Descrizione
Noto anche come Rocca di Bojano o Civita di Bojano, il Castello Pandone fu costruito dai longobardi o dai normanni sul colle di Civita Superiore intorno al XII secolo, sulle rovine di preesistenti fortificazioni sannite.
Fu al centro degli scontri tra Federico II di Svevia e i conti di Molise – in particolare Tommaso di Celano e la moglie Giuditta, figlia di Ruggero di Bojano – i quali, di fronte all’editto imperiale che sopprimeva le contee per accentrarle nell’impero, rifiutarono di abbandonare il proprio potere.
Successivamente, con la caduta della dinastia Sveva, la Rocca passò sotto il controllo dei D'Angiò che la affidarono ad un certo Roczolino de Mandroles, per poi nel 1489 divenire di proprietà della famiglia Pandone fino al 1519, quando passò ad altri feudatari.
La fortezza in origine comprendeva la residenza del conte nell’area mediana, la corte alta e un rifugio per il popolo in caso di pericolo. Oggi, del Castello – in buona parte distrutto dal terremoto del 1805 e corroso dalle intemperie – rimane poco: tra le sue rovine, potrete vedere ancora due grandi recinti divisi da un fossato trasversale, la torre occidentale con ciò che rimane di una cisterna, i resti di una sala di pianta rettangolare con una copertura a volta e parte del cortile adibito a piazza d’armi.
Poco sotto il Castello, all’interno di una cinta muraria ancora visibile – che probabilmente partiva dalla fortificazione e che dopo il terremoto è stata inglobata nelle case –, troverete l’antico borgo di Civita Superiore che, sviluppatosi pian piano nel periodo medievale, è sopravvissuto fino ad oggi. Tra strette viuzze e piccole case, in gran parte disabitate, verrete rapiti da una suggestiva atmosfera in grado di riportarvi indietro nel tempo. Oltre alle mura, potrete vedere due antiche chiese, una delle quali dedicata a San Giovanni Battista, i resti di torrioni angolari e, nella parte sud-orientale, il sobborgo della Giudice, ovvero il quartiere ebreo, che sorge su uno sperone roccioso.
Grazie a recenti scavi, sono state riportare alla luce anche antiche ceramiche invetriate risalenti al XIII secolo.
Infine, non potrete che rimanere affascinati dal panorama mozzafiato che si apre davanti a voi, abbracciando le alture del Matese, la piana sottostante e l’inizio della valle del fiume Biferno.