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Gorgoglione è un borgo lucano di circa 916 abitanti, che sorge a circa 800 m s.l.m., in un territorio ricoperto di boschi di cerro e uliveti, e ricco di rocce di arenaria chiamata "pietra di Gorgoglione". Il borgo fa parte della Comunità Montana Collina Materana ....
Nel punto più elevato di Gorgoglione, a poca distanza dall'abitato, sorge il suggestivo Santuario della Madonna di Pergamo, un tempo dimora di benedettini, agostiniani e francescani. Risalente al 1131, conserva ancora oggi alcuni elementi dell'antica chiesa bizantina, tra i quali la cupola a cipolla. Al suo interno potrete ammirare, nei mesi estivi, una realistica statua lignea della Madonna con Bambino, scultura dell'anno Mille che presenta una curiosità: il Bambino un tempo seduto sulle ginocchia della Vergine, fu sostituito nel Settecento con un altro in piedi, dal volto adulto e leggermente sproporzionato, presumibilmente in seguito ad un furto. La posizione sopraelevata del Santuario, posto a 955 metri sul livello del mare, offre ai visitatori un incantevole panorama sui boschi di Stigliano e di Accettura, e sui valloni rocciosi ed erosi dei vicini borghi di Cirigliano e Guardia Perticara.
Il simulacro sacro della Madonna di Pergamo, è custodito per il resto dell'anno nella splendida Chiesa Madre di Santa Maria Assunta. Originariamente in stile romanico, fu modificata nel Seicento e presenta oggi uno stile barocco. Al suo interno custodisce pregevoli opere d'arte, tra le quali una seicentesca Croce lignea, di autore ignoto, con il Cristo che guarda verso l'alto, quasi a voler comunicare l'inutilità del sacrificio.
Ai piedi della parete rocciosa sulla quale è arroccato il borgo, alta circa 40 metri, si apre una cavità naturale nota come Grotta dei Briganti. In questa Valle scorreva un tempo "U Fuosso", un vallone rigoglioso e imponente, artefice della nascita della Grotta stessa, che ancora oggi - sebbene sia stato incanalato sotto terra - mostra la sua presenza facendo capolino tra le rocce vicino all'albero del corbezzolo, sul piazzale antistante l'ingresso della cavità. Entrando, in prossimità delle pareti rocciose, si possono ammirare piccolissime stalattiti lunghe qualche centimetro, e croste calcitiche. Nel 1999, fu scavata al suo interno una stretta trincea, per accedere all'ambiente sotterraneo, nella convinzione popolare che la grotta fosse collegata ai sotterranei del Castello che un tempo sovrastava l'abitato.
Il borgo di Gorgoglione è questo e molto altro ancora...
Curiosità
L'antichissima Pietra di Gorgoglione, col suo caratteristico giallo ocra tendente al color terra bruciata e infine con il grigio cenere e le venature più brune, possiede un fascino unico.
Le bande del famoso brigante Carmine Crocco, attraversarono e occuparono le campagne di Gorgoglione nel 1861, dopo l'Unità d'Italia. Alcuni episodi della sua vita sono raccontati nel film "Darsi alla macchia" (2003) di Fulvio Wetzl, cui partecipò il noto scrittore e giornalista lucano Raffaele Nigro, oggi caporedattore per la sede regionale pugliese della RAI. Nel film viene ridimensionata la negatività del personaggio.
In località Santa Maria degli Angeli, sono state ritrovate alcune tombe del IV secolo a.C., a testimonianza delle antiche origini dell'abitato. I vasi rinvenuti al loro interno, sono oggi custoditi presso il Museo Nazionale Domenico Ridola di Matera.
Nel territorio gorgoglionese è situato un antico e importante insediamento etrusco, noto come "Cinto dell’Eremita", scoperto in tempi recenti.
Tra i prodotti tipici del borgo vi è il Pezzente, un salume cui è dedicata una sagra estiva. Il Pezzente della Montagna Materana gode del presidio Slow Food e viene lavorato ancora oggi secondo i metodi tradizionali, utilizzando la carne dei suini allevati allo stato brado, in pascoli di montagna situati fra vari comuni del materano, tra i quali appunto Gorgoglione.
Uscendo da Gorgoglione e dirigendosi verso Aliano, si incontra il suggestivo Bosco Le Manche, con percorsi ideali per gli amanti del trekking nella natura incontaminata.
Secondo il racconto degli anziani esiste un passaggio sotterraneo al paese che conduce dalla Grotta dei briganti fino al centro dell'abitato storico dove un tempo sorgeva il Castello,oggi denominato " Piazza Castello", il passaggio e' stato ostruito diversi anni fa ,in futuro si andra' alla ricerca con nuovi sistemi per ritrovare il passaggio segreto.
Cenni Storici L'etimologia del nome del borgo, secondo lo studioso di storia lucana Giacomo Racioppi, deriverebbe dai termini "gurgulio"/"gurgulionis", della bassa latinità, che significano "piccola casa", "tugurio". Altri studiosi ritengono invece che "gurguglio – gurguglionis" significhi "insetto del grano", avendo il paese la forma sinuosa di un insetto. Altri ancora, seppur poco credibile, sostengono che il nome Gorgoglione sia da ricondurre al "gorgoglìo" delle acque del torrente "Vallone" che lambisce l'abitato.
Le antiche origini del borgo sono testimoniate dal ritrovamento di alcune tombe del IV secolo a.C., in località Santa Maria degli Angeli; al loro interno sono stati rinvenuti vasi apuli a figure rosse, oggi esposti nel Museo Nazionale Domenico Ridola di Matera.
Il primo documento scritto in cui viene citato l'abitato è una bolla papale del 1060, nella quale viene citata la parrocchia del borgo, appartenente alla Diocesi di Tricarico.
Compreso nella contea di Montescaglioso, fu feudo più tardi della famiglia Della Marra (che commissionò l'edificazione del Castello, di cui oggi rimangono solo i ruderi), dei Carafa e degli Spinelli.
Nel 1857, Gorgoglione fu colpito dal terremoto che interessò l'intera Basilicata.
Quattro anni più tardi, Gorgoglione visse il fenomeno del bringantaggio post-unitario. Il 12 novembre 1861, dopo l'occupazione di Cirigliano, i briganti Carmine Crocco e Josè Borjes si diressero verso Gorgoglione dove riuscirono ad entrare senza incontrare resistenze.
A fine secolo, il paese subì, come tutto il Mezzogiorno d'Italia, una forte emigrazione verso l'America che, nonostante la Riforma Agraria degli anni Cinquanta, portò la popolazione a perdere 1564 unità alla fine del secolo.