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BENVENUTO A CAPO DI PONTE, IL BORGO DELL'ARTE RUPESTRE!
Capo di Ponte è un borgo lombardo di circa 2.472 abitanti, che sorge nella verde Valle Camonica, in una posizione strategica confinante con altri comuni, anch'essi ricchi di storia e bellezze naturali. Il suo abitato occupa la sponda orientale del fiume Oglio, a 362 m sul livello del mare ....
Il borgo rientra nel ricco sistema delle incisioni rupestri, chesi sviluppò nella Valle Camonica - detta "Valle dei Segni" - tra la fine del Paleolitico Superiore (40.000-10.000 anni fa) e l'età del Ferro (I millennio a.C.), ad opera dell'antico popolo dei Camuni. E' proprio Capo di Ponte a vantare il maggior patrimonio iconografico, tutelato e valorizzato da ben 3 Parchi Archeologici ed un Museo. Sul versante destro del fiume Oglio, in una splendida posizione panoramica, sorge il Parco Archeologico Comunale di Seradina-Bedolina, considerato dall'Uomo preistorico un Santuario d'altura, posto tra le montagne di Pizzo Badile e Concarena dove in particolari periodi dell'anno si verificano suggestivi fenomeni di luce. Il Parco, oltre a custodire preziose incisioni, è anche un piccolo Parco Naturalistico, dove hanno trovato il proprio habitat ideale specie vegetali quali l'Opuntia Compressa,un fico d'India nano. Sul versante orientale della Valle Camonica sorge invece il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, un museo a cielo aperto di circa 30 ettari, in cui ammirare un centinaio di rocce con le migliori incisioni di arte rupestre della Valle, tanto da essere state un valido aiuto per la scienza nello studio dell'epoca preistorica dell'Uomo. Con lo stesso biglietto di ingresso al Parco, si può visitare il Museo Nazionale della Preistoria della Valle Camonica (MUPRE), situato all'interno di Villa Agostani, per comprendere al meglio l'identità dell'antico popolo dei Camuni. Di più recente inaugurazione (2005) è il Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo, un ampliamento della piccola "Area demaniale dei Massi di Cemmo", esistente fin dal 1964; nel 1979 è stato il primo sito italiano ad essere iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Qui potrete ammirare due grandi massi caduti dalla parete rocciosa in seguito ad una frana, e successivamente ricoperti di incisioni che - insieme ai resti di un Santuario megalitico - testimoniano che ci troviamo in un antico luogo di culto, risalente all'età del Rame (III millennio a.C.).
L'attuale paese comprende la frazione di Pescarzo, un caratteristico borgo medievale di 150 abitanti nel periodo invernale, che raddoppiano nel periodo estivo. Il suo centro storico è ricco di preziose testimonianze dell'identità e delle tradizioni dell'antico popolo dei Camuni, tra le quali un'abitazione alpina risalente all'età del Ferro qui rinvenuta. Altri reperti si possono ammirare presso il Museo di Cividate Camuno. Attualmente il borgo presenta una struttura medioevale, con 2 chiese al suo interno: la seicentesca Parrocchiale di San Vito, Crescenzio e Modesto e la Chiesa di San Rocco. Qui si estraeva un tempo l'ardesia, una pietra utilizzata in maniera copiosa per i tetti delle case. L'occasione ideale per esplorare questo caratteristico centro è la manifestazione estiva ImmaginArti, che apre ai visitatori i locali al pianterreno delle abitazioni, i cortili interni, i fondaci e le cantine, per l'occasione adibiti a botteghe artigianali.
Ad ovest del paese sorge un'altra frazione di Capo di Ponte, chiamata Cemmo, una delle due sedi pievane più antiche della Valle. E' all'ingresso dell'abitato che sorge infatti la romanica Pieve di San Siro, incastonata nella roccia a strapiombo sul fiume Oglio. ll borgo di Cemmo, oggi di circa 600 abitanti, è stato tra i primi abitati della Val Camonica, come attesta il ricco numero di incisioni rupestri qui presenti. Dopo aver visitato il suo centro storico, dirigetevi in contrada Furen per ammirare l'architettura rurale tipica del popolo dei Camuni, formata da un gruppetto di case antiche poste nei pressi di un forno fusorio. Sulla sponda opposta del torrente Clegna, la verde zona di campagna "Inimara" è ricca di sentieri e stradine con piccoli orti da esplorare.
Il borgo di Capo di Ponte è questo e molto altro ancora...
Curiosità
I Camuni erano un popolo dell'Italia antica di lingua preindoeuropea, che si insediò in Val Camonica intorno all'8000 a.C., l'età del ferro. Sottomessi a Roma all'inizio del I secolo d.C., ottennero progressivamente la cittadinanza romana subendo un rapido processo di latinizzazione linguistica, culturale e religiosa. Le oltre 300.000 incisioni rupestri che ci hanno lasciato, sono la principale testimonianza culturale di questo popolo; la loro funzione era legata a riti celebrativi, commemorativi, iniziatici o propiziatori.
La lingua parlata dai Camuni è testimoniata da circa 170 iscrizioni redatte in un loro alfabeto detto "alfabeto di Sondrio", variante settentrionale dell'alfabeto dell'Etruria.
Il pittore Giovanni Pietro da Cemmo, frate agostiniano nato nel 1486, operò in tutta la Lombardia, importando in questa zona influssi artistici derivati da un suo soggiorno padovano.
Quaranta giorni dopo Pasqua si svolge la fiera del giovedì dell'Ascensione o fiera della Sensa, forse ispirata alla veneziana Festa della Sensa, che tradizionalmente era una fiera del bestiame ed oggi è un grande mercato che si sviluppa tra le vie del borgo.
Il giallo "L'assassino di pietra" (2019) di Fabrizio Felappi è ambientato in Valle Camonica, all'interno del Parco Archeologico delle incisioni rupestri di Capo di Ponte. Qui viene rinvenuto il cadavere della dottoressa svedese Lindberg, intenta a studiare le preziosissime incisioni rupestri.
Cenni Storici L'insediamento umano nella zona di Capo di Ponte iniziò intorno al 4000 a.C., quando un popolo di cacciatori scelse quest’area ricca di selvaggina. Nell'età del Ferro (1000 a.C.) furono scoperti alcuni giacimenti di metallo, che richiamarono l’interesse commerciale di altri popoli.
La prima area a essere abitata fu quella di Cemmo; la motivazione dell'utilizzo antropico del territorio di Cemmo è sicuramente da ricollegare alla sua collocazione geografica e morfologica per molti aspetti unica. Tale ricchezza morfologica deve essere stata avvertita anche dalle antiche popolazioni camune, che proprio qui localizzarono una delle funzioni più importanti per la loro comunità, trasformando i boschi e le rocce di questo territorio nei luoghi del rito collettivo legato all'attività di incisione. Migliaia di figure incise sulla roccia raccontano ancoraggi dei miti di queste antiche popolazioni.
Alla fine del '200, prese sede a Cemmo il podestà della Valle, con funzioni di amministrazione della giustizia. Agli inizi del '300 Cemmo era a capo della contea più popolosa della Valle. Nei forni fusori di Cemmo si lavorava un tempo il minerale di ferro proveniente dal Monte Concarena e dalla Valle di Scalve.
Capo di Ponte, pertanto, non era un Comune bensì periferia di Cemmo; il Comune nascerà con la caduta della Repubblica di Venezia (1797-1798), col nome di "Comune di Cemmo e Capo di Ponte", trasformatosi in "Comune di Capo di Ponte e Cemmo" sotto il Regno Lombardo Veneto (1816 - 1859).
E' con l'Unità d'Italia che il nome del Comune diventa definitivamente Capo di Ponte.