La
Rocca di Riolo è una delle più antiche roccaforti del luogo in perfetto stato di conservazione.
Risalente al XIV secolo, con la funzione di presidio della città di Bologna, essa
fonda nella sua struttura le caratteristiche architettoniche medievali e rinascimentali, ed è per ciò definita una
"fortificazione di transizione". Effettivamente, il fossato e le caditoie per il tiro piombante si uniscono alle camere di manovra con le bocche di fuoco per il tiro radente fiancheggiante.
La sua fondazione nacque con l'
ampliamento di un torrione già esistente ad opera dei Bolognesi, i quali costruirono la Rocca basandola su una pianta quadrangolare e delimitandola con delle mura, i cui lavori durarono ben 4 anni - difatti i lavori di ampliamento presero avvio nel 1388 e terminarono nella primavera del 1392. Durante il corso degli anni la rocca ha subìto numerose modifiche e rimaneggiamenti, ma ciò non ha cambiato il fascino che la torre suscita sui visitatori. La struttura della fortificazione militare prevede un primo nucleo, ad oggi ancora visibile e integro, a cui sono state apportate modifiche e aggiunte, specialmente con l'avvento delle armi da fuoco. Il complesso è
costituito di quattro torri angolari, fra cui spicca il
mastio a base quadrata alto 22 metri, e si sviluppa su
quattro livelli: un piano interrato, uno a livello della corte, uno all'altezza dei merli e un sottotetto. Ad est della Rocca troviamo uno
stemma manfrediano, risalente ai tempi in cui Carlo Il Manfredi ne aveva dominio, e custodisce al suo interno una
bombarda restaurata e datata 1474 "Karlus S. de Manfredis". La stanza che la contiene è intitolata "bombarda della Rocca" e conserva l'arma appartenuta a Carlo Il Manfredi, utilizzata per respingere l'assalto dei Lanzichenecchi spagnoli.
All'interno della fortezza potrete intraprendere dei
percorsi che vi faranno rivivere le avventure dei cavalieri medievali, indossando le armature e impugnando le armi, salendo e scendendo dai vari livelli attraverso degli stretti passaggi. Inoltre, potrete scoprire il funzionamento delle macchine da guerra, e recarvi nella sala del pozzo dove troverete l'allestimento permanente de "
I misteri di Caterina", in cui si ricordano le gesta e gli amori della Contessa.
Da ottobre del 2006 la Rocca ospita il "
Museo del Paesaggio dell'Appennino Faentino".
Curiosità
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Dopo la morte di Carlo Il Manfredi, la Rocca passò al marito di Caterina Sforza, deceduto nel 1488, lasciando alla Contessa la reggenza della signoria. Per la simpatia e la fedeltà che i Bolognesi ebbero nei confronti di Caterina Sforza, la Rocca è soprannominata "Rocca Sforzesca".
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La fortezza è stata sede municipale fino al settembre 1985.
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Nel mastio vi è la sezione archeologica in cui potrete ammirare reperti storici risalente dall'Età del ferro fino all'Epoca Romana, tra cui uno scheletro di donna dell'Età del Ferro rinvenuto nella Grotta del Re Tiberio.
Indicazioni
