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Corleto Perticara (PZ)

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Foto Corleto Perticara (PZ)
BENVENUTO A CORLETO PERTICARA, IL BORGO CON LA PRIMA BANDIERA DELL'UNITA' D'ITALIA IN TERRA LUCANA!

Corleto Perticara è un borgo lucano di 2.523 abitanti, che sorge a 757 m s.l.m. nella Valle del Sauro, immerso nella natura lussureggiante dell'Appennino Lucano ... . Il suo territorio è circondato da un paesaggio mozzafiato, composto da vigneti, uliveti, boschi e montagne, oltre a vantare numerose sorgenti d'acqua che arricchiscono il territorio.

Un patrimonio naturale unico. Corleto Perticara si distingue per il suo paesaggio ricco di boschi e suggestivi calanchi, che creano uno scenario naturale di grande impatto visivo. Gli appassionati di trekking possono esplorare i numerosi sentieri che attraversano il territorio, come il percorso lungo il torrente Favaleto, che si snoda tra alberi di cerro e conduce all'antico mulino di Favaleto, operativo fino al 1940, e ad una spettacolare cascata. Continuando verso il bosco di faggi e cerri della Montagna Grande, è possibile avvistare rapaci come nibbi e gheppi, regalando un'esperienza indimenticabile agli amanti del birdwatching. Il percorso culmina alle pendici del Monte Auro, dove si erge la chiesetta della Madonna della Montagna, un luogo di profonda devozione per i corletani.

Il cuore del borgo antico. Passeggiando tra i rioni del borgo antico, potrete ammirare i resti del Castello Ducale, un tempo fortificazione difensiva. Oggi, sui ruderi del castello, sorge il Palazzo degli Uffici, sede del Municipio, nella moderna Piazza Plebiscito, nota come "u fuòss" per il fossato che un tempo circondava la roccaforte. In questa piazza potrete visitare il Museo Comunale Michele Lacava, che custodisce la storica bandiera dell'insurrezione lucana, un prezioso cimelio che testimonia la partecipazione di Corleto Perticara agli eventi che hanno segnato la storia dell'Unità d'Italia. Grazie all'iniziativa dell'Associazione La Fenice, potrete inoltre ammirare i "gaffi" di Corleto Perticara, che hanno il compito di far scoprire e promuovere le tradizioni storiche e culturali del luogo. Questi "gaffi" sono legati a momenti storici significativi come i moti rivoluzionari del 1860, che ebbero origine proprio qui, e la celebrazione della Madonna Bambina nel rione Costa.

Il patrimonio ecclesiastico. Il borgo vanta anche un ricco patrimonio ecclesiastico, con la seicentesca Chiesa Madre di Santa Maria Assunta al centro. Questo edificio religioso si distingue per il suo caratteristico campanile a due piani con cupola arabeggiante, di influenza arabo-normanna, ed una facciata moderna in mattoncini in cotto a vista, ricostruita dopo i bombardamenti del 1943 ed impreziosita da tre rilievi in stucco del pittore e scultore lucano Sebastiano Paradiso. Splendidi i portoni in legno intarsiato del maestro ebanista Domenico Donnoli. Al suo interno, la chiesa di impianto barocco è interamente affrescata da dipinti realizzati nel Novecento da Sebastiano Paradiso, ispiratosi alla celebre Assunzione di Tiziano della Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia.

La gastronomia locale. La gastronomia di Corleto Perticara è un vero tripudio di sapori autentici e tradizionali, arricchita da una varietà di prodotti locali di eccellenza. I salumi e i formaggi della zona sono tra i protagonisti indiscussi della tavola, accompagnati dai rinomati peperoni verdi e dai caratteristici "cruschi" di Senise, noti per la loro croccantezza unica. Non mancano delizie come i funghi, le olive nere e il prelibato olio d’oliva, frutto della tradizione olivicola lucana. I prodotti da forno di Corleto Perticara sono altrettanto apprezzati: il pane casereccio rappresenta una vera e propria istituzione, mentre i biscotti con il finocchio e i taralli con il "naspro" – uno squisito zucchero glassato – offrono un'esperienza di gusto inimitabile, che richiama le antiche ricette tramandate di generazione in generazione.

Il borgo di Corleto Perticara è questo e molto altro ancora...

Curiosità

  • Corleto Perticara è noto per la storica insurrezione del 16 Agosto 1860, con la quale la Basilicata venne annessa alla monarchia sabauda prima ancora dello sbarco di Giuseppe Garibaldi nel Mezzogiorno. 

  • La toponomastica del borgo fa riferimento ai giorni del Risorgimento; alcuni esempi: Via del Comitato, Via 16 agosto, Sopportico della Bandiera. 

  • A Corleto è conservata la prima bandiera dell'Unità d'Italia, testimonianza del suo illustre passato.

  • Esiste un curioso legame tra l'"eroe dei due mondi" Giuseppe Garibaldi e Corleto Perticara. Nel corso della storia, Garibaldi, eletto per ben nove volte deputato in Italia e una volta in Francia, nel 1864 fu deputato proprio a Corleto.

  • A Corleto si trova la dimora che ospitò la sede del Comitato Insurrezionale Centrale lucano, che organizzò e coordinò le attività cospirative in Basilicata, sotto la guida del patriota corletano Carmine Senise il quale, nel successivo stato unitario, ebbe una brillante carriera istituzionale coronata dalla nomina a senatore assieme al fratello.

  • Il borgo, in quanto crocevia di rilevanza logistica, fu colpito dai bombardamenti statunitensi durante la seconda guerra mondiale, che distrussero il 60% delle abitazioni. 

  • Oltre il torrente Fiumarella e fino alla Cima di San Pietro, potrete ammirare interessanti formazioni argillose ed arenarie, evidente testimonianza geologica del Miocene.

  • Tra le lavorazioni artigianali, degna di nota è quella del ferro battuto.

Citazioni 

  • Il paesaggio ha qui una sua malinconica ed aspra bellezza. Cit. Renato Albanese, in Viaggio in Basilicata, Vie d'Italia, 1956.

  • Zi Nick vuol dire Zio Nicola: è il nome del corletano generoso, arricchitosi in America, che, tornando al paese, ha voluto fare un così dilettevole dono regalando il cinematografo ai suoi concittadini. I corletani, però, di carattere sentimentale, amano soprattutto i film a sfondo napoletano e musica di canzoni passionali. Così se da Zì Nick si dà uno dei soliti film americani con spreco di pistolettate e parata di cappelloni alla cowboys, il cinematografo di Corleto rimane semideserto. Cit. Renato Albanese, in Viaggio in Basilicata, Vie d'Italia, 1956.

  • Narrasi che ai tempi degli Angioini avesse Corleto una forte rocca, ove si rifugiassero gli insorti a favor di Corradino, e a loro scampo, dopo la pietosa sua fine: ma al sopraggiungere dell’esercito di Carlo D’Angiò, què del luogo ignominiosamente mettessero le mani addosso a centosei di què rifugiati, e inermi li recassero a’ nemici i quali n’appiccarono cento e tre: li tre superstiti, ch’erano dè più notabili, furono inviati a Melfi e colà precipitati dall’alto di una torre: Giannone ed ogni altro storico di quell’età. Il tremuoto del 57 ruinò in Corleto più edifici, e tolse dodici viventi. Fu nel 1860 il centro di della egregia rivolta che la regione, anco innanzi sbarcasse nel continente il Garibaldi, compiè e sola contro gli sgherri del Borbone, siccome è narrato dal Racioppi nella Istoria dè moti di Basilicata e delle provincie contermini nel 1860, altrove citata e ch’è a giudizio nostro uno dè più eleganti e dè più profondi libri che sieno venuti in luce in questi tempi. Cit. E. Pani Rossi, in La Basilicata, 1972.


Cenni Storici
Dalle ricerche storiografiche dello storico di Corleto Perticara, Enrico Ierardi, l'attuale centro riportato con il toponimo "Corneto" nelle carte dell'epoca, ha origine nel secolo XIV, in tarda età angioina. Successivamente diviene "Cornito", probabilmente per le selve di cornioli "Corneta" o delle selve di nocciole "Coryletas" ancora presenti nella zona. Menzionato nel Registro dei Baroni, sotto Guglielmo il Buono era già munito del Castello di cui oggi restano solo poche arcate, inglobate nel Palazzo degli Uffici antistante Piazza Plebiscito. Il secondo toponimo "Perticara" si aggiunge al primo in conseguenza del fatto che Corleto accoglie una parte della popolazione sopravvissuta alla distruzione, da parte degli Angioini, dell'antica Perticara, città munita di fortezza nella quale avevano trovato rifugio gli insorti a favore di Corradino di Svevia.

Negli anni antecedenti a tale evento, precisamente nell'anno 1250, morto Federico II che nell'anno 1231 aveva promulgato a Melfi le famose "Costitutiones", gli succede il figlio Corrado IV, successione che, in conseguenza della morte precoce di quest'ultimo avvenuta nel 1254, si riapre a favore del figlio Corradino che sarà l'ultimo discendente della Casa Sveva a regnare nella Regione. Infatti Carlo d'Angiò, fratello di Luigi IX Re di Francia, che nel 1256 aveva avuto da papa Clemente IX il regno di Napoli e la Sicilia, sconfigge a Benevento nel 1266 Manfredi, figlio naturale di Federico II, ed uccide Corradino di Svevia due anni dopo. Con la discesa degli Angioini, la Basilicata diviene teatro di lotte strenue tra i fautori dei nuovi sovrani ed i fedeli alla Casa Sveva. Perticara viene completamente distrutta, ed i suoi abitanti si rifugiano in parte a Corleto ed altri nella vicina Guardia. Le feroci repressioni di Carlo d'Angiò non riescono però ad estirpare facilmente le robuste radici del partito svevo, che si batte in favore di Costanza, figlia di Manfredi, andata in sposa a Pietro II d'Aragona. Durante il successivo periodo di dominazione degli Angiò-Durazzo, quasi tutta la Basilicata diviene feudo della famiglia Sanseverino e di altre famiglie. Corleto che, come si legge nel Registro dei Baroni, pagava al Monastero della SS. Trinita di Venosa una decima annuale consistente in una notevole quantità di frumento ed orzo per ogni aratro, diventa feudo dei Sanseverino e, a seguito del matrimonio di Giovanna con Carlo Ruffo, passa nei tenimenti del nuovo casato. Sotto gli Aragonesi diventa feudo dei Sanframondi ed al tempo di Carlo V feudo dei De Castella. Successivamente diviene "Camera Riservata a Marchesato" di Casa Costanzo, con privilegio del 15 marzo 1601. Nel 1644 passa nelle disponibilità del barone Carlo Selvago ed infine nel 1659 con atto di compravendita passa alla Casa Riario. Corleto, feudo dei Riario, vive con grande sofferenza la dominazione dei Francesi e degli Spagnoli che si contendono il Regno di Napoli, conquistato nel 1695 da Carlo VIII. Gli spagnoli conservarono il dominio del regno di Napoli fino al 1734, anno in cui Carlo III di Borbone sale sul trono e vi rimane fino all'Unità d'Italia. La borghesia illuminata lucana segue in quegli anni con viva partecipazione il processo di unificazione della penisola.

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Portale Turistico di Corleto Perticara (PZ)

Il Comune ringrazia Federica Massaro e Rocchina Robilotta per parte del materiale fotografico

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