Il
Castello di Pizzo è noto anche come "Castello Murat", poiché proprio qui fu imprigionato e successivamente fucilato (1815) l'ex Re di Napoli, cognato di Napoleone, come ricorda una lapide sul portale principale.
La sua costruzione avvenne in due diversi momenti: una prima parte, costituita dalla Torre Mastia, venne edificata nel 1300 sotto gli Angioini, per proteggere i borghi sulla costa dalle incursioni dei Saraceni; la seconda parte risale a ben 100 anni più tardi, sotto
Ferdinando I D'Aragona.
Nel 1884 venne acquisito dal Comune di Pizzo, e dichiarato
"Monumento Nazionale" nel 1892.
Sebbene abbia riportato alcuni danni col terremoto del 1783, conserva complessivamente il suo aspetto originario. E' composto da un piano semisotterraneo, un piano terra e un piano superiore, e presenta internamente una ricostruzione storica, con
manichini in costume, degli ultimi giorni di vita di Gioacchino Murat:
- la prigionia insieme ai suoi soldati, nei semisotterranei;
- il processo sommario contro di lui, e la cella dalla quale scrisse la lettera di addio alla moglie e ai 4 figli, al primo piano;
- la scena della confessione con il Canonico Masdea, al secondo piano.
Soffermatevi ad ammirare la
meravigliosa vista dalle terrazze del Castello, che affacciano sul Golfo di Sant'Eufemia e sullo Stromboli.
Curiosità
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Gioacchino Murat, ex Re di Napoli, era l'ultimo figlio di 11, e la sua famiglia sognava per lui la carriera ecclesiastica. Il giovane, però, che amava le donne, il gioco e l'alcol, lasciò presto la tonaca. Più tardi sposò la sorella più giovane e capricciosa di Napoleone Bonaparte, Carolina.
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Nel 1808, Napoleone proclamò suo cognato Re di Napoli. A Napoli il Murat fu ben accolto dalla popolazione, ma da subito odiato dal clero. Nel 1809, per la prima volta in Italia, legalizzò il divorzio, il matrimonio civile e l'adozione, togliendo al clero la gestione delle politiche familiari.
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Grazie a lui, Napoli si abbellì rapidamente con varie costruzioni (il ponte della Sanità, via Posillipo, la facciata, il portico e le sale superiori del Teatro San Carlo, l'Osservatorio Astronomico, l'Orto Botanico ecc.). Inoltre, a Reggio Calabria portò l'illuminazione pubblica, a Bari realizzò il progetto del Borgo Nuovo, a Brindisi riadattò il porto; a Potenza istituì l'ospedale San Carlo, ad Aversa (CE) fece costruire l'ospedale psichiatrico.
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Recatosi a Pizzo per riconquistare il suo regno, vi trovò invece la morte. Prima della fucilazione sul ballatoio del Castello, pronunciò la frase eroica "Risparmiate il mio volto, mirate al cuore".
- L'accesso ai locali sotterranei del Castello è vietato. Pare che questi conducano fuori dalla città, nei pressi di Vibo Valentia e verso il lago Angitola, rispettivamente a 11 e a 7 chilometri di distanza.