Facciamo uso di cookie per assicurarci che ilborghista.it funzioni meglio per te. Utilizzando il nostro sito, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Leggi di più
BENVENUTO A SAMBUCI, IL BORGO DELLE PIANTE DI SAMBUCO, CON UN GRANDIOSO GIARDINO ALL'ITALIANA!
Sambuci è un borgo del Lazio di circa 838 abitanti, che sorge a 434 metri sul livello del mare, nel territorio dei monti Prenestini.
Centro storico .... Due porte consentono l'accesso al borgo antico, una delle quali attraversa via Girolamo Theodoli, la via più importante, dove potrete ammirare palazzi storici di epoche diverse, dalle facciate un tempo tutte affrescate come si evince dai resti di affreschi sugli edifici ai civici 15 e 17. La via si apre su Piazza Roma, cuore pulsante della vita del paese, in fondo alla quale potrete scorgere due antiche torri cilindriche dalle tonalità rosa pastello. Superandole, vi ritroverete in via dello Scontrone dove, sulla facciata di un Palazzo, campeggia lo stemma della famiglia Colonna, storica casata romana che probabilmente si trovò a Sambuci intorno alla prima metà del Quattrocento; testimonianza del loro passaggio è anche la lapide nel Castello, che ricorda la sepoltura della sorella di Papa Martino V (nato Oddone Colonna). Poco più avanti, superato un arco, entrerete nella cosiddetta "Corte Coperta", la parte più antica del borgo. Costeggiando la Chiesa Benedettina di San Pietro Apostolo, che conserva le spoglie del protettore San Celso, vi ritroverete all'antico Castello, posto sulla sommità.
Castello Theodoli. Menzionato per la prima volta nel 1052, il Castello assunse l'aspetto di una residenza signorile nella seconda metà del Cinquecento, quando passò al cardinal Camillo Astalli, segretario di papa Innocenzo X. Si sviluppa su 4 livelli, oltre al grande seminterrato, e tre dei suoi quattro lati sono addossati alle abitazioni. Sempre grazie alla famiglia Astalli, le sale interne del Castello-Palazzo Baronale sono state arricchite di affreschi, alcuni dei quali ancora oggi visibili, realizzati da un allievo del Domenichino, Giovan Angelo Canini. Vi è la Sala Gerusalemme liberata, la cui copertura a volta è interamente decorata con affreschi ispirati al poema del Tasso; il Salone delle Prospettive, il più ampio del castello, decorato sulle pareti con una splendida prospettiva illusionistica; la Sala dei Ciclopi, con le mitiche figure poste agli angoli del soffitto intente a sostenere dei medaglioni con le figure di Apollo, Marte ed Ercole; il Salone del carro del Sole, con allegorie sul giorno e sulla notte; e una Sala da bagno, dal soffitto affrescato con una scena del miracolo del Mar Rosso di Mosè. Oggi, alcune sale ospitano di tanto in tanto dei convegni.
Parco Theodoli. Su un lato del Castello, fu realizzato tra Seicento e Settecento un grandioso giardino all'italiana di 55.000 mq, arricchito con statue, fontane e vasche, e venne costruita una elegante loggia con volute barocche e contrafforti che si affacciava proprio su questa nuova area verde. Il giardino venne successivamente impreziosito dai Theodoli, che vollero un boschetto con crescita spontanea del verde, ad imitazione del tipico giardino romantico all'inglese molto in voga nell'Ottocento. Il giardino è divenuto parco comunale nel 1991 e viene comunemente chiamato "La Villa". Oggi presenta siepi di bosso che raffigurano gli stemmi degli Astalli (tre cerchi) e dei Theodoli (la ruota).
Fuori le mura. Fuori dal borgo storico potrete visitare la barocca Chiesa di Santa Maria delle Grazie, realizzata dagli Astalli nel Seicento, che conserva ancora il portale ligneo originario e la pavimentazione antica. Era affiancata dal Convento di San Francesco - oggi un centro anziani - e nei suoi sotterranei, anticamente, vi era un Cimitero, come dimostrano le grosse lapidi di marmo sul pavimento. Sempre fuori le mura si trova la storica Fonte di Sambuci, commissionata ancora una volta dagli Astalli per accogliere l'acqua della sorgente delle Vigne.
Sentieri panoramici.Da Sambuci partono due sentieri panoramici di media difficoltà, che consentono di raggiungere le alture circostanti: il Sentiero Colle Cerrito Piano (7 km – 5 ore) e il Sentiero Fonte Acqua Jura (3,5 km – 2 ore). Il primo inizia da Via delle Scalette e sale sul Colle Cerrito, dal quale potrete godere di un panorama che spazia dai Colli Albani ai Monti Ruffi, Simbruini, Prenestini, Tiburtini e Lucretili. Il secondo parte da Via dei Colli e si snoda lungo un'antica mulattiera che risale il versante boscoso del Monte Sainese, a Saracinesco, fino a raggiungere un piazzale panoramico dal quale la vista spazia dai Monti Prenestini - con il Monte Guadagnalo e il Santuario della Mentorella - ai Monti Tiburtini.
Sagra della polenta. Ogni anno, a fine Ottobre, nella cornice di Piazza di Corte del Parco Theodoli, ha luogo la tradizionale Sagra della Polenta, in concomitanza con la festa patronale di San Celso. Nei due giorni di festa, potrete assaporare la squisita Polenta di Sambuci, preparata con la farina di granturco dei campi di Sambuci e cotta in grandi paioli di rame, come vuole la tradizione contadina. La polenta viene servita accompagnata da un gustoso sugo con spuntature e salsicce, usanza già in voga nel Medioevo, o con altri sughi più semplici. Immancabile il vino rosso locale e i dolci tipici della tradizione di Sambuci. Per l'occasione, potrete visitare il Castello Theodoli, aperto al pubblico.
Sambuci è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Il toponimo del paese sembrerebbe derivare dalla pianta di sambuco che un tempo cresceva rigogliosa sul colle dove sorge il borgo e nelle pianure sottostanti.
A Sambuci è rimasto un solo forno che produce ancora la storica ciambella all'anice, un tempo preparata dalle mamme delle spose e dalle spose per annunciare agli invitati il lieto evento. Pare che la ricetta, tramandata oralmente da generazioni, sia riconducibile agli antichi riti in onore della dea Angizia, divinità marsica dei serpenti in tutta la Valle dell'Aniene. Il culto pagano del serpente che si mangia la coda è ricordato proprio dalla forma circolare della ciambella.
Tra il primo e il secondo conflitto mondiale iniziò a Sambuci il triste fenomeno dell'emigrazione, che vide molte famiglie trasferirsi a Roma alla ricerca di lavoro e abitazioni più confortevoli. Solo nel dopoguerra, l'emigrazione rallentò per cedere il posto al pendolarismo.
Durante la seconda guerra mondiale il Castello con il suo giardino subirono numerosi danni dovuti al fatto che furono occupati dalle truppe tedesche, che nascosero proprio nel parco i carri armati provenienti dal fronte di Montecassino.