La storia del
Museo Civico del Mare è legata al
Palazzo di Santa Chiara di Tropea e all’annesso
Convento delle Clarisse. Quest’ultimo fu tra i primi dell’ordine della Regione e fu fondato dalle famiglie Ruggeri e Mumoli nel 1261. A seguito del terremoto del 1783, la struttura fu convertita in residenza privata. Durante il XX secolo fu poi adibita ad ospedale cittadino e, successivamente, a municipio. L’antica chiesa è stata invece trasformata in auditorium e le sale adibite a Museo, con l’esposizione di reperti fossili e materiali derivanti dal territorio che circonda il borgo.
Il Museo è diviso in due sezioni,
paleontologia marina e biologia marina, ognuna delle quali ospita tre tipi di collezione: quella delle conchiglie, quella degli echinoidi e quella dei vertebrati marini. Lo scopo è quello di accompagnare i visitatori in un
percorso didattico che consente di mettere a confronto il
mare antico con il mare attuale, analizzando le linee evolutive della flora e della fauna marina. Le sale di esposizione sono tre e si trovano al piano terra, prive di barriere architettoniche.
Anche il
cortile è adibito per ospitare eventi e incontri culturali.
Curiosità
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Il Museo è gestito dal Gruppo Paleontologico Tropeano, che ha concretizzato un completo programma di studi dei reperti con la cooperazione di studiosi nazionali e internazionali.
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L’inaugurazione del Museo è avvenuta nel 2019 con il progetto "Un tesoro in fondo al mare”, connesso alla mostra fotografica “I fondali del Tirreno calabrese” organizzata dal fotografo Francesco Florio, volta a preservare e valorizzare la biodiversità dell'ecosistema dei mari regionali.