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BENVENUTO A BOMARZO, IL BORGO INCANTATO DEL PARCO DEI MOSTRI!
Bomarzo è un borgo romano della provincia di Viterbo, composto da 1.765 abitanti. Il borgo, tra i più rinomati nel Lazio, sorge su uno sperone di roccia vulcanica, tra i Monti Cimini e la valle del fiume Tevere, nel mezzo della Tuscia, tra le regioni Lazio e Umbria ....
Il centro storico del borgo, nominato anche “Il Dentro”, è un punto di grande interesse per la sua bellezza d’altri tempi, dove potrete ammirare edifici caratteristici circondati dal suggestivo panorama verde su cui si affacciano. L’origine del borgo risale al VI secolo a.C., al periodo medioevale, etrusco e poi romano, quando venivano frequentemente utilizzati dall’uomo i blocchi di roccia su vasti piani di argilla, per consuetudini attinenti alla vita sociale, religiosa, artistica ed economica; ma è solo a partire dall’espansione demografica avvenuta intorno al XIV secolo che Bomarzo viene popolata. Dalla metà del XIII secolo, la cittadina passa sotto il controllo dei signori Orsini e, intorno al 1500, sotto la supremazia di Francesco Orsini, nasce il celebre Parco dei Mostri, anche detto “Sacro bosco dei mostri” o “Villa delle meraviglie”, costruito dal signore a seguito della dolorosa morte della moglie Giulia Farnese “sol per sfogare il core”.
Il Parco dei Mostri è l'attrazione più celebre di Bomarzo: è un complesso monumentale situato all'interno del parco naturale, ricco di sculture in basalto risalenti al Cinquecento, rappresentanti animali mitologici, mostri e divinità. Diversi studi hanno tentato di spiegare la rete di significati e simboli nascosta all’interno della “Villa delle meraviglie”, che sembra trovare basi nella letteratura rinascimentale. I misteri che avvolgono il luogo, però, sono tanti ed è difficile chiarirli tutti per poterne estrapolare una sola chiave di lettura. La figura maggiormente nota del Parco, nonché suo simbolo, è l’Orco: una grotta scavata nel tufo, accessibile. Ha la forma di una grande faccia di pietra con la bocca spalancata e tutti i suoni emanati dal suo interno propagano un'eco terrificante.
Altra attrazione da non perdere è il Palazzo Orsini, rislaente anch'esso al Cinquecento, che domina il centro abitato. E' stato costruito su un castello medievale più antico e ha visto succedersi di vari proprietari: prima fra tutte la famiglia Orsini, seguita dai Lante della Rovere, i Borghese e, infine, dal comune di Bomarzo a partire dal Secondo Dopoguerra. Il Palazzo è costituito da diverse strutture, tra cui la sede del Municipio e il bellissimo salone dipinto dai seguaci di Pietro da Cortona.
A pochi passi da Palazzo Orsini è situata la Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo, nota anche come “Duomo di Bomarzo”. Precedentemente cattedra dei vescovi polimarziensi, oggi è divenuta sede della parrocchia del borgo e ospita i resti e il ricordo di Sant’Anselmo di Bomarzo, patrono del borgo.
I festeggiamenti in suo onore si celebrano il 24 aprile, mentre il 25 aprile viene conteso il Palio di Sant’Anselmo, una gara costituita da una corsa di cavalli che ha luogo tra i cinque rioni di cui si compone il borgo: Dentro, Borgo, Poggio, Croci e Madonna del Piano.
Lo stesso giorno ha altresì luogo il corteo storico rinascimentale “Vicini Ursini de Castro Polimarti” e la Sagra del Biscotto: durante la sfilata, che ha inizio davanti Palazzo Orsini, ragazze e ragazzi del luogo, in costume, esibiscono il famoso biscotto del santo, che viene poi distribuito, al termine della parata, a tutti i partecipanti. Infine viene trainato, con l'aiuto di una coppia di buoi, il carroccio che trasporta il nuovo Palio.
Il borgo di Bomarzo è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Nei pressi di Bomarzo si trova la Riserva naturale Monte Casoli, un’area naturale protetta molto gettonata dagli escursionisti.
Le attività economiche più diffuse a Bomarzo sono quelle artigianali relative alla lavorazione di ceramiche, rame e terracotta.
Il dolce tipico di Bomarzo è il biscotto di Sant'Anselmo, che si fregia del marchio di qualità italiano PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali).
Nel 1942, Bomarzo cedette la frazione di Chia al vicino Comune di Soriano nel Cimino (VT). Oggi conta una sola frazione, Mugnano.