Il
Museo Maria Petrucci si trova nel centro storico del borgo di Toffia, in una casa del Seicento.
Fondato nel 1991 dalla pittrice e scultrice toffiese Maria Petrucci, ospita al suo interno quattro stanze con le sue
sculture in legno ispirate al mondo naturale e i suoi
dipinti ad olio, e una quinta stanza con gli
oggetti tipici della civiltà contadina (dotati di didascalia anche in inglese). Presenti anche commedie in dialetto, romanzi e libri di poesia scritti da lei.
Troverete inoltre
svariate curiosità da leggere, come soprannomi, proverbi, stornelli, detti antichi, e la grammatica del dialetto di Toffia. Interessante la corrispondenza tra l'amministratore Federici Alfonzo e il proprietario terriero Mariano Castellani, dal 1915 al 1938.
Curiosità
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Maria Petrucci, in qualità di Direttrice del Museo, si presta anche a fare da guida ai visitatori che lo desiderano, raccontando anche la storia di Toffia.
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L'abitazione che ospita il Museo era la vecchia casa paterna dell'artista.
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La Petrucci inizia il suo percorso da autodidatta, per poi formarsi nel rinomato ambiente culturale di Mantova. Dalle sue opere si evince la volontà di recuperare e valorizzare l'elemento di radice popolare. È anche autrice di poesie e di romanzi e ha elaborato un interessante libro sull'affascinante storia di Toffia.
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Descrive così le sue opere: “Le mie scultore sono ricavate non dai ciocchi, ma da spezzoni dei tronchi o da forcelle di rami, perché cerco di rappresentare la sofferenza delle creature, di mostrare volti e corpi contratti, stremati dalla fatica, fiaccati dal dolore o dalla stanchezza, per animarle e infondere energica vitalità [...] La fedeltà al legno, concepito come materiale di lavorazione per antonomasia, mi permette un richiamo a figure semplici, che restano molto vicine alla sagoma originaria del tronco o del ceppo. Utilizzo in prevalenza il noce, di complessa forgiatura e difficile modulazione. La mia è una lotta di sfida con la materia inerme, con la massa informe dura e corposa. Nelle sculture cerco di trasmettere una ricchezza d’immaginazione, sia nella progettazione strutturale sia nelle cromature tonali date al legno”.