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BENVENUTO A PISCIOTTA, IL BORGO DEL SECOLARE ULIVO E DELLA PESCA CON LE MENAIDE!
Pisciotta è un borgo campano di circa 2.500 abitanti, il cui abitato è arroccato sulla cima di una ripida collinetta prospiciente il Mar Tirreno, con ai lati due torrenti: Fiori e San Macario .... Il territorio include tre frazioni - Rodio, Marina di Pisciotta, Caprioli - e ricade nello splendido Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Risalente all'anno 1000, Pisciotta è riconosciuto come uno dei borghi medioevali meglio conservati del Cilento. Partendo dalla grande Piazza Raffaele Pinto, salite gli scaloni che conducono alla panoramica Piazzetta del Cannone, prima di addentrarvi nel borgo antico. Proseguendo per i vicoletti - taluni davvero angusti - incontrerete piccole case in pietra, e splendidi palazzi nobiliari tra i quali domina il settecentesco Palazzo Marchesale, che ha dato i natali al famoso Vescovo Luigi Pappacoda, promotore del barocco leccese nella seconda metà del Seicento. Vero gioiello d'arte è la cinquecentesca Chiesa Madre dedicata ai Santissimi Pietro e Paolo, al cui interno custodisce interessanti opere di scuola napoletana.. La Chiesa si trova nella pittoresca Piazza Michelangelo Pagano, un luogo particolarmente suggestivo che somiglia ad una vera e propria cartolina del passato.
Al lato est della Chiesa Madre, una stradina lastricata detta "La Chiusa" conduce direttamente alla Marina di Pisciotta. E' proprio il mare cristallino di Pisciotta - Bandiera Blu - la principale attrazione turistica del luogo. Nel periodo estivo, dal Porto della Marina si possono organizzare spettacolari gite in barca all'insegna delle numerose grotte della costa, fino ad arrivare a Capo Palinuro. Qui, l'ulivo pisciottano dalla bellezza protagonista su tutto il territorio, si incontra con il mare. Se amate le passeggiate suggestive nella natura, da non perdere è il Sentiero di Castelluccio, che attraversa vigneti, uliveti e orti e arriva fino a Castelluccio, dove sono ancora visibili i ruderi di una antica torre di avvistamento.
Ma il mare di Pisciotta è noto in tutta Europa anche per la pratica centenaria della pesca delle alici, che vanta una tecnica antichissima: la pesca con la "menaide" - in dialetto locale menaica - dal nome della barca impiegata in passato. Si tratta di una rete a maglia unica tramandata fin dai tempi dell'antica Grecia, che intrappola le alici per la testa selezionando quelle più grandi e rilasciando le piccoline; una pesca limitata a tre mesi e di piccole quantità. Il prodotto che ne deriva, grazie anche al metodo di salagione, è di altissima qualità e dunque ricercatissimo. Ogni anno, a luglio e a settembre, viene celebrato durante la "Festa dei ruospi con alici di menaica", attesissima e caratteristica sagra del pesce con tradizione quarantennale. Durante l'evento potrete acquistare i prodotti tipici alimentari e artigianali del Cilento, e degustare varie specialità a base di pesce come i cosiddetti "ruospi", palline di pastella fritta con all'interno pezzettini di alici di menaica.
Il borgo di Pisciotta è questo e molto altro ancora...
Curiosità
In Via Roma vi sono alcune vecchie insegne delle botteghe di una volta, come quella dell'antica farmacia.
La facciata sud del Castello Marchesale fu modificata dai Doria d'Angri che si rifecero alla facciata di Palazzo Doria d'Angri a Napoli, il famoso Palazzo dal cui balcone il 7 settembre 1860 si affacciò Giuseppe Garibaldi per salutare il popolo napoletano.
Nella parte sud del paese sono ancora visibili alcuni ruderi del Convento dei Frati Francescani.
L'olivo pisciottano è una varietà da olio, ma i cilentani hanno da sempre denocciolato e condito le olive con sale, alloro, peperoncino ed altri aromi, dando origine alle famose olive ammaccate di Pisciotta.
Oltre agli ulivi, imponente è anche la presenza di alberi di fico che qui a Pisciotta hanno una particolare conformazione e composizione che conferisce al frutto una dolcezza straordinaria particolarmente apprezzata.
I fichi erano un altro prodotto importante nell'economia del paese, potendo essere commerciati successivamente alla loro raccolta. Dopo essere stati seccati su graticci di canne posti sui terrazzi delle case coloniche della zona, venivano infornati e successivamente preparati con mandorle, noci, semi di finocchio selvatico e bucce di mandarino: infilate in cannucce prodotte con l'erba sparta, erano le caramelle della Civiltà Contadina.
Anche l'erba sparta veniva lavorata ed intrecciata per realizzare corde vegetali dette "libàni", all'epoca oggetto di un fiorente commercio.
Le strutture rurali del luogo presentavano caratteristiche che rispondevano alle esigenze dell'economia tipica della civiltà contadina: i terrazzi dove far seccare i fichi, il forno a legna per la cottura di fichi e pane, e la stalla per l'asino che faceva girare la ruota del frantoio per molire gli ulivi raccolti. In alcune case rurali del borgo ci sono ancora frantoi del 1600.
La Cappella di San Michele nacque come chiesetta votiva, voluta da un Pinto tratto in schiavitù dai Saraceni, liberato poi dal Bej di Tunisi.
Citazioni famose
Su quel monte c’è un ciuffo di ulivi … ulivi, sempre ulivi!
Pisciotta si volge in tre fasce su una parete:
la più alta è il vecchio paese, di case gravi e brune
e a grandi arcate;
in mezzo, sono ulivi sparsi come pecore a frotte;
la terza, a livello dell’acqua, la formano case nuove e leggere,
i cui muri sembrano torniti dall’aria in peristili.
Tratto da Viaggio nel Mezzogiorno di Giuseppe Ungaretti, 1932.