Per via della sua
posizione sopraelevata sul territorio circostante, Guardia Perticara è stata occupata da un
piccolo insediamento enotrio nel corso dell'età del bronzo, come testimoniano le ceramiche rinvenute nella Necropoli Enotria sulle prime pendici orientali della collina di Guardia Perticara.
L'abitato
si estendeva presumibilmente su di un'area di
circa settemila metri quadrati, dei quali tremila sono stati sottoposti ad indagine archeologica a partire dagli anni Novanta. Gli
scavi archeologici hanno portato alla luce
una delle più importanti realtà funerarie italiche dell'Italia meridionale. La necropoli sarebbe stata utilizzata ininterrottamente tra gli inizi dell'VIII secolo e la metà del V secolo a.C., ovvero
per quasi quattro secoli; ne consegue che
le sepolture siano tantissime così come
le strutture funerarie.
Le deposizioni appaiono organizzate per
nuclei parentelari e familiari; vi sono ad esempio sepolture di coppia o infantili, in corrispondenza di tombe di adulti, generalmente di sesso femminile. In tutte le tombe è stato rinvenuto un
corredo funebre, essenziale per il passaggio alla vita ultraterrena e per l'identificazione dello status e del ruolo sociale degli inumati. Nelle
tombe più antiche - risalenti all'VIII sec. a.C. - si è rinvenuto un corredo funebre composto da
coppie di vasi: un grande vaso in ceramica per contenere acqua o derrate - con il tipico
motivo geometrico enotrio, in particolare quello a "tenda elegante" - e il relativo vasetto attingitoio. Nelle sepolture maschili sono state ritrovate
armi, mentre in quelle
femminili
vestiti di particolare complessità ed ornamenti. Nelle sepolture a partire dal VII secolo, si evidenzia l'
influenza greca o etrusca come testimoniano i vasi, i gioielli e gli oggetti funzionali al
rito del banchetto funebre, una pratica che vedeva il consumo di cibi propiziatori della salvezza ultraterrena. Dal VI sec. in poi a questo rituale si aggiunge il
consumo di vino - di influenza ellenica - insieme ad altri
rituali ellenici come quello dell'
unzione del cadavere con olii ed essenze profumate, quello della
purificazione dall'evento luttuoso, e cerimoniali come quello delle
offerte al mondo dell'oltretomba.
Tra i vari reperti rinvenuti, particolarmente pregevoli sono i
modellini di casa-tempietto con volatili o serpenti e protomi taurine, le
bottiglie in terracotta per gli olii profumati - a figure nere con scene dei miti di Teseo e di Eracle -, i
calici e
vasi vari.
Purtroppo, a differenza dei reperti rinvenuti in tempi recenti che fanno parte del
nostro patrimonio archeologico, la maggior parte di quelli emersi nel corse delle campagne di scavo dell'Ottocento e fino alla metà dello scorso secolo sono
patrimonio straniero, oggi custoditi a
Vienna, Parigi, Copenaghen.
Curiosità
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Gli autori greci documentano nei loro scritti che gli Enotri erano uno dei popoli più importanti dell’Italia Meridionale - dalla Calabria alla Puglia - proveniente presumibilmente dall’area balcanica fra l’età del bronzo e gli inizi dell’età del ferro (XVII-IX sec.a.C.). Cit. «Prima dell’arrivo dei Greci la regione non era abitata dai Lucani, ma da Enotri e Choni» (Strabone, geografia, VI,1.2)
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Guardia Perticara emerge essere stato un centro enotrio di grande importanza per le particolari capacità creative degli artigiani ceramisti rispetto al circostante mondo italico. Nei corredi funerari, infatti, sono state rinvenute ceramiche con originali decorazioni geometriche o ad impasto, inediti modellini di casa-tempietto e pendenti zoomorfi in bronzo con protomi di toro o di ariete.
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Sempre in questa Necropoli sono stati ritrovati resti ossei di animali, in particolare del cranio di cavallo che si presume rappresenti il prestigio sociale.
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Le pratiche cultuali e funerarie degli Enotri si differenziavano tra la costa ionica e le zone interne. Lungo la costa ionica, ad esempio, il rito voleva che il corpo del defunto venisse inumato in posizione rannicchiata, mentre nelle aree interne come Guardia Perticara era obbligatoria la posizione supina.