Il
Palazzo Baronale, anche detto
Palazzo Massimo, sorge nel punto più alto del colle e deve la sua edificazione al cardinale Carlo Camillo Massimo durante il XIV secolo.
Questo massiccio edificio conserva ancora oggi le originarie caratteristiche di
corte medievale, nonostante i vari rifacimenti subìti nel corso dei secoli. L'attuale conformazione del Palazzo è il risultato dei rifacimenti effettuati nei secoli XV e XVI; significativo fu soprattutto quello del 1590 per volontà di
Ascanio Massimo, il quale ordinò un riadattamento della struttura per avere una residenza degna della sua casata.
Attraverso un grande portone, raggiungibile tramite un'ampia rampa di scale, sarete condotti dentro un atrio con quattro porte, un tempo adibite all'ingresso ai locali del personale di servizio. Proseguendo la visita al Palazzo, nella corte interna, potrete osservare il cortile occupato anticamente dalle stalle e alcuni spazi adibiti al frantoio - oggi
Museo dell'Olio e delle tradizioni popolari - destinato alla molitura delle olive, che veniva messo in moto dai cavalli. La grande cisterna utilizzata per la raccolta dell'acqua piovana vi farà ritornare indietro nel tempo e alle vecchie abitudini dei contadini. Da notare anche la
particolare meridiana, osservabile da quasi tutte le stanze interne del Palazzo. Degni di nota sono anche la scalinata interna del Palazzo che porta ai piani superiori, e lo
stemma della famiglia Massimo scolpito su un architrave del portale che conduceva all'antico vestibolo. Infine, nella cappella privata del Palazzo, è custodito un bellissimo
affresco raffigurante La Natività, opera di Pietro Da Cortona.
Fino al 1989 il Palazzo fu di proprietà della
famiglia Giovannelli, fin quando non venne acquistato dal Comune per potervi installare i locali riservati all'Amministrazione Comunale, alla biblioteca, all'archivio e al Museo.
Curiosità
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Pietro da Cortona è stato pittore e architetto, uno dei massimi interpreti del primo Barocco. Tra i suoi capolavori, degno di nota è il Trionfo della Divina Provvidenza in Palazzo Barberini, per il quale l'artista ricevette un lauto compenso.