Sito jacobeo più antico della Sicilia e meta importante di pellegrinaggio, il
Santuario di San Giacomo Apostolo venne edificato dai Normanni e ampliato nel 1282 dagli Aragonesi.
Custodisce
la reliquia più antica di tutta la Sicilia - la giuntura di un dito di San Giacomo del Santo spagnolo -, qui portata nel Quattrocento insieme ad altre reliquie sacre - il braccio di San Nicolò di Bari, il capello della Vergine Maria e il legno della vera Croce - da un crociato aragonese.
La
facciata principale, modificata nell'Ottocento, presenta una nicchia nella parte alta decorata con motivi barocchi, contenente la statua di San Giacomo scolpita da Antonio Mascali Sciacchitano nel 1883. Sempre sulla facciata potrete ammirare una vetrata artistica della fine del Novecento, raffigurante l'apostolo Giacomo con il caratteristico bastone da pellegrino e le conchiglie.
Al suo interno, a tre navate sostenute da dieci pilastri rivestiti di stucchi dorati, potrete osservare una
splendida volta con affreschi di Giuseppe Crestadoro, della scuola di Vito D'Anna, tra i quali figura un'aquila, simbolo degli Aragonesi cui va il merito dell'ampliamento dell'edificio religioso. Altri affreschi sono presenti sulla cupola e raffigurano i quattro Evangelisti.
Sulla navata sinistra, tra le varie cappelle vi è quella di San Michele Arcangelo, che contiene una tela del Santo del 1680, attribuita a Benedetto Berna. Sulla mensa dell'altare, spicca la
statua in marmo della Madonna del soccorso, ad opera del Gagini nel 1517. Nella
Cappella delle Sante Reliquie sono esposte le sante reliquie custodite a Capizzi e l'originale Vessillo donato da Pietro II d'Aragona al popolo capitino. Sull'altare maggiore, vi è la
statua dell'Apostolo Giacomo all'interno dell'
antico fercolo usato un tempo per portare il santo in processione. Nella Cappella di San Francesco d'Assisi, vi è un dipinto raffigurante Cristo spirato in croce con San Francesco d'Assisi ritratto ai suoi piedi, attribuito a Benedetto Berna. Nella Cappella dell'Assunta potrete ammirare una tela raffigurante l'Assunta, di Francesco Zappulla del 1786.
L'edificio custodisce
numerosi altri dipinti, tele e statue, di pregevole fattura, tutti da scoprire.
Il Santuario è da secoli il
principale centro di culto di San Giacomo, come testimoniano i tanti pellegrini provenienti da ogni parte dell'isola. Oggi, con l'intento di creare una sorta di Cammino di Santiago, sono state messe in campo nuove iniziative come la Messa del Pellegrino ogni 25 del mese, il notiziario trimestrale del Santuario Diocesano "
Boanerghes – la voce del figlio del tuono", e
l'Aurea Jacopea che i fedeli possono richiedere come certificazione del pellegrinaggio nonché come ricordo (simile alla
Compostela in Spagna).
Diversi
cammini sacri conducono a Capizzi, tra i quali quello più praticato è il
Cammino da Cerami, lungo 7,5 chilometri, che attraversa la vallata che separa i due borghi nebroidei mediante strade secondarie e trazzere.
Curiosità
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Nel 1999 la Chiesa venne elevata a Santuario dal vescovo Ignazio Zambito, in occasione dell'Anno Santo Jacobeo.
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Ogni anno San Giacomo viene celebrato con una grandiosa festa dal 16 al 26 luglio, durante la quale vi è la famosa rottura del Muro dei Miracoli, effettuata dai portatori con il fercolo utilizzato come ariete fino ad abbatterlo. Un rito antichissimo.
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Il fercolo custodito nel Santuario non è quello utilizzato oggi per portare il Santo in processione, custodito invece nell'Oratorio della Buona Morte, nei pressi del tempio.