Addossato alle abitazioni su tre lati,
il Castello di Sambuci è un quadrilatero irregolare con quattro torri angolari, che si sviluppa su 5 livelli, incluso un grande seminterrato dove si trovavano le cucine.
Il
piano terra era dedicato a lavoro, studio e culto, il
primo piano ospitava le sale di rappresentanza, il
secondo piano le stanze degli ospiti e i forestieri e il
terzo piano i servizi.
Nella seconda metà del Cinquecento, col passaggio alla famiglia Astalli divenne la
dimora signorile del cardinal Camillo, segretario di papa Innocenzo X, che lo trasformò e migliorò notevolmente. Le sale interne vennero affrescate dall'artista Giovan Angelo Canini, della cerchia del Domenichino. Nella
Sala Gerusalemme liberata, nel torrione sud, potrete ammirare la copertura a volta tutta affrescata sul tema del poema del Tasso. Il
Salone delle Prospettive è decorato sulle pareti con una prospettiva illusionistica con paesaggi, incorniciati da un colonnato di marmo rosa e scanditi dalle figure di Vulcano Ganimede, Giove e Marte, Ercole e Mercurio, Nettuno e Apollo. La
Sala dei Ciclopi presenta le mitiche figure agli angoli del soffitto che sorreggono dei medaglioni con le figure di Apollo, Marte ed Ercole. Il Salone del carro del Sole è affrescato con allegorie sul giorno e sulla notte. La
Sala da bagno, infine, ha il soffitto affrescato con una scena del miracolo del Mar Rosso di Mosè. La famiglia Astalli, inoltre, fece aggiungere nel Seicento, oltre la torre di sinistra, un corpo a due piani, con eleganti finestre e in basso un'ampia nicchia con fontanella, per includervi una cappella e un nuovo salone con loggia ad est verso i giardini. Potrete osservare quest'ala e la loggia, con contrafforti e volute barocche, dal giardino all'italiana del Castello.
Su un lato del Castello, infatti, fu realizzato a partire dal Seicento
un magnifico giardino all'italiana di circa 55.000 mq, arricchito con fontane, vasche e quattro statue posizionate nel punto d'incrocio tra i vialetti che dividono il parco in quattro, rappresentanti le quattro stagioni. Al giardino venne poi aggiunto dalla famiglia Theodoli, cui passò il Castello,
un boschetto con crescita spontanea del verde, ad imitazione del tipico giardino romantico all'inglese molto in voga nell'Ottocento. Il giardino oggi viene comunemente chiamato
"La Villa" ed è un parco comunale, con siepi di bosso ornamentali, che raffigurano gli stemmi degli Astalli (tre cerchi) e dei Theodoli (la ruota), le due grandi casate che hanno abitato nel Castello.
Curiosità
-
Purtroppo l'arredo interno è andato perduto, salvo alcuni antichi scaldabagni a legna, di cui potrete osservare un esemplare nella sala antistante l'ingresso.
-
Nello splendido Salone delle Prospettive, il più ampio del Castello, si celebrano i matrimoni civili.
-
Le quattro statue della Villa furono rubate e causalmente ritrovate da un abitante che le riconobbe in una vetrina di un negozio di antiquariato a Roma.
-
Giovan Angelo Canini, lo studioso di antichità classiche e pitture che ha realizzato gli affreschi nel Castello, fu allievo per breve tempo del Domenichino e iniziò a lavorare per il Cardinale Astalli e suo fratello, dipingendo oltre al palazzo anche le chiese di Sambuci.