La splendida
Chiesa del SS. Corpo di Cristo risale al Seicento ed è la Chiesa Madre del borgo.
Sulla facciata, somigliante a quella del Palazzo Ducale, si possono ammirare bassorilievi raffiguranti rosoni floreali e due nicchie poste ai lati dell'ampio portale, contenenti un tempo le statue dei Santi Pietro e Paolo.
L'imponente campanile fu realizzato da Mastro Giovanni Ugino, e completato tardivamente nel 1794, a causa di un incidente nel quale perse la vita un giovane operaio. Il campanile rispecchia lo stile vanvitelliano nei materiali, nel bicromatismo e nell'utilizzo del bianco in contrasto col nero della pietra di tufo.
Al suo interno, a croce latina con cappelle laterali, presenta un soffitto in legno che nel 1800 ha perso le originarie decorazioni, in seguito alla decorazione effettuata da un pittore ignoto; ridecorata da Giuseppe Polidoro a fine Ottocento, durante i recenti restauri ha subìto alcune modifiche.
Alcune cappelle dell'edificio sono state demolite nel 1911 dal Comune per allargare la piazza, ma ne rimane una molto interessante che è quella del Sacro Monte dei Morti, che ospitava nel Seicento l'omonima confraternita. La cappella è decorata da pregevoli stucchi, presumibilmente opera di Domenico Antonio Vaccaro, attivo nel borgo limitrofo di Guardia Sanframondi. Sull'altare della cappella vi era un tempo un dipinto della Madonna tra le anime purganti, di Decio Frascadore, oggi custodito presso la Chiesa di San Martino. Vi sono inoltre tre busti reliquiari in legno risalenti al Seicento, raffiguranti San Liberato, San Vincenzo e una Santa martire, quest'ultimo attribuito allo scultore padovano Giacomo Colombo.
Curiosità
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Gli embrici gialli e verdi che formano una margherita sulla cupola del campanile, provengono dalle fabbriche del borgo di Cerreto Sannita. Quelli originali del 1700, furono distrutti da un fulmine nel 1878, e ricostruiti in maniera fedele agli inizi del Novecento.
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La campana più grande della Chiesa, detta Campanone, è stata fusa per ben 4 volte.
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Nella Chiesa sono sepolti alcuni duchi Ceva Grimaldi, tra i quali il duca Marcello Ceva Grimaldi, morto nel 1725.
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La moglie del duca Marcello Ceva Grimaldi, la contessa di Hornes, fece portare nella chiesa una reliquia della Santa Croce, ancora oggi conservata nel reliquiario dell'omonimo altare.