di Federica Izzo, 21 anni
Casertavecchia, un piccolo ma grande pezzo di cuore e di storia. Della mia storia e della storia di chi ci è nato e cresciuto, di chi l’ha vista sempre uguale, immune al cambiamento, di chi non ha paura del tempo perché Casertavecchia è una storia a sé.
E' un borgo medievale che sorge alle pendici dei monti Tifatini, a 10 km di distanza da Caserta. Le sue origini sono antichissime, perché già nel 861 d.C., in uno scritto, si legge di un insediamento chiamato “Casa Irtam”, ovvero villaggio in alto.
Ricordo ancora quel pomeriggio di primavera, delle prime giornate più lunghe e calde. L’odore dei fiori si faceva sentire più forte e i miei genitori decisero di portarmi in quel posto che a me sembrava così lontano dal mondo e così surreale. Mangiai un semplice gelato e in un attimo mi sentii catapultata nel corpo di una principessa che camminava per le strade del suo castello.
Una piccola premessa per suggerire che Casertavecchia va ammirata attraverso gli occhi di un bambino, della sua capacità di sognare e scoprire sensazioni nuove.
Chiunque scelga di visitarla deve immaginare una linea di confine tra il punto in cui si parcheggia la macchina e la salita al borgo. Un confine che lascia dietro di sé ogni forma di cemento, auto, insegne al neon e fumo nero, per introdurre ciottoli, pietre, vecchie insegne, silenzio e magia. Si parcheggia in basso e si affronta una ripida salita attraverso una pineta di alberi con panchine sparse qua e là. Da qui si accede al borgo, ricco di misteri e meta di interesse turistico per via della Cattedrale, del Campanile, dei resti del Castello e delle strade interne che ricordano lo splendore di un tempo che fu.
Al centro di piazza Duomo sorge imponente la Cattedrale, dedicata a san Michele Arcangelo, frutto di diversi linguaggi artistici e stili architettonici, dovuti a restauri e rifacimenti nel corso degli anni, che trasformarono l'originario aspetto romanico e gotico in quello di una chiesa barocca.
La cattedrale racchiude al suo interno un magico segreto legato alle 18 monumentali colonne in marmo che delimitano la navata centrale. Sia le colonne che i capitelli sembrano provenire da un’antica costruzione romana in pianura ma, visti i mezzi di allora, risulta difficile capire come e in che modo siano stati trasportati fino al borgo. Questo mistero ha dato vita ad una leggenda locale che narra di fate provenienti dai monti Tifatini che vedendo gli abitanti in difficoltà corsero in loro aiuto. Ogni fata trasportava una colonna in bilico sulla testa fino al monte per rendere il Duomo unico e speciale.
Passeggiando per le stradine, la vostra attenzione si soffermerà sicuramente sui coloratissimi e allegri vasi di terracotta, con buffe espressioni, decorati a mano dagli artisti del borgo, conosciuti come Spiritelli Portafortuna che avvereranno qualsiasi desiderio scritto, inserito nel vaso.
Le stradine ti trasporteranno nel magico mondo medievale, accentuato ancor di più da manifestazioni folkloristiche come il “Ritorno dei cavalieri nel Borgo” e “Settembre al Borgo”, che si svolgono annualmente nel periodo estivo contribuendo alla rivalutazione del territorio.
“Settembre al Borgo” è un modo per accompagnare gradualmente le persone nella routine invernale e lavorativa, rendendo il passaggio meno malinconico e più allegro con sagre e balli popolari.
Era il periodo natalizio quando passai sotto l’arco del campanile del Duomo, per scoprire una piazza con tanti tavoli in legno e stand che proponevano prodotti del posto, mostre d’arte, zampognari, tanti libri e musica, che mi catturarono in quel mondo tanto popolare quanto magico e fiabesco. Erano riusciti a liberare la mia mente con quei brani eseguiti con passione e forza ipnotica, con costumi medievali e tanta allegria che sembrava di essere in uno di quei film con draghi, calici dorati e principesse.
Paragono Casertavecchia al posto del cuore dove poter evadere in qualsiasi momento e godermi l’aria diversa, godermi la vista panoramica fruibile in molti punti, i numerosi locali e pizzerie che fanno sì che spesso gli abitanti dei dintorni vadano a trascorrere il sabato sera nelle vie del borgo.
“Stoppare il tempo” e “libertà” sono le prime sensazioni che come hanno invaso me, invaderanno chiunque riuscirà ad accedere al Castello. Alcuni terremoti ne hanno compromesso la struttura e ciò che rimane è un tratto di mura e la torre, la Torre dei falchi, tra le più grandi in Europa. 50 gradini, e dalla cima ammirerete lo splendido panorama della pianura circostante.
Il castello è l’ultima tappa di questo percorso medievale nel borgo che in ogni stagione sa essere pieno di senso e magia, rendendolo per sempre immortale.