Descrizione
La Chiesa Madre del borgo è dedicata al compatrono del paese, ovvero San Giorgio Martire, ed è l'edificio più antico di San Mauro di Castelverde.
Risalente al 1100, si caratterizza esternamente per la torre campanaria in stile arabo-normanno, edificata presumibilmente intorno al 1400 così come potrebbe suggerire la cupola del campanile. L'idea però è ritenuta improbabile nonostante le quattro "C" che sono state rinvenute su alcune pareti.
Il portone in pietra arenaria è composto da archi ogivali sovrapposti, decorati con motivi geometrici in stile medio-orientale, ed è caratterizzato da colonne tortili in cui si nascondono effigi tuttora di difficile comprensione. Attraverso il portale possiamo accedere alla navata centrale, ai cui lati se ne sviluppano altre due che custodiscono delle cappelle affrescate e dedicate ai Santi.
La Chiesa può considerarsi "didascalica", ovvero un tipo di cappella diffusa a Roma e affrescata con dipinti che narrano la vita di Cristo. Questi dipinti in particolare sono opera dell'artista Pietro Berna, realizzati nel 1733, e tra questi si distingue il Miracolo della Manna che cade dal Cielo, l'affresco più grande di tutti. Degne di nota sono anche le statue della Madonna del Carmelo, con annesso l'altare, la statua di San Giuseppe con il Bambino e l'icona marmorea dell'altare maggiore - commissionata dall'arciprete Andrea De Marta, come possiamo leggere alla base dell'icona, nel 1514, di scuola gaginiana. Al centro vi è scolpita la Madonna con il Bambin Gesù e ai suoi lati due Apostoli. Alla sommità dell'icona troviamo San Giorgio che uccide il drago. La chiesa conserva inoltre un’infinità di opere e sculture che risultano ancora oggi di autore sconosciuto, nonostante con il tempo si stia cercando di attribuire dette opere. Di recente, il crocifisso è stato attribuito a frate Umile da Petralia, realizzato nel Seicento e restaurato nel 2006, e alcune sculture ad Alessandro Algardi, uno scultore attivo nella Roma barocca del Seicento.
Impossibile non menzionare la Cappella del Santissimo Sacramento che custodisce l'icona marmorea del Cristo Risorto, un'opera di scuola gaginiana, e arricchita dagli affreschi che troviamo nelle pareti raffiguranti i sette sacramenti.
La chiesa custodisce inoltre la lapide sepolcrale di Don Francesco La Rocca e di Giovanni Ventimiglia e la sua sagrestia è un vero e proprio ritorno al passato, con i quadri raffiguranti gli Arcipreti dal 1601 al 1892.