La data di edificazione della
Chiesa San Tommaso Apostolo è incerta, ma la più antica testimonianza della sua presenza è del 1297, quando un esattore pontificio passò di lì per la riscossione della "decima pontificia".
Riedificata nel 1653, la chiesa assunse l'aspetto attuale.
Al suo interno, a navata unica, presenta tre altari del Seicento, ed è impreziosita da opere artistiche - scultoree e pittoriche - di buona fattura, legate fondamentalmente all'importanza dei nobili Bragadin.
Il seicentesco altare della Pentecoste è ornato da un bellissimo dipinto realizzato tra 1735 e 1745 dal pittore veneziano Giovanbattista Pittoni. Un'altra tela, risalente al Settecento, raffigura la Cena in Emmaus ed è stata realizzata Giovanbattista Cromer. Il soffitto è stato decorato all'inizio del Settecento dall'artista Gregorio Lazzarini, che per l’occasione realizzò una serie di dipinti su tela rappresentanti i Quattro evangelisti.
Le due porte che conducono dall'abside alle sacrestie - datate 1691 e 1692 - recano sull'architrave una lapide commemorativa di don Antonio Ferrari, personaggio molto stimato per aver fatto erigere il campanile e la cappella nel Seicento, riparare la chiesa nel 1665 e aver dotato l'altare di un tabernacolo.
Curiosità
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Prima della riedificazione dell'edificio religioso nel 1653, la famiglia Bragadin aveva la propria tomba, l'Arca Bragadina, davanti all'altare intitolato ai Santi Rocco e Sebastiano, protettori contro la peste.
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Nel medesimo altare si trovava anche una piccola cappella in onore del chiarissimo Marcantonio Bragadin, l'eroe di Famagosta, con l'obbligo di una messa alla settimana. E' a lui che la famiglia Bragadin, sempre intenta a cercare guadagni e carriera politica, deve in realtà la sua ascesa. Col suo glorioso sacrificio, infatti, sollecitò la riconoscenza della Repubblica verso il casato.