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Gorzegno è un piccolo borgo piemontese di circa 260 abitanti, situato nella Valle Bormida, in Alta Langa, non lontano dal Mar Ligure, dalla Capitale del Tartufo bianco, Alba, e dalla bellissima Asti ....
Passeggiando per le vie del borgo potrete visitare l'innovativo museo a cielo aperto chiamato Nàsc - Museo delle Pietre parlanti, nato con l'intento di valorizzare gli edifici più antichi e gloriosi di Gorzegno con il comune denominatore della pietra di Langa, elemento caratterizzante nella vita quotidiana locale di un tempo. Molto interessante anche il percorso etnografico con manufatti in pietra (macine di mulino, mole, lavatoi...), ma la parte più suggestiva del percorso museale è indubbiamente quella incentrata su un testo misterioso e indecifrato risalente al Quattrocento: il manoscritto Voynich.
In posizione dominante sulla vallata, immerso nella vegetazione, si erge l'affascinante Castello dei Marchesi del Carretto,monumento simbolo del borgo. Questa antica fortezza risalente al Medioevo, trasformata successivamente in una sfarzosa residenza signorile, è stata saccheggiata nel 1600 e nel 1700, con conseguente crollo dei muri. Oggi ne rimangono soltanto alcuni ruderi in pietra, ma il Comune sta lavorando al recupero parziale del Castello, affinchè possa tornare fruibile alla comunità e ai turisti.
Ogni anno, il primo fine settimana di settembre, il borgo di Gorzegno ospita un grande evento internazionale: il Festival delle Magie,rassegna di mostre, spettacoli teatrali, videomapping su palazzi storici, installazioni multimediali, esposizione di "cose magiche e inconsuete", mercato dei sapori e profumi di Langa. Due giornate dedicate alle più svariate espressioni magiche che trasformano Gorzegno nel set perfetto di un film esoterico.
Il borgo diGorzegno è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Gorzegno vanta origini romane, come attesta la presenza di numerose lapidi nel territorio. Il suo nome, di origine latina, deriverebbe da Cohors Aennii e testimonierebbe che il borgo era un presidio dipendente dal centurione Ennio.
Il borgo è circondato da terrazzamenti in pietra lavorata, un'arte che nel 2018 l'UNESCO ha inserito nella Lista del "Patrimonio Immateriale dell'Umanità".
Il territorio offre ai visitatori vari percorsi di trekking nella natura incontaminata.
Negli anni '30 del Novecento Gorzegno ottenne un momento di notorietà nazionale per un tragico fatto di sangue, poi narrato da Beppe Fenoglio in "Un giorno di fuoco".
A Gorzegno è ambientato un episodio di "Rebus di mezza estate", romanzo giallo di Gianni Farinetti.
Citazioni
- Zio dimmi qualcosa di questo paese Gorzegno. - Gorzegno lo conosco bene, perchè in gioventù ci andavo sovente con mio padre a caricarci il vino e le castagne. Ho fatto anche un po’ di carrettiere, e per questo in guerra m’hanno messo conducente di muli. Dunque, Gorzegno è un po’ più grosso del nostro San Benedetto, ma è un paese sbagliato, perchè senza ragione è diviso in due parti, e non c’è poco dall’una all’altra. La parte bassa è in riva a Bormida. Hai mai visto Bormida? Ha l’acqua color del sangue raggrumato, perchè porta via i rifiuti delle fabbriche di Cengio e sulle sue rive non cresce più un filo d’erba. Un’acqua più porca e avvelenata che ti mette il freddo nel midollo, specie a vederla di notte sotto la luna. E poi c’è il castello, sempre nella parte bassa, che una volta doveva essere anche più bello di quello di Monesiglio ma adesso se ne va in briciole e il comune ce lo lascia andare. Cit. da Un giorno di fuoco (2007), di Beppe Fenoglio.
Cenni Storici Oggi conta appena 290 abitanti, ma in passato è stato un importantissimo centro politico e culturale. Fu fondato dai romani nel I secolo a.C. durante la loro avanzata verso le Gallie. Il castrum di Gorzegno diventò poi un borgo fortificato che nel 987 fu concesso in feudo alla dinastia aleramica da Ottone II, imperatore del Sacro romano impero. Dopo alterne vicende dinastiche e militari, il Marchesato di Gorzegno, retto da un ramo della famiglia del Carretto, si costituì come feudo imperiale dotato di amplissima autonomia e tale rimase fino al 1726, quando i duchi di Savoia lo acquistarono dopo decennali trattative.
Il periodo di maggior fulgore di Gorzegno fu a cavallo tra '500 e '700. Il grande castello fu ammodernato in forme rinascimentali, dentro le sue mura fu costruita la Cappella di S.Martino (1587). Il Palazzo del Gastaldo, edificato nel 1487, fu ampliato per ospitare gli studenti “fuori corso” che, sino agl’inizi del Settecento arrivavano dalla Liguria e dal Piemonte per ottenere la laurea in legge e una patente notarile che gli esaminatori feudali concedevano più facilmente rispetto ai docenti di altre università.
Dalla buona gestione dei Marchesi trasse profitto anche la popolazione. Infatti, nello stesso periodo, furono edificate belle e spaziose dimore, fu ristrutturata la chiesa parrocchiale di S. Siro e messo in sicurezza l'alveo del fiume da cui partiva la "bialera" che alimentava il mulino marchionale.
Sul finire del Settecento iniziò per Gorzegno una lunga decadenza. Il castello dei Del Carretto fu saccheggiato dalle truppe francesi del console Napoleone Bonaparte, durante la Prima Campagna d’Italia. L’edificio, tuttavia, era ancora abitabile alla metà dell’Ottocento, quando i marchesi lo vendettero. Ma agl’inizi del Novecento, in seguito al totale abbandono, divenne preda di saccheggiatori che lo smontarono pezzo dopo pezzo per abbellire le loro case.
Nel 2019 la nuova Amministrazione comunale ha deciso di recuperare ciò che resta del castello e ha avviato lavori di pulizia e consolidamento per trasformare questo luogo in una meta turistica, assieme al borgo attiguo, al centro storico e alle località circostanti, ricche di storia e di bellezze naturalistiche.