La Diocesi di Nicosia il 26 Maggio 2018 apre le porte dell’ex Monastero delle Benedettine e della Chiesa monumentale di San Biagio per ospitare alcuni capolavori d’arte sacra che compongono il suggestivo percorso del
Museo Diocesano.
Il Museo Diocesano nasce con lo spirito di aprirsi al territorio come fucina di recupero del patrimonio storico artistico e come luogo d’incontro in cui ciascuno può farsi custode della bellezza, come auspicato anche dalle Costituzioni Sinodali diocesane, perché, citando Hermann Hesse, “Arte significa: dentro a ogni cosa mostrare Dio”.
Il complesso museale, di origine medievale, è il risultato di diversi corpi di fabbrica che nei secoli, attraverso processi di ampliamento, ha visto il passaggio di tante realtà che si sono susseguite fino a un graduale abbandono; oggi questi luoghi, opportunamente restaurati, assumono una nuova dimensione pastorale. Tesori che un tempo abbellivano le chiese o facevano parte del corredo liturgico nelle celebrazioni, oggi si possono ammirare nel pieno del loro valore storico-artistico e culturale. Immagini e arredi sacri, provenienti da tempi lontani e da tradizioniche costituiscono il bagaglio della nostra identità culturale e religiosa, comunicano a noi un messaggio che viene recuperato ed esaltano attraverso la forza evocativa della bellezza, la quale talvolta si mostra ferita dal tempo e bisognosa di cure e attenzione.
Tutte le opere esposte, dai dipinti alle sculture, dagli argenti ai manufatti tessili, sono il risultato di committenze che hanno fatto di Nicosia una culla dell’arte nel cuore della Sicilia lungo l’arco dei secoli. Dalle tavole quattrocentesche del soffitto ligneo dall’antica chiesa di San Nicola al Sant’Eligio vescovo dipinto nel 1536 da Johannes De Matta, dalle tele della prima metà del Seicento, il cui vertice è nel Martirio di San Bartolomeo, capolavoro di Jusepe De Ribera detto lo Spagnoletto, alle pale d’altare settecentesche di Giuseppe Velasco che eternano un’armonia neoclassica, traspira un tangibile desiderio di intravedere l’Eterno. Grazie alle suggestive sculture di Giambattista e Stefano Li Volsi, dei primi anni del Seicento, passando per le tele di Filippo Randazzo, è possibile conoscere da vicino la raffinata scuola artistica nicosiana, che vedremo rifiorire tra i dettagli nascosti mediante mirati interventi di restauro. Allo stesso modo, giungono a noi capolavori tessili e argentei capaci di suscitare meraviglia per la minuzia di particolari nei ricami e nelle cesellature a rilievo, manufatti che raccontano ritualità lontane ma di estremo fascino e che ancora oggi trasudano di una liturgia da riscoprire. L’ingegno creativo di pittori, argentei, scultori, stuccatori e fini ricamatori si svela ai nostri occhi per farci cogliere l’opera d’arte che “è fessura, spiraglio attraverso cui filtra l’infinito. L’arte inevitabilmente conduce all’estasi e allo stupore” (S.E. Mons. Salvatore Muratore).
Curiosità
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Il Museo Diocesiano è stato inaugurato il 23 maggio 2018, dopo 14 anni di attesa.
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I Musei Diocesiani hanno iniziato a diffondersi in Italia nel 1900, il primo in assoluto risale al 1834 ed è quello di Ancona. Questa particolare categoria di musei ecclesiastici si è diffusa per documentare la storia della comunità diocesiana cui si riferisce e custodirne e valorizzarne il patrimonio artistico.