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BENVENUTO A CANTIANO, IL BORGO DEL NOBILE CAVALLO DEL CATRIA!
Cantiano è un borgo marchigiano di circa 2.200 abitanti, situato al confine con l'Umbria, alle pendici del Monte Catria, il più alto della provincia di Pesaro e Urbino (1701 m s.l.m.) .... Il borgo è completamente immerso in uno straordinario scenario naturale, costituito da estese e secolari faggete ad altofusto, tra le quali quelle della Riserva Naturale del Bosco di Tecchie.
ll borgo di Cantiano è attraversato dalla antica Via Flaminia, una importante arteria di collegamento tra Roma e la costa adriatica, inaugurata nel 220 a.C. dal console Caio Flaminio. La posizione strategica di Cantiano lungo la strada consolare romana, ha fortemente influenzato la storia del territorio, di cui il Museo Archeologico e della Via Flaminia G.C.Corsi di Cantiano custodisce preziose testimonianze. Il tratto della Flaminia che attraversava il borgo, coincide con l'odierna Via Augusto Fiorucci, un tempo frequentata da artigiani, commercianti, speziali, medici; era anche il luogo prescelto dalle famiglie nobili per costruirvi i propri palazzi, che sebbene col tempo abbiano subito profonde modifiche di stile, non hanno alterato lo splendore della Via, ancora oggi indubbiamente la più suggestiva del borgo. Durante l'età imperiale, la Via Flaminia fu valorizzata con ponti e altre costruzioni imponenti, i cui resti sono visibili presso l'area archeologica di Pontericcioli, nel tratto dal Ponte Grosso della gola del Burano e al Ponte Voragine, dove scorre il confine con l'Umbria.
Cantiano è la meta ideale per gli amanti del turismo lento e degli itinerari green a misura d’uomo, per trascorrere giornate di relax immersi nella natura incontaminata. Dalle pendici del Monte Catria, si snodano infatti numerosi percorsi caratterizzati da un'ampia varietà di flora e fauna, e panorami mozzafiato. Quasi tutti i sentieri sono segnalati dal CAI (Club Alpino Italiano), e tra questi il celebre "Sentiero Italia", al confine tra Marche e Umbria, è sicuramente uno dei più interessanti dell'intero percorso appenninico, per ricchezza e varietà di ambienti. Per gli amanti delle escursioni a cavallo, il "Centro Ippico La Badia" in località Chiaserna di Cantiano, propone vari itinerari naturalistici, durante i quali poter ammirare le spettacolari gole dove nidificano l'aquila e il falco pellegrino, e fare un bel bagno nei limpidissimi torrenti. Anche nei prati intorno al Centro Ippico, si possono organizzare escursioni per osservare daini, caprioli e - magari, chissà - le tracce del lupo, presenza stabile nel territorio.
Ogni anno, il piccolo borgo di Cantiano è protagonista di una grandiosa manifestazione nota come "La Turba". Per l'occasione, gli abitanti del borgo mettono in scena una sacra rappresentazione della Passione di Cristo, attraverso una scenografica sfilata che trasforma il centro storico in un grande teatro all'aperto. Il momento saliente dell'evento si svolge a Rocca di Sant'Ubaldo, con centinaia di figuranti muniti di torce per la fiaccolata finale che precede l'annuncio della resurrezione. Nel 2018 è stata avviata per la Turba, la proposta di candidatura al Riconoscimento come Patrimonio Immateriale dell'UNESCO, e nel 2019 è stato inaugurato il Museo della Turba, che custodisce la memoria storica di questa importante testimonianza del senso di comunità degli abitanti del borgo.
Il borgo di Cantiano è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Ogni anno, tra ottobre e novembre, si svolge la Cantiano Fiera Cavalli, un evento trentennale ospitato dal Centro Ippico La Badia, che celebra il Cavallo del Catria, mansueto e dalla provata attitudine al lavoro, particolarmente adatto per queste sue peculiarità al Turismo Equestre.
Il "Cavallo del Catria" prende il suo nome dal Monte Catria che sovrasta Cantiano, ed ha origini antichissime, risalenti all'anno 1000. Fino alla metà del XX secolo, l'esercito italiano reclutava quadrupedi proprio nell'area del Monte Catria.
Cantiano vanta una copiosa quantità di fossili; ancora oggi, i monti circostanti, tra cui il Monte Catria, sono ricchi di modelli conchigliari di ammoniti ed altri resti, nelle rocce di origine marina di epoca giurassica e cretacea, risalenti a 180-100 milioni di anni fa.
LaChiesa collegiata di San Giovanni Battista custodisce al suo interno un magnifico dipinto della Madonna del Cardellino all'interno di una cornice con frutta e fogliame dorati, attribuito all'artista Pietro Vannucci detto il "Perugino", e probabilmente portata a termine dal Pinturicchio, uno dei suoi discepoli.
"Il Sole è un ciarlatano" (2013) è il romanzo d'esordio della scrittrice e giornalista cantianese Serena Agostinelli, che racconta la sua vita all'ombra della piccola provincia. Interamente ambientato nei luoghi del Montefeltro, omaggia le bellezze di questa terra che sono state d'ispirazione per l'autrice.
Il borgo di Cantiano vanta un ricco patrimonio di prodotti tipici locali, tra i quali va ricordato il Pane di Chiaserna, iscritto nell'elenco ufficiale dei prodotti agroalimentari della Regione Marche.
New entry tra le eccellenze cantianesi è la Birra del Catria, col marchio "Birra Agricola Italiana", prodotta con oltre il 70% dell'orzo coltivato in loco e con l'acqua eccezionale delle locali sorgenti di montagna, inserita nell'itinerario "Strade della Birra della Regione Marche".
Citazioni famose
Il biologo, naturalista e archiatra pontificio Michele Mercati (1541-1591) decanta e descrive dettagliatamente le ricchezze naturali di Cantiano, nella sua opera botanica, mineralogica e paleontologica "Metallotheca Vaticana" (1574), pubblicata postuma nel 1717.
Apparizioni cinematografiche
Il film del regista Claudio Ripalti "La Banda Grossi" (2018), tratto da una vera storia di brigantaggio, è stato ambientato nella provincia di Pesaro e Urbino.
Cenni Storici Le origini di Cantiano sembrerebbero risalire al VII secolo a.C., quando iniziò ad essere abitata da popolazioni italiche, che qui edificarono un tempio in onore di Giove Appennino. Presumibilmente a scopo di difesa dai Longobardi o dai Saraceni, il colle di Cantiano e il vicino colle di Colmatrano furono fortificati. E' proprio a Cantiano che nel XII secolo iniziarono a stanziarsi gli Ikuvini, abitanti di Luceoli, distrutta nel 1137.
Gli Ikuvini erano una ramificazione degli Italici, che dall'Europa continentale avevano invaso l'Italia scalzando gli Umbri del borgo di Luceoli. Pian piano gli Ikuvini entrarono in contatto con i vicini Etruschi delle regioni dell'Etruria, prendendo da loro la capacità di fare commerci più che dominare le persone. Inoltre, la neutralità degli ikuvini, lontani dalle battaglie dei Romani e dei Galli, favorì l'annessione a Roma. Fu Caio Flaminio a creare nel 219 a.C., la famosa via Flaminia un collegamento strategico tra Roma e Rimini, per sancire cla presenza romana sui territori.
Sul colle di Cantiano, oggi denominato di Sant'Ubaldo, fu costruito un possente Castello, e successivamente una cinta muraria che comprendeva anche il colle di Colmatrano, sul quale però oggi non rimane più nulla. Il Castello di Cantiano assunse nel tempo una notevole valenza strategica, tanto da essere stato molto conteso nel corso dei secoli. Dall'impero del Barbarossa e di Federico II di Svevia, passò nel 1244 agli Eugubini, e nel 1250 sotto il Governo della Chiesa. Visse successivamente l'esperienza della "Libera Università" che gli consentì, grazie alle donazioni del conte Bonaccorsi, di divenire proprietaria ed amministratrice dei beni comuni. Intono al '300 tornò sotto il controllo degli Eugubini. Si contesero il dominio del Castello anche i Montefeltro di Urbino ed i Malatesta di Rimini. Guidobaldo Montefeltro fece distruggere la rocca di Colmatrano nel 1393, e il crollo determinò il raggiungimento di un accordo di pace onorevole, che vide il castello di Cantiano, sebbene inespugnato per gloria del difensore conte Francesco Gabrielli, ceduto ai Montefeltro. Fino al 1631, la storia del Castello seguì quella dello Stato di Urbino; dopo il 1631, l'intera provincia fu inserita tra i territori pontifici.
Pagina gestita dall'Ufficio Turistico del Comune di Cantiano.
Si ringraziano Angradi G., Bartoccioni B., Capodacqua G., Matteacci T., Ramaioli M., Rosati A., Ruzziconi D., Santini Simoncelli G., Tansini M., Traversini G., per il materiale fotografico.