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BENVENUTO A BARDI, IL BORGO DEL CAVALLO BARDIGIANO E DEL GRANDE CASTELLO!
Bardi è un borgo dell'Emilia Romagna che vanta una fittissima rete di strade comunali, vicinali e sentieri. Il suo territorio sorge a 625 m s.l.m. nell'alta Valle del Ceno, tra il Torrente Ceno ed il Torrente Noveglia, svilluppandosi con la Dorbora, la Lecca e la Toncina .... Da Bardi, verso i suoi boschi, si sono sviluppate già nel Medioevo numerose frazioni che un tempo venivano chiamate Ville.
Questo piccolo borgo medievale e le sue frazioni, sono ricchi di splendidi edifici di culto e numerose cappelline chiamate localmente maestà, santuari, che si differenziano tra loro per i vari stili architettonici; tra questi, la Chiesa di San Giovanni Battista, il Santuario della Madonna delle Grazie, l'ex monastero rinascimentale di San Francesco, l'oratorio romanico di San Siro e l'oratorio della Beata Vergine di Pompei. La Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Addolorata, abbattuta nel 1934 e ricostruita in stile neobizantino lo stesso anno, conserva al suo interno la "Pala di Bardi" del Parmigianino. L'opera, realizzata tra 1521 e 1522, raffigura lo Sposalizio di Santa Caterina, e venne dipinta dall'artista mentre era in isolamento durante gli scontri tra l'imperatore Carlo V d'Asburgo e i Francesi per il possesso del Ducato di Milano.
Il borgo è il più celebre di questa parte di Appennino e vanta la presenza di una delle massime architetture militari italiane ed europee: il Castello di Bardi, detto anche Fortezza o Rocca. Il primo documento ufficiale conosciuto risale all'agosto dell'898. In origine era una fortificazione a scopo difensivo e per un certo periodo è stato anche un carcere militare, come testimonia l'antica Sala delle Torture. Al suo interno potrete osservare importanti testimonianze storiche ed artistiche dei Grimaldi di Monaco, quali gli affreschi nelle Sale dei Principi con gli stemmi e le vedute dei possedimenti del Principe Onorato II Grimaldi, il"Primo" Principe di Monaco. Questi deve l'elevazione del proprio rango ai Principi Landi, signori di Bardi a partire dal Cinquecento. Memorabile la visita del Principe Alberto di Monacoa Bardi nel 2018, come ricordano la targa al Groppo Predella e i francobolli a tiratura limitata con la stampa della Fortezza di Bardi, prodotti dall'Ufficio dei timbri del Principato di Monaco. Potete visitare il Castello sia in autonomia che accompagnati da una guida esperta; inclusi nel biglietto il Museo della Civiltà Valligiana - per scoprire la storia del Castello e la vita quotidiana della popolazione che al tempo viveva ai suoi margini - e il Museo della Fauna e del Bracconaggio. Dall'alto del Castello, fermatevi a contemplare l'incantevole veduta sulla vallata sottostante.
E' al borgo di Bardi che deve il suo nome il Bardigiano, una splendida razza di Cavalli giunta in Val Taro e Val Ceno in epoca romana. Sulle rive del fiume Ceno, il borgo organizza ogni primo weekend di agosto l'acclamata Mostra del Cavallo Bardigiano,che attira numerosi visitatori anche stranieri. Un evento spettacolare che vede 200 esemplari di Cavalli di razza Bardigiana esibirsi in svariate performance di alto livello per aggiudicarsi l'ambito titolo di Campione nazionale. Per l'occasione, potrete acquistare presso i vari stand sia articoli a tema cheprodotti tipici locali, e degustare sul posto le specialità enogastronomiche del territorio.
Il borgo di Bardi è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Di origine bardigiana si registrano numerose personalità di spicco: il Cardinale Antonio Samoré, che ha ricoperto la carica di Direttore degli Archivi Vaticani; Frank Berni, inventore del cosiddetto "Happy Hour" in terra britannica; Margherita Antoniazzi, creatrice della prima scuola con servizi sociali in Italia per ambo i sessi; Pierre Milza, grande storico con cattedra a Parigi; il professore medievalista Vito Fumagalli; la medaglia d'Oro nelle guerre d'Africa Pietro Cella, per citarne alcuni.
A Bardi, nel 2019, c'è stata la prima serata di Miss Italia in Valceno.
Bardi è uno dei Comuni d'Italia con la più fitta rete stradale comunale.
Il territorio di Bardi, appartenente un tempo alla provincia di Piacenza, passò alla provincia di Parma nel 1923.
Tra la fine dell'Ottocento e il Novecento, a Bardi si è registrata una forte emigrazione, prevalentemente verso Svizzera, Francia, Belgio, Gran Bretagna e Stati Uniti. Il risultato sono, ancora oggi, curiose contaminazioni linguistiche tra italiano, inglese, francese e dialetto locale.