La
Torciata di San Giuseppe è una delle sue tradizioni più arcaiche del borgo, che ha luogo ogni anno il 19 marzo.
Le origini del rituale risalgono al periodo precristiano: il
rito del fuoco assumeva un significato legato alla purificazione e rappresentava un augurio di fertilità e prosperità di terreni e raccolti
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. Fu nel Medioevo che assunse un’accezione religiosa e fu accomunato alla celebrazione di San Giuseppe, che coincide con i giorni dell’equinozio primaverile.
I festeggiamenti iniziano già il 17 marzo, quando i visitatori possono fruire di numerose attività ed eventi collaterali come escursioni, gare, cortei storici e spettacoli itineranti.
Momento cruciale della celebrazione è il falò serale del 19 marzo, nella piazza del Comune, durante il quale viene bruciato il fantoccio dell' "invernacciu" (inverno), simbolo scaramantico e portafortuna per l’inizio della primavera. Dalla Via Cava del Gradone fino alla piazza comunale partono quaranta torciatori incappucciati e con indosso il saio tradizionale, che trasportano sulle spalle il fascio di legna e canne che viene poi incendiato.
Una volta bruciato il pupazzo, i raffiguranti creano un cerchio intorno al fuoco e danzano insieme.
La manifestazione, grazie alla sua spettacolarità, è molto amata sia dai cittadini di Pitigliano sia dai visitatori del luogo.
Curiosità
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In passato si usava raccogliere un pugno di cenere e conservarlo a casa come gesto di buono auspicio per raccolti proficui; tutt’oggi è una consuetudine presente specialmente tra gli anziani.
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Il dolce tradizionale legato alla tradizione della Torciata sono le frittelle di riso di San Giuseppe, di solito accompagnate con il vino speziato.
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Un progetto futuro legato all’evento è la mini torciata dei bambini, in elaborazione da qualche anno ai fini di coinvolgere presto i torciatori del futuro nelle tradizioni antiche del borgo di Pitigliano.
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