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BENVENUTO A SAN SEVERINO LUCANO, IL BORGO DELLE STELLE E DELLA SPIRITUALITA'!
San Severino Lucano è un borgo lucano di 1.497 abitanti, arroccato a 900 m s.l.m., situato nel cuore del Parco nazionale del Pollino e quasi al centro dei due mari, il Mar Tirreno ed il Mar Ionio .... Il borgo ha il privilegio di essere “Paese Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, per la qualità turistico-ambientale, l'offerta culinaria di eccellenza, il ricco patrimonio culturale e l'accoglienza di qualità.
Gli amanti della natura troveranno nel borgo e nelle sue frazioni, un'ampia offerta di escursioni, da poter fare individualmente o accompagnati da guide ambientali esperte, a piedi o in Land Rover o a cavallo, in Mountain Bike o con le bici elettriche. E ancora, passeggiate con ciaspole e sci da fondo o arrampicate su pareti attrezzate per gli esperti, senza dimenticare il Parco Avventura nel cuore del Bosco Magnano. Proprio a partire dal Bosco, sono numerosi e incantevoli i Sentieri Naturalistici che si possono percorrere. Ci sono il Sentiero che conduce al recinto di adattamento del Cervo, il Sentiero del Torrente Peschiera e l’Itinerario di Bosco Magnano e delle Pietre Tonanti. Procedendo verso San Severino centro, si possono percorrere il Sentiero che porta a Timpa della Guardia, il Sentiero del Pellegrino che conduce al Santuario, e ancora - nella valle del Frido - il Sentiero del Monte Pelato e di Acqua Tremola, il Sentiero delle Gole di Jannace e il Sentiero dei Mulini.
Per ammirare l'intera valle a ritmo lento, la Ruota Panoramica "RB Ride" realizzata dall'artista tedesco Carsten Höller, regala emozioni uniche. Si tratta di una spettacolare opera d’arte contemporanea composta da 12 braccia che, grazie al suo movimento lentissimo, favorisce la contemplazione dello straordinario paesaggio naturale della catena del Monte Pollino, e la totale immersione nella sua sconfinatezza, consentendo di perdersi con lo sguardo ed un po' di immaginazione, nelle vie d'acqua che incidono la valle, nei boschi incontaminati di cerri, aceri, faggi, abeti, e pini Loricati - habitat naturale di lupi, cinghiali e cervi - e nei meravigliosi campi di papaveri, pieni di farfalle, regine dei prati. Un elemento che si aggiunge alla ricca offerta turistica slow del borgo, che punta molto a far vivere il territorio in maniera consapevole.
Nella salita che da Bosco Magnano culmina alla rupe incantata, incastonato nella catena montuosa del massiccio del Pollino, appare il Santuario della Madonna del Pollino (1.537 m s.l.m.), una vera e propria oasi di spiritualità, dove i devoti della Vergine possono godersi quello che lo scrittore inglese Norman Douglas, nei primi del Novecento, descrisse: "tempio solitario appollaiato come un nido d'aquila sull'orlo di una rupe a piombo sul fiume Frida". La valle boscosa che conduce al Santuario, con alberi imponenti dai tronchi secolari, sentieri tortuosi e precipizi rocciosi, rende il luogo incredibilmente suggestivo e pieno di pace, ideale per un ritiro spirituale. A pochi metri dal Santuario è posta una splendida scultura in bronzo alta 2,20 metri, realizzata dall’artista olandese Daphnè Du Barry, raffigurante la Madonna che rivolgendosi verso la valle offre il Bambino alla gente. Il maestoso scenario che si gode dall’alto nutre l'animo del visitatore di energia vitale.
San Severino Lucano è questo e molto altro ancora...
Curiosità
L'assenza di smog nel borgo, lontano da grandi centri, consente l'osservazione degli astri in modo ottimale, tanto da far guadagnare a San Severino Lucano la definizione di "paese delle stelle"; da qui la nascita dell'evento "Pollino Sky Festival", sotto il cielo stellato del Pollino.
Nei pressi del Santuario, è possibile ammirare il grande acero dal tronco semicavo, un acero di grande pregio naturalistico, di età millenaria.
Nel borgo è usanza comune spostarsi all'interno delle mura con degli asini, detti "scecchi i terra".
A San Severino Lucano, regina della tavola è la patata di Villaneto, nelle due qualità “Marca” e “Paesana”. Una prelibatezza da degustare insieme alle altre delizie del Pollino.
Citazioni famose
"Mi hanno sempre affascinato le storie dei briganti del Sud Italia, che mio nonno mi raccontava spesso, con tocco di mistero, essendo anche lui lucano [...] Ricordo che lo ascoltavo incuriosito cercando di immaginare i volti barbuti di questi uomini. Quando da San Severino Lucano, piccolo delizioso paesino del Pollino, mi hanno proposto di interpretare il brigante, ho accettato con grande entusiasmo". Cit. Alessandro Parrello, Formia Film Festival, 2016.
Apparizioni cinematografiche
Il cortometraggio "Il Lupo del Pollino" (2016), del regista e protagonista Alessandro Parrello, è ambientato nel 1865 a San Severino Lucano, e descrive gli ultimi anni del brigante Antonio Franco, uno dei più noti e temuti del Sud Italia.
Alcune scene del film "Lucania" (2019) dell'attore e produttore lucano Giovanni Capalbo - che lavora da anni nel cinema d’autore nazionale ed internazionale - sono state ambientate a San Severino Lucano (Monte Pollino). Il film nasce dalla volontà del produttore di raccontare la sua terra natia: la Lucania. Al progetto ha collaborato anche Rai Cinema. Al centro del film, la lotta per la sopravvivenza del mondo contadino.
Cenni Storici San Severino nasce nei primi anni del secolo XVI. Sulle sue origini ci sono due ipotesi.
Lo storico Giovanni Di Giura, afferma che San Severino è stato fondato dai monaci cistercensi della vicina abbazia di Sagittario. Questi costruirono, nella località oggi abitata, poche case per alloggiare i propri servi e coloni. In origine questa terra era in feudo della celebre famiglia principesca dei San Severino che donarono ai monaci questa contrada, da loro poi battezzata col nome di Casale di San Severino per onorare i benefattori.
Secondo lo storico Perrella e la tradizione popolare orale, l'origine di San Severino si fa risalire ad alcuni fuggiaschi, originari di Castelsaraceno, che vollero sottrarsi a gravi prepotenze del barone del loro paese.
Entrambe le ipotesi possono considerarsi veritiere.
Un primo nucleo stabile di abitanti doveva essere a San Severino tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500. A questo primo nucleo si sarebbero aggregati esuli di Castelsaraceno. La denominazione di Casale di San Severino rimase sino al secolo scorso e dal 1862 prese l'attuale nome di San Severino Lucano. Nel 1796 il numero dei suoi abitanti è salito a 2.200 secondo lo storico Francesco Sacco e nel 1871 il paese contava 5.515 abitanti. Il numero degli abitanti è andato man mano diminuendo ed oggi ce ne sono poco più di 1600.
In questa terra si trovavano già nel secolo scorso una Parrocchia sotto l'invocazione di Santa Maria dell'Abbondanza e di San Vincenzo. Con l'abolizione della feudalità, San Severino si organizzò in Comune nel 1806.
Il tenore di vita dei sanseverinesi, la metà del XIX secolo, era bassissimo. Per la posizione geografica e per la mancanza di strade, il commercio era scarso. L'occupazione principale dei Sanseverinesi era l'agricoltura associata alla pastorizia. Anche le attività artigiane e manufatturiere non erano molto sviluppate: c’erano i mulini ad acqua per la molitura dei cereali e le gualchiere per assodare i grezzi tessuti di cotone, di canapa e di ginestra. In ogni famiglia c'era il telaio casalingo per la filatura e tessitura della lana e del cotone, e la quasi totalità delle donne erano filatrici. L'attività tessile domestica è scomparsa venti, trenta anni fa. C'erano anche piccoli opifici, in cui si fabbricavano chiavi, serrature, cerchi da botti ed altri lavori in ferro; qualche cava e stabilimento per la cottura della calce. Fiorente, invece, era l'industria del legname e del carbone. Sin dal 1822, infatti, sulla sponda destra del Frido, in località Mezzana, vi era una segheria idraulica per la lavorazione del legno. Dal 1930 al 1933 a San Severino (contrada Olmo) funzionava una segheria impiantata per iniziativa dei fratelli Colucci di Roma. Tronchi ultra secolari di faggi e di abeti venivano portati dalle montagne nelle segherie per essere lavorati.
San Severino fu interessato dal fenomeno del brigantaggio e da una massiccia emigrazione transoceanica datata 1880 - 1905. Parecchi paesani se ne andarono in America in cerca di fortuna e là si sistemarono definitivamente.