La
Chiesa di San Vincenzo Martire fa parte del Castello dei Principi di Biscari, il principale edificio storico del borgo di Acate. La struttura nasce inizialmente come una piccola cappella annessa al castello, edificata nel 1645, ricostruita nei primi anni del Settecento per volontà di Agatino Paternò Castello - che volle mantenere il passaggio interno che la collegava agli alloggi del castello - e poi ampliata nel corso degli anni fino al 1722, ovvero quando diventò il luogo in cui vengono gelosamente custodite le
sacre spoglie di San Vincenzo Martire.
La struttura attuale della chiesa si presenta con una architettura semplice ma elegante, ornata da sedici colonne monolitiche e cilindriche composte da base e capitelli in pietra nera, e una cupola che ricopre l'edificio. Ai lati esterni della struttura e sopra il portone fanno capolino delle finestre con vetrate che illuminano naturalmente l'edificio, riflettendo la luce dall'esterno.
L'interno della cappella è composto da tre navate, una centrale e due laterali, ai cui lati vi sono posizionati vari dipinti su tela, fra cui alcuni della scuola di
Ezio Balliano di Vercelli - considerato uno dei futuristi più importanti -
risalenti al 1997, e delle sculture raffiguranti San Francesco di Paola, Maria Bambina, Sant'Antonio di Padova, Santa Lucia, e fra questi spiccano la statua della Pietà e quella dell'Immacolata. Degno di nota è il bellissimo
organo settecentesco situato sopra l'ingresso e tutt'oggi funzionante grazie ai restauri effettuati a cura della Regione Siciliana.
Curiosità
- Le sacre spoglie di San Vincenzo Martire arrivarono alla chiesa attraverso la storia del Principe Vincenzo, consorte della Principessa Anna Scamazza Bonaiuto, che nel 1700 si innamorò di una giovane donna con la quale intraprese una relazione clandestina. Scoperta la relazione, la Principessa fece rinchiudere la fanciulla in una delle segrete del Castello dei Principi di Biscari e la fece cospargere di miele, così da attrarre le api e morire. Anni dopo, la Principessa si pentì amaramente delle sue azioni e il Papa Clemente XI le offrì il perdono: in cambio, ella avrebbe dovuto accogliere nel castello la salma di un Martire seppellito in Vaticano. La principessa accettò ed ecco che le spoglie di San Vincenzo Martire vennero custodite all'interno della roccaforte.