Sulla sommità del borgo di Conca della Campania sorge il suo
Castello, una
rara testimonianza all'interno del territorio di Terra di Lavoro, di
fortezza medievale affiancata ad un palazzo gentilizio con chiari elementi di architettura gotico catalana.
Risalente all'anno Mille, venne
edificato dai monaci benedettini dell'Abbazia di Montecassino, che vi dimorarono per circa 200 anni. Successivamente venne
abitato dalle potenti casate del Reame, tra le quali i
De Capua che nel Quattrocento fecero costruire ed annettere all'antico maniero il Palazzo principesco, collegando le due trutture attraverso una torre circolare. Sempre ai De Capua sono da attribuire la realizzazione del giardino pensile al posto della torre maggiore, l'affresco nell'atrio e la costruzione della cappella gentilizia. Sul finire del Settecento, il Palazzo passò alla
famiglia Invitti, che governò Conca fino alla soppressione dei feudi nel 1816. Nel 1850 il complesso divenne proprietà della
famiglia Galdieri.
Il Palazzo è composto da
tre ali a ferro di cavallo, la più bella delle quali è quella ad est, dove potrete ammirare un antico portale in tufo, uno splendido atrio affrescato che apre al grande cortile interno, una scuderia voltata a crociera ed il cammino di ronda con le feritoie.
Oggi, sono
visitabili la scuderia e l'atrio, di proprietà del Comune, mentre la restante parte appartiene a vari privati.
Curiosità
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La Terra di Lavoro è una regione storico-geografica dell'Italia meridionale, in passato nota anche come Campania felix e successivamente ripartita tra Campania, Lazio e Molise.
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Il Castello ha resistito a numerosi terremoti (1728, 1884, 1901, 1915, 1960, 1962, 1980, 1984) e finanche ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
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Pare che la fortezza avesse alcuni passaggi segreti che la collegavano direttamente al Castello di Riardo, alle mura di cinta e al quattrocentesco Monastero domenicano nelle sue vicinanze.
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Nel 1592 il Castello ebbe un ospite illustre, Torquato Tasso, che vi soggiornò per circa tre mesi e ne apprezzò clima e paesaggio, probabile fonte di ispirazione per le sue composizioni poetiche.
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Un tempo la cappella del Castello custodiva uno splendido trittico su tavola raffigurante la Madonna delle Grazie con ai lati San Pietro e San Paolo, realizzato nel Cinquecento dal rinomato pittore di Pietravairano, Orazio Rossi, su commissione del principe Matteo De Capua. Con l'insediamento del principe Carlo Invitti nel 1770, il dipinto venne donato alla Collegiata di Conca con l'intento di accattivarsi le simpatie del popolo.