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Grana è un piccolo borgo della provincia di Asti, di circa 600 abitanti, che sorge tra rilievi collinari di natura argillosa e dolcemente ondulati, ricoperti da rigogliosi vigneti. Il suo nome deriva probabilmente dall'omonimo torrente, che sgorga in più rami dalle falde dei colli di Grazzano e Moncalvo ....
Passeggiando per Grana ci si immerge totalmente in un'aura rurale senza tempo. Il borgo, formato da un susseguirsi di minute viuzze, si snoda in una tipica struttura a chiocciola e si inerpica, a serpentina, fino alla sommità dove un tempo sorgeva il Castello. Oggi al suo posto, in posizione dominante, si erge la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, dalla quale si può godere di un affascinante panorama sulle dolci colline del Monferrato, che offrono colori intensi in tutte le stagioni. L'imponente Chiesa conquista lo sguardo del visitatore, e connota il borgo, rendendo riconoscibile anche in lontananza il suo profilo tardo-barocco, bianco e solenne, affiancato da uno slanciato campanile. La chiesa fu eretta tra il 1771 ed il 1776, e custodisce al suo interno la Sala dei Reliquiari, con resti sacri di varie epoche, e il Museo di Arredi ed Arte Sacra - insolito da queste parti - che espone manufatti del Seicento e del Settecento.
La particolare posizione geografica rende il borgo un punto di partenza per interessanti itinerari e percorsi eno-gastronomici, come i pregevoli percorsi delle valli da tartufo - chiamato diamante bianco - e dei vigneti. La vite è la coltivazione principale di Grana, da cui si ricavano pregiati vini: Barbera, Grignolino, Ruchè. I catasti del 1569 attestano la diffusione della coltivazione della vite nel territorio comunale, come del resto in tutto il Monferrato. Notiamo inoltre, sempre nei catasti, la citazione "terra cum vitibus ad Braydam Freyse" che tradotto significa letteralmente "terra con viti alla braida (fattoria) della Freisa", che parrebbe attestare la coltura di vitigni di Freisa e quindi lo sviluppo intensivo della vigna e la relativa produzione vinicola, attestata dal catasto con le voci "ad torcularem", ossia strada del torchio. Grana, insomma, è terra di ottimi vini, tra i quali spicca il Grignolino, protagonista di un evento che si svolge nel mese di luglio e si chiama "Che Grana...Il Grignolino!". Una manifestazione dedicata alla degustazione di questo vino, in presenza dei produttori che li presentano, raccontando il territorio.
Le innumerevoli feste, sagre e manifestazioni del folklore locale sono assolutamente imperdibili per chi vuole immergersi completamente negli aromi speziati di questa terra. Non si può andar via da Grana senza aver assaggiato il suo piatto tipico: lo stufato d'asino. Piccolo capolavoro dolciario è il caratteristico "oubià", composto da una sottile cialda friabile. Altre specialità della cucina locale sono gli agnolotti d'asino, il fritto misto alla piemontese e i salumi, da gustare in autunno e in primavera durante i Weekend Gastronomici organizzati dalla Pro Loco.
Il borgo di Grana è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Grana è sempre stata celebre per la sua scagliola, una delle più nobili varietà di gesso.
Il territorio del "Basso Monferrato" (così chiamato a dispetto delle sue generose altitudini: 553 metri s.l.m. ad Albugnano) è una vera e propria balconata di osservazione della catena montuosa alpina. Questo territorio a vocazione agricola, ha rischiato lo spopolamento negli anni '60, a seguito del massiccio esodo verso le città alla ricerca di un lavoro più redditizio, consentendo però in tal modo di conservare ancora pressoché intatti i borghi contadini e molti centri storici come Grana.
In 100 anni, la popolazione di Grana si è ridotta a meno di un terzo di quella presente nell'anno 1911.
Citazioni famose
Fra le più antiche pievi documentate della diocesi di Asti vi è quella di Grana, presente dall’897. Cit. Bordone, 1980, pp. 74, 249.
Cenni Storici Le prime testimonianze del borgo risalgono all'epoca romana e documentano la presenza del villaggio di Penano dove sorgeva la pieve di Santa Maria di Grana. La presenza della pieve sottolinea l'importanza della località e il suo castello oggi scomparso. Il villaggio sorgeva presso la strada che da Montemagno conduce a Calliano per sfociare sull'arteria Asti-Rigomago (Trino vecchio). Sorto presso la strada romana poi via medioevale, non poteva mancare a Grana un ospedale o xenodochio per la sosta dei pellegrini.
In età romana la regione faceva parte della Gallia Cisalpina. Gli studiosi italiani indicano nella voce preromana Krana l’origine del nome e del suo torrente, con valore di crepaccio, fessura, valle profonda e incassata. In quel periodo, sul territorio di Grana, troviamo i toponimi Periano, Asigliano, Stroppiana. Monte Albano desunti dai rispettivi personali romani Pirius, Asellius, Stirpius, Albus.
Con l'inizio del Medioevo, le popolazioni abbandonarono questi centri per rifugiarsi sul colle dove sorse la villa di Grana. Contemporaneamente nacquero altri insediamenti: il burgum novum e il casale. II primo sembrerebbe collegato ai Burgi speculatores, ovvero ai fortilizi di avvistamento che annunciavano eventuali nemici; il casale, invece, sembrerebbe collegato con la voce brayda - fattoria agricola con annessi tenimenti - alla presenza di invasori langobardi.
Grana fu parte dei possedimenti del Marchesato del Monferrato. Il Marchesato di Grana si costituì nel 1164; in quel periodo l'imperatore Federico Barbarossa assegnò il feudo di Grana a Guglielmo "il Vecchio", settimo marchese del Monferrato.
Il feudo passò poi ai Gonzaga di Mantova nel 1559 e, nel 1589, Vincenzo I Gonzaga elevò il feudo a marchesato assegnandolo alla sua amante Agnese Argotta, che sposò il nobile Prospero Del Carretto. Per oltre un secolo appartenne alla famiglia Del Carretto. Agli inizi del Settecento, il feudo passò a Maria Enrichetta Del Carretto (1671-1744), figlia di Ottone Enrico Del Carretto, sposata a Filippo Carlo, duca d'Arenberg. Nel 1755 passò al duca di Aarschot, Carlo Maria Raimondo d'Arenberg. Il feudo di Grana nel 1780 venne assegnato, con il titolo di conte, ad Amedeo Messier.