Edificato sul finire del Cinquecento, con affaccio sulla Valle del Tevere,
Palazzo Caccia-Canali è stato uno dei primi imponenti e sontuosi Palazzi civili costruiti nel borgo.
A commissionarlo - presumibilmente all'architetto Jacopo Barozzi detto il Vignola - fu la
facoltosa famiglia Caccia, che lo volle proprio sulla cinta muraria e nei pressi del Palazzo Abbaziale, sede del potere, destinato anche all'utilizzo dei Cardinali Abati.
Di impronta rinascimentale, presenta una facciata interna di epoca probabilmente successiva con lesene in pietra. Al suo interno, un piano terra con interessante camino in travertino, due piani superiori con sale affrescate con scene di caccia attribuite agli Zuccari, e gli scantinati con l'antica cucina della famiglia Caccia. Il Palazzo custodisce inoltre la
famosa Croce in legno di bosso proveniente dall’Oriente, scolpita a mano con scene del Nuovo e Vecchio Testamento: un vero tesoro che sembrerebbe risalire al 1546.
Nel 1759 il Palazzo venne ereditato dal Marchese Ortensio De Rossi, e successivamente dai
Marchesi reatini Canali, per poi essere venduto alla famiglia Moscatelli. Dal 1947 il Palazzo è
di proprietà del Comune.
Al piano terra si trova la Pinacoteca, che ospita durante l'anno interessanti mostre di pittura/scultura, nel piano superiore del palazzo si trova il
Museo Naturalistico.
L
’itinerario di visita della parte naturalistica si sviluppa nelle sale superiori e si articola attorno a quattro temi principali (geologia, flora, fauna, antropologia), che realizzano altrettante sezioni e che, con l’ausilio di pannelli esplicativi e collezioni, consentono una lettura articolata dei fenomeni, illustrati sia dal punto di vista scientifico, sia dal punto di vista didattico.
Il Museo Naturalistico del Monte Soratte fa parte dell’Organizzazione Museale Regionale (O.M.R.), del
Sistema Museale Tematico Naturalistico RE.SI.NA. (Rete Sistemica Naturalistica) e del Sistema Museale Territoriale della Media Valle del Tevere (VA.TE.).
Curiosità
- Nel 2020, il Palazzo è entrato a far parte della prestigiosa "Rete delle Dimore storiche del Lazio".
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Un tempo possedeva un cortile interno delimitato da un muro abusivo, contestato e abbattuto negli anni Sessanta per crearvi l'odierna piazza.
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Accanto al Palazzo sorge l'antico Monastero di clausura di Santa Croce, che nel 1598 venne ampliato fino ad accogliere le monache agostiniane dell'antica clausura di San Nicola, occupando il posto del vecchio Palazzo Abbaziale; un'operazione voluta dal Cardinal Abbate Pietro Aldobrandini, importante successore dei Farnese.