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BENVENUTO A SANT'ANGELO A FASANELLA, IL BORGO DELL'ANTECE!
Sant'Angelo a Fasanella è un borgo del Cilento di soli 542 abitanti, a ridosso della costa rocciosa dei Monti Alburni, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ....
A Sant'Angelo, l'arte si confonde con la natura nella scultura neolitica scolpita nella roccia, raffigurante un antico guerriero: l'Antece. Si tratta di uno dei siti UNESCO dell'incantevole Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, a sua volta Patrimonio dell'Umanità. Posta a 1125 m s.l.m., sulla sommità della Cima Costa Palomba dei Monti Alburni, questa scultura rupestre a grandezza naturale risale a circa 2500 anni fa ed è ancora oggetto di studio. Storia e leggenda vi ruotano attorno, dalle testimonianze che lo ritengono un'antica fortificazione militare a quelle che fanno presumere sia la rappresentazione di una divinità pagana, venerata dai Lucani che abitavano quei Monti. Le immagini mitiche e il mistero evocati dal guerriero di pietra, fanno ritenere l'Antece l’opera artistica più suggestiva del Cilento.
Ma il piccolo borgo vanta perfino un secondo sito UNESCO: la Grotta Santuario di San Michele Arcangelo.Anche qui, misticismo e leggende si intersecano. Si ritiene che la grotta sia stata un rifugio in età preistorica, per poi divenire un sito religioso dedicato al culto delle acque (con stalattiti e stalagmiti venerate come icone sacre), e infine un Santuariocristiano consacrato a San Michele. Una sorte, quest'ultima, toccata alla maggioranza delle grotte con funzioni religiose, che venivano dedicate spesso a San Michele, la cui prima apparizione sarebbe avvenuta proprio in una grotta. In questa, sono ancora visibili le sagome delle ali del Santo dipinte sulla roccia. Al suo interno, opere d'arte di pregevole fattura - come la trecentesca Vergine con Bambino di scuola napoletana - convivono con affascinanti opere della natura - come le stalagmiti sparse qua e là sul pavimento.
A contribuire ulteriormente alla bellezza di questo territorio dalle preziose risorse naturalistiche, ci sono i numerosi corsi d’acqua che lo attraversano, originando luoghi di grande fascino. Quello per eccellenza è la sensazionale Cascata Auso. Questo incantevole sito offre uno spettacolo per gli occhi, generato da un suggestivo fenomeno carsico. A pochi metri dalla sorgente, l'acqua che scaturisce dalla Grotta dell'Auso - sbarrata e convogliata per il funzionamento di un antico mulino ormai abbandonato - precipita con gran fragore per circa 8 metri, per poi giungere a valle e attraversare un ponticello in pietra di età romana. I suoni della natura in questo luogo magico hanno un forte potere curativo in grado di allontanare il frastuono dei pensieri.
Il borgo di Sant'Angelo a Fasanella è questo e molto altro ancora.
Curiosità
Sant’Angelo a Fasanella è una base di partenza ideale per un tour del Cilento e per escursioni presso alcune delle principali attrazioni, come le Grotte di Castelcivita, le Grotte di Pertosa e le Gole del Calore.
La leggenda vuole che furono addirittura gli Argonauti, in seguito alla loro mitica spedizione sotto la guida di Giasone, a fondare Sant'Angelo a Fasanella.
Nonostante la presenza dei romani non sia documentata direttamente a Fasanella, molte sono le testimonianze del loro operato, tra le quali la più importante è la via Annia - strada che va da Regium a Capua - che fu attraversata da uomini del calibro di Cicerone, Spartaco e Virgilio. Proprio quest’ultimo, in una delle sue maggiori opere, le Georgiche, dedica un ampio spazio alla descrizione dei Monti Alburni.
Sant’Angelo a Fasanella è composta da 3 contrade: la C.da "Sopra la terra" (zona alta), la C.da "Dentro la terra" (zona media, dove sorgono la Chiesa parrocchiale ed il Castello) e C.da "Basso la terra" (zona bassa, nella vallata del torrente Fasanella); oltre a piccole località come Coppi, San Vito, Terre Lunghe e Chiusa.
Citazioni famose
Verrà giorno in cui il suono di Masella / ritornerà soave e toccante per la Valle Fasanella. / In quel giorno gli uomini / saranno più buoni ed umani. / Sant'angelo, / dove la gente vorrebbe sempre stare, / dove d'estate ancor si fan le serenate, / dove l'avversario prima o poi ti stringe la mano, / dove le belle donne si fan a lungo corteggiare. [...] - Antonio Luciano Scorza, Canzone a Sant'Angelo a Fasanella.
Apparizioni cinematografiche
Sant’Angelo a Fasanella ha ospitato il Religion Today Filmfestival, una rassegna cinematografica nata nel 1997 per promuovere il dialogo tra le religioni e la distribuzione di film religiosi.
Il cortometraggio Nostos (2011) è ambientato nel borgo, ed è stato presentato allo "Short Film Corner" del Festival di Cannes 2011.
Il regista Enzo Acri ha scelto il borgo di Sant'Angelo come ambientazione per il suo film “Donna di rispetto” (2018).
Cenni Storici Edificata dai coloni greci della Colchide, il nome di origine era Phasis come la città di provenienza - oggi chiamata Rioni, sita nella baia di Sokoumi, città commerciale le cui principali attività erano l’estrazione e l’esportazione dei metalli come ferro argento e oro. I coloni greci dell’antica Posidonia, risalendo il fiume Sele (Silarus) e il Fasanella (Phasis), affluente del Calore, raggiunsero la valle omonima e i paesi dei Monti Alburni.
L’antico centro urbano sorgeva in località San Manfredi, a circa 3 km dall’attuale cittadina: di esso sono rimasti i ruderi di un antico castello e quelli della Chiesa di San Pietro.
Dopo qualche secolo buio - segnato dal continuo spopolamento legato alla guerra gotica, alle carestie e pestilenze - si arriva al IX secolo in piena dominazione longobarda: nell' 847,con la divisione tra Radelchi di Benevento e Siconolfo - primo principe di Salerno - si ha la spartizione del territorio degli Alburni. In questo periodo, complici anche le frequenti incursioni dei saraceni stanziati a Licosa ed Agropoli, ci fu un decentramento della popolazione che dalle città si stanziò negli Alburni, contribuendo alla nascita di nuovi borghi.
Le prime fonti scritte attestanti la presenza del borgo di Fasanella, le ritroviamo già nel Catalogus Baronum, una delle maggiori fonti di rilievo per la conoscenza del Regno di Sicilia tra 1150 e il 1168. Già a quel tempo Fasanella era conosciuta per la grotta dell’Angelo e per l’insediamento di piccole comunità religiose di stampo eremitico.
Nel 1246 la cittadina fu rasa al suolo da Federico II di Svevia, con atto di superiorità, per punire Pandolfo di Fasanella, che insieme al fratello Riccardo era stato tra i principali artefici della congiura di Capaccio; successivamente gli furono restituiti tutti i suoi possedimenti grazie all’alleanza con Carlo I d’Angiò.
Di stampo ed origine medioevale, Sant’Angelo a Fasanella fu feudo dei San Severino e dei Capece-Galeota, motivo per cui appartenne ai Giovine ed alla potente famiglia dei Caracciolo.
L’animo cittadino arse di grande spirito patriottico nell’Ottocento quando, precorrendo l’Unità d’Italia del 1860, fu proprio Sant’Angelo a Fasanella ad innescare nel salernitano la scintilla della rivolta per l’indipendenza.