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BENVENUTO A SAN MARCO ARGENTANO, IL BORGO DEL GUISCARDO!
San Marco Argentano è un borgo calabrese di circa 7.400 abitanti, che sorge sulle colline della catena paolana, nella parte nord-occidentale della Calabria. Il suo territorio è attraversato dal fiume Follone, ed è ottimamente collegato all'autostrada e ai due mari Tirreno e Ionio....
Nella parte collinare sorge il caratteristico e affascinante centro storico del borgo, popolato di importanti vestigia monumentali - alcune risalenti alla prima epoca normanna - e numerose chiese. Merita una visita la Cattedrale di San Nicola di Mira, situata su una collina a picco sulla Valle del fiume Follone. Dalle due rampe di scale simmetriche delle navate laterali, si accede alla Cripta Normanna, riportata alla luce soltanto nel 1935 per volere di Monsignor Demetrio Moscati. Divisa in quattro navate, la sua superficie ricopre quasi la metà della Cattedrale. Un tempo veniva utilizzata come luogo di sepoltura di vescovi, ecclesiastici e laici, le cui spoglie sono state rimosse, insieme alle divisioni interne, su richiesta del Monsignore. Oggi conserva il mezzo busto di San Francesco da Paola, che all'età di 12 anni dimorò presso il Convento del borgo.
Passeggiando nella Villa Comunale, vi imbatterete nella Cappella La Benedetta. Qui vi era un tempo una grotta dove San Francesco da Paola ero solito ritirarsi in preghiera. Nel 1762 al suo posto è stata edificata una Cappella, oggi importante luogo di pellegrinaggio. All'interno della chiesetta, potrete ammirare un dipinto del XIX secolo, raffigurante San Francesco d'Assisi che parla con San Francesco di Paola.
Ogni anno, la terza domenica di agosto, nel borgo si festeggia "La Partita del Re", una manifestazione nata per far rivivere un pezzo fondamentale della storia del borgo, che vantava al tempo una certa importanza nel Regno Normanno del Sud Italia. Le battaglie legate a questo antico popolo vengono messe in scena su una scacchiera gigante, con pedine umane in abiti rigorosamente d'epoca che, muovendosi come pezzi del gioco, danno vita ad una spettacolare partita a scacchi figurata. Il tutto nella splendida cornice di Piazza Duomo.
Il borgo di San Marco Argentano è questo e molto altro ancora...
Curiosità
Apprezzabili nel territorio sono i vari percorsi montani, alcuni dei quali ricalcano gli antichi sentieri dei mulattieri.
Assolutamente da assaporare, sono le ricette della gustosa tradizione gastronomica locale, come i "lagani e ciciri" (tagliatelle con i ceci), i "pipazzi arraganati" (peperoni essiccati e fritti).
San Marco è storicamente identificato con la città di Argentanum, citata da Tito Livioinsieme ad altri centri bruzi che si unirono ai Romani durante la battaglia contro Annibale.
Cenni Storici Le origini del borgo di San Marco Argentano risalgono a tempi antichissimi. Tutta l'area circostante fu abitata dall'uomo fin dai tempi del Neolitico, come attestano numerosi ritrovamenti.
Secondo la tradizione, sarebbero stati i Sibariti — sfuggiti alla distruzione della potente polis magno-greca — a fondare il primo vero abitato, lungo una delle vie istmiche abitualmente frequentate per il commercio. In epoca successiva, Tito Livio lo identifica con la città di Argentanum (Ab Urbe Condita, XXX 19, 10), che assieme ad altri importanti centri bruzi si unisce ai Romani nella battaglia contro Annibale: importanti reperti, che testimoniano gli insediamenti dell'epoca, sono oggi conservati presso il Museo della Sibaritide.
Sarà però l'arrivo dei Normanni a segnare indelebilmente il borgo e il suo territorio: poco dopo l'anno 1000 Roberto di Hauteville, detto il Guiscardo, si insedia nel territorio, rafforzando la rocca (dove gli abitanti del luogo avevano già iniziato a trasferirsi, per sfuggire alle incursioni saracene) e avviando da questi luoghi le operazioni di conquista di tutto il Sud Italia. Ripopolata, fortificata e resa in pratica una piccola "capitale" dal Guiscardo (che qui ebbe anche il suo primogenito Boemondo, principe di Antiochia), San Marco Argentano ha conservato per secoli il suo ruolo strategico. Una centralità affermata anche sul piano religioso, per la presenza — fin dai tempi del Duca normanno — della sede vescovile e di importanti abbazie e conventi, di cui restano testimonianze quali l'Abbazia di Santa Maria de La Matina (voluta e fatta costruire dalla seconda moglie del Guiscardo, Sikelgaita, sorta come benedettina e poi divenuta cistercense) e il duecentesco Convento de La Riforma (che nel 1429 accoglierà da novizio, tra le proprie mura, il giovanissimo Francesco di Paola, destinato ad illuminare la cristianità intera della sua santità), oltre alla magnifica Cripta sottostante alla Cattedrale, esempio unico e puro di architettura normanna giunto fino a noi. Dall'XI e fino al XVII secolo, famiglie potenti (tra cui i Sangineto e i Sanseverino) e praticamente tutte dalla discendenza normanna (tranne forse qualche parentesi in epoca sveva) si avvicendano nel possesso e dominio di San Marco Argentano, che si fregia oggi — a pieno titolo — dell'appellativo di "Città Normanna".