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BENVENUTO A CARAPELLE CALVISIO, IL BORGO PIU' PICCOLO DEL GRAN SASSO!
Carapelle Calvisio è un borgo abruzzese che conta soli 82 abitanti. Sorge arroccato su uno dei contrafforti meridionali del Gran Sasso d'Italia, a 877 m s.l.m., a ridosso di uno sperone che sprofonda nella vallata sottostante .... Appartiene alla Comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli e parte del suo territorio ricade nel Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga di cui costituisce una delle porte di accesso.
Passeggiando per il centro storicopotrete notare ancora l'antica struttura tipica del borgo fortificato medioevale, con tratti di cinta muraria, viuzze sovrastate da archi, piccole piazze, abitazioni in pietra addossate le une alle altre, e alcune tracce dell'antica fortezza nella parte più alta, con una imponente torre di avvistamento. Soffermatevi ad ammirare i suggestivi scorci panoramici sulla conca aquilana fino al massiccio della Maiella, e sulla piana di Navelli.
Le tracce della storia secolare di questo borgo sono particolarmente evidenti nella Chiesa conventuale di San Francesco d'Assisi, la sua chiesa più importante situata all'ingresso dell'abitato.Risalente presumibilmente al Trecento ma con impianto attuale del Cinquecento, l'edificio sacro è decorato al suo interno con vari affreschi del periodo rinascimentale, tra i quali dipinti con le storie di San Pietro dei primi del Cinquecento. Splendido l'altare maggiore in stile barocco, che conserva una pala del Cinquecento. Tra i quadri, degno di nota è quello di San Francesco, cui è dedicata la Chiesa. Affascinanti anche le incisioni sulle mura della sagrestia, opera dei monaci che vi abitavano e che raccontano episodi significativi del tempo come la grave peste del Trecento.
Carapelle Calvisio è la porta di accesso meridionale al Parco Nazionale del Gran Sasso, uno dei più bei parchi d'Italia comprendente il massiccio del Gran Sasso e la catena dei Monti della Laga. Il territorio del parco è dunque prevalentemente montuoso, ricco di sentieri d'alta quota che vi condurranno verso il Corno Grande, il Monte Gorzano e le cime più elevate, consigliabili in estate. Se siete amanti del trekking, molti i percorsi tematici alla scoperta di paesaggi, particolarità geologiche, eremi, mulini, cascate, castelli e necropoli, che potrete percorrere in primavera e in autunno, alcuni anche d'inverno muniti di ramponi o sci.
Il borgo di Carapelle Calvisio è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Il borgo di Carapelle Calvisio ha subìto gravi danni in seguito al terremoto che ha colpito L'Aquila il 06 aprile 2009.
Le origini del borgo risalirebbero all'epoca romana, come afferma lo storico Antinori nei suoi manoscritti. Lo stesso nome del borgo, "Carapelle", deriverebbe dal nome di una sacerdotessa della famiglia Calvisia che in questo territorio aveva un antico tempio romano dedicato a Venere, come testimoniano alcune tracce rinvenute nei pressi dell'abitato.
La zona che circonda Carapelle Calvisio è stata abitata fin dalla preistoria, come attestano i numerosi reperti archeologici risalenti al Paleolitico, parte dei quali attribuibili perfino all'uomo di Neanderthal.
Nei secoli passati Carapelle era un punto obbligato di passaggio per i mercanti provenienti dal mare e diretti verso l'interno.
Sulla facciata del municipio campeggia una lapide in ricordo del filologo, scrittore e poeta Vincenzo De Bartholomaeis, cui Carapelle Calvisio ha dato i natali nel 1867. De Bartholomaeis è stato titolare della cattedra di filosofia dell'Università di Bologna dopo l'abbandono del Carducci nonché uno dei padri fondatori della Deputazione di Storia Patria.
Tra i prodotti agricoli più pregiati del territorio vi sono i tartufi, l'olio d'oliva ed i cereali. I tartufi venivano cacciati in passato con maiali addestrati. Tra i piatti più caratteristici, la carne d'agnello usata anche per il ragù, i fichi fritti usati per il condimento di piatti salati, e le "ferratelle", un dolce a base di uova, farina, zucchero e bucce di limone.
Nel 1579, sotto la Signoria dei Medici, Granduchi di Toscana, nacque lo Stato Mediceo d'Abruzzo, allo scopo di assicurarsi l'approvvigionamento della pregiata lana carfagna, una lana scura prodotta dalle pecore locali, con le quali si realizzavano le divise militari e le vesti dei monaci. Grazie al commercio della lana, il paese visse un periodo di benessere che vide l'abbellimento degli edifici del borgo.