di Alba Colombo, 23 anni
Trasferirsi in un’altra città aumenta esponenzialmente la frequenza con cui ti viene posta la domanda “E tu di dove sei?”
Sono ormai diversi anni che vivo lontano dal mio paese come studentessa fuorisede e questo grande cambiamento ne ha inaspettatamente trasformato e rafforzato il legame.
Ebbene, prima di “lasciarci” ti consideravo come uno degli innumerevoli borghi medievali che caratterizzano la nostra penisola. “A Teggiano siamo in poco più di 7000 anime, viviamo nella tranquillità più assoluta e, come in ogni paesino che si rispetti, ci conosciamo un po’ tutti. Beh, un po’ poco”, avrei sentenziato.
Oggi, invece, ogni volta che ti penso, Teggiano, a chilometri di distanza, mi meraviglio della dedizione dei tuoi contadini che, come un tempo facevano i miei nonni, si prendono amorevolmente cura della tua terra. Sono orgogliosa di quel che vedo e sento quando parlano delle tue bellezze e tradizioni alla televisione.
E quando ti vesti a festa, in agosto, accogli gente da ogni dove “Alla Tavola della Principessa Costanza”, la tua manifestazione più famosa: la comunità, come me del resto, indossa abiti in velluto e stoffe preziose, insegna antichi mestieri, offre tipiche pietanze e spettacoli incantevoli. Si ricrea, così, dal maestoso Castello a tutto il centro storico, un’atmosfera principesca e magica, di musiche, balli, cultura, arte e sapori fino a tarda sera.
È con sorriso nostalgico che immagino quante volte da bambina ho passeggiato per Piazza Portello o per le carrare (vicoli) di paese; mi hai vista crescere, accogliendomi tra scorci pittoreschi che ti incorniciano e che lascerebbero senza fiato il turista più esperto.
Quando è ora di rincontrarci, preparo il mio trolley con la consapevolezza di trovare tutto come avevo lasciato, parte della mia identità conservata qui. Posso finalmente aprire le finestre, respirare aria pulita e sorridere al luogo immerso nel verde che chiamo Casa.