umani mummificati. Nelle varie lapidi, si possono trovare nomi di famiglie ben note alle origini del borgo.
Tra gli altri elementi di pregio, un organo, un altare del Seicento e una trecentesca Statua della Vergine con Bambino, di scuola napoletana.
Curiosità
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Secondo la leggenda, la scoperta della Grotta sarebbe da attribuire al principe Manfredo che, durante una battuta di caccia col suo falcone, udì una dolce melodia provenire da uno squarcio roccioso, nel quale si insinuò il suo falco senza più uscirne. Tornato sul posto con servitù e contadini per cercare il falco, vi trovò la grotta e, all'interno, una parete con l’impronta delle ali dell’Arcangelo Michele. Le sagome delle ali dipinte sulla roccia sono ancora visibili nel Santuario.
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Il culto di San Michele era stato diffuso nell'Italia meridionale dai Longobardi che, giunti dal nord dell’Europa, si convertirono al cristianesimo e scelsero il Santo come protettore; una scelta probabilmente dettata dal fatto che San Michele Arcangelo fosse il condottiero delle milizie di Dio e avesse combattuto contro le orde di Satana, rendendolo così simile ad Odino, l’antico dio norreno protettore dei guerrieri.