La
Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, oggi prevalentemente
in stile romanico, venne edificata nel Seicento sul sito di un edificio religioso preesistente.
A causa dei danni riportati a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, venne ricostruita nel 1947, mantenendo l'
impianto barocco interno, ma perdendo l'originaria facciata esterna, interamente ricostruita con mattoncini in cotto a vista.
Il
portale in pietra è sormontato da una lunetta con tre bassorilievi in stucco realizzati dal pittore e scultore lucano Sebastiano Paradiso, raffiguranti San Francesco, la Vergine con gli angeli e San Rocco. I magnifici
portali in legno intarsiato sono invece opera del maestro artigiano ebanista Domenico Donnoli e dei suoi figli.
Il
caratterisco campanile a due ordini, che culmina con una splendida
cupola arabeggiante a forma di cipolla, coniuga stili architettonici diversi, frutto dell'incrocio di popoli e culture diverse.
Al suo interno, a tre navate, vi sono custodite
interessanti opere di maestri di scuola napoletana, quali un coro intarsiato del Seicento ed alcune tele del Settecento, tra le quali "La Vergine con Bambino fra Santa Caterina e san Domenico" e "L'apparizione della Vergine a San Filippo Neri".
La volta della navata centrale è ricoperta di affreschi realizzati nel Novecento da Sebastiano Paradiso, ispiratosi alla
celebre Assunzione di Tiziano custodita nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia; sempre opera di Paradiso sono alcuni bassorilievi, i quattro evangelisti e le scene dell'antico testamento affrescate nell'abside, e gli affreschi nella cappella del Santissimo Sacramento raffiguranti scene dell'Ultima cena e della Natività.
Curiosità
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La Chiesa è collocata urbanisticamente a capo di un anfiteatro ideale, come a voler assistere alla vita quotidiana della comunità.
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Il bombardamento aereo da parte degli alleati tedeschi nel 1943, fu dovuto alla sua vicinanza ad uno snodo stradale cruciale.
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Il richiestissimo pittore e scultore Sebastiano Paradiso, originario di Accettura, ha realizzato varie opere in Basilicata, nelle chiese dei borghi di Tursi, Latronico, San Chirico Raparo, Sant'Arcangelo, Castronuovo di Sant'Andrea, Sarconi e Montesano. Durante il suo soggiorno a Corleto Perticara per i lavori alla Chiesa Madre, conobbe la sua futura sposa Rachele Massaro.
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Dal 1700 al 1860 il patrono di Corleto era San Filippo Neri. Oggi, durante i festeggiamenti in suo onore viene esposto un busto con le sue reliquie.
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Tra i due conflitti mondiali il signor Filippo De Bona, un benefattore originario di Corleto Perticara ma residente in Argentina, finanziò la restaurazione del campanile della Chiesa, come attesta la lapide commemorativa posta alla sua base. Il cognome venne erroneamente inciso: "De Bono" al posto di "De Bona".