Edificato nel 1879 nel luogo in cui si trovava un Convento dei Frati Minori, l'
Ospedale Psichiatrico Provinciale di Girifalco venne inaugurato nel 1881, all'interno di un edificio storico oggi dichiarato "Complesso monumentale" e tutelato dal "Codice dei beni culturali e del paesaggio".
Un manicomio in Calabria si rese necessario dopo l'Unità d'Italia, quando il prefetto di Catanzaro Colucci se ne fece promotore poiché
nell'Ottocento l'unico ospedale psichiatrico nel Meridione si trovava ad Aversa (CE), in Campania, ed era ormai pieno. Varie strutture vennero prese in esame - a Chiaravalle Centrale, Soverato, Maida, Borgia, Squillace, San Vito sullo Jonio e Badolato - ma fu l'ex Convento dei Frati Minori di Girifalco ad essere scelto e
trasformato in frenocomio; si occupò della riconversione tecnica l'alienista genovese Dr. Dario Maragliano, che divenne anche il primo direttore dell'Ospedale.
Il
primo ricovero fu registrato nel 1881 e fino al 1978 - anno della chiusura - registrò
15.794 cartelle cliniche.
La
particolarità di questo Ospedale psichiatrico fu quella di essere
tra i primi a sperimentare il metodo dell’open door: i pazienti non pericolosi potevano uscire dalla struttura e interagire con la comunità, che infatti li chiamava per nome e li rendeva partecipi durante le feste.
Marco Levi Bianchini, che fu vicedirettore tra il 1903 e il 1907,
entrò in contatto con Sigmund Freud negli anni Venti del Novecento e con l’École de la Salpêtrieré; per quest'ultima pubblicò un articolo dedicato al pittore Andrea Cefaly, il cui nipote - studente di pittura a Napoli - era ricoverato a Girifalco.
L’analisi delle
cartelle cliniche dei ricoverati, analizzato dalla medicina moderna, ha rivelato che molti pazienti non erano realmente "folli". Amalia Bruni, neurologa di fama internazionale, nel consultare l'archivio per i suoi studi sulle demenze, ha perfino scoperto che i sintomi descritti in diversi casi, dal 1904, erano quelli dell’
Alzheimer, ben quattro anni prima che la malattia venisse ufficializzata.
Verso la fine degli anni Ottanta, l’ex Ospedale Psichiatrico è stato
abbandonato al degrado, fin quando alla fine degli anni Novanta una Commissione di specialisti ha svolto un lavoro di recupero di ciò che era rimasto. Dopo la
Riforma Psichiatrica (legge 180) è stato restaurato con criteri architettonici più funzionali.
Nel 2003, l'ex Ospedale assunse la denominazione di
Complesso monumentale.
Attualmente ospita alcune aziende sanitarie in parte dell'edificio.
Curiosità
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La storia del manicomio di Girifalco ha ispirato il docu-film di Barbara Rosanò e Valentina Pellegrino "Uscirai Sano - Sanus Egredieris" (2019), che racconta la vita nel manicomio e i progressi che in pochi decenni fece, generando una rivoluzione nella cura della malattia mentale e condizionando la storia sociale ed economica del territorio. Il film è stato selezionato al David di Donatello.
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Nel vecchio manicomio sono nate molte storie d'amore, come quella di due pazienti, Antonio e Margherita, che hanno ispirato il cantautore Simone Cristicchi per la sua canzone "Ti regalerò una rosa".
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Anche lo scrittore girifalcese Domenico Dara, tra i finalisti del premio Strega 2017, ha ambientato il suo romanzo “Appunti di meccanica celeste” nell'ex Ospedale psichiatrico. Protagonista è Lulù, il matto che vaga suonando le foglie nell'attesa che sua madre torni ad ascoltare il suo valzer.