Lungo la Salita Francesco Salomone e girando nell’omonima Piazzetta Caprini, di fronte ai ruderi del convento di Santa Domenica, sorge il
Palazzo Caprini, risalente al secolo XVIII.
L’edificio è costituito da due piani e nella facciata principale si staglia il portone centrale, con decori semplici e raffinati. Sovrasta il portale lo stemma di famiglia, raffigurante una capra che si inerpica su un albero. Esiste anche uno stemma più complesso, dipinto nel soffitto dell’ingresso al primo piano, partito in quattro sezioni e raffigurante gli stemmi delle famiglie nobili imparentate con i Caprini, come i Militello e i Russo, famiglie alle quali tale palazzo appartenne.
All’interno troviamo un grazioso atrio rinascimentale, nel quale si affacciano, con un piccolo portico, diverse stanze. Nel soffitto del salone principale è rappresentato al centro San Nicola, mentre, in quattro medaglioni laterali, paesaggi diversi: il mare calmo, il mare in tempesta, un fiume, un quadretto rurale. Tutto il soffitto risulta intrecciato con cornici barocche in gesso, che inquadrano reticolati policromi. In un’altra stanza attigua, il soffitto è sempre decorato con intrecci di cornici barocche, ma presenta particolari inserti floreali, frutta e soggetti faunistici. Ai quattro angoli sono raffigurati i simboli del casato: le capre rampanti, un destrocherio con la spada, un riccio e due picchi verdi. Il centro, purtroppo, risulta sprovvisto dell’originale dipinto. Solo in questa stanza si conserva un particolare pavimento di maioliche, nel quale prevalgono i colori blu, verde e giallo. Le porte, non molto slanciate, si caratterizzano per i pomelli di porcellana bianca.
Salendo nell’attico, si accede alla cucina in muratura, con i classici sportellini della fornace in ferro e con pomelli di rame. Il pavimento, diverso rispetto al piano nobile, è in cotto rosso.In un piccolo ambiente, attiguo alla cucina, si trova ancora il forno in muratura.
Da un accesso distinto e separato, caratterizzato da una scaletta che si offre subito sul lato sinistro dell’atrio, ci si immette in una piccola
dependance, dove sono ancora custoditi soffitti dipinti, mobili antichi e una graziosa alcova dal particolare arco di stile orientale.
Curiosità
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In tutta la casa si conserva ancora l’originale impianto elettrico con i classici interruttori a farfalla, in ceramica, e con i fili ritorti esterni che serpeggiano per tutte le sale!
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Un'ala laterale del palazzo si affaccia sulla piazzetta omonima, e vi si accede da un ingresso disimpegnato, forse un tempo alloggio della servitù.