Il
Museo comunale Michele Lacava è stato istituito nel 2004 presso il Palazzo degli Uffici, nel luogo dove un tempo sorgeva il Castello Ducale.
E' intitolato a Michele Lacava,
un illustre patriota corletano che assieme al fratello Pietro organizzò l'insurrezione lucana contro i Borbone di Napoli per la realizzazione dell'Unità d'Italia, in nome della Costituzione e della Liberazione. In battaglia prestò le sue cure di medico ai feriti, curando lo stesso Garibaldi di cui conservò un pezzo della benda insanguinato. Per la sua condotta fu insignito della medaglia d'oro al valor militare, con brevetto firmato dal Garibaldi e da Cosenz.
Al suo interno conserva lo storico tricolore dei patrioti lucani, ovvero
la prima bandiera d'Italia in terra lucana, come attesta la lapide nel sottoportico della bandiera. La bandiera, recante lo stemma araldico di Corleto, fu protagonista dell'insurrezione lucana del 16 Agosto 1860.
Il Museo custodisce inoltre il
"Fondo Lacava" che si compone dei libri dei Fratelli Lacava, in particolare di Pietro e del suo operato politico essendo stato più volte Ministro e Parlamentare. Presenti anche notevoli testimonianze della Basilicata post-unitaria come le copie dei principali giornali dell’epoca, uno su tutti
"Il Lucano" del 1860. E ancora, la
mostra "Quadri di civiltà" con pannelli e fotografie sulla storia della Regione, le miniature di alcune importanti
scoperte archeologiche in Lucania e varie mostre fotografiche.
Curiosità
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Nel 1990, Michele Lacava ha scritto "La cronistoria documentata della rivoluzione di Basilicata del 1860": un documento prezioso che rivendica alla Basilicata il primato della iniziativa della rivoluzione del 1860 nell'Italia Meridionale. La mole di documenti fu tale da essere appellata "archivio storico".
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Garibaldi appuntò sul petto di Michele Lacava una sua medaglia, gli regalò delle fasce mollettiere e lo invitò a lasciare il campo di battaglia per esercitare la sua professione di medico a favore dei soldati feriti.
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Famosa fu la proposta di Michele Lacava nel 1873, di dare alla provincia di Potenza - Matera non era ancora capoluogo - il nome di Lucania. Di parere contrario fu il consigliere Giacomo Racioppi, nominato tra i "Migliori 150 servitori dello Stato", che manifestò la sua opposizione al nome "Lucania" scrivendo un libretto dal titolo "Storia della denominazione di Basilicata". Lacava rispose con l'opuscolo "La Lucania rivendicata nel suo nome". Racioppi tornò a rispondere, e Lacava fece seguire "La Lucania: sommaria descrizione" e "Citazioni storiche, e documenti raccolti in difesa del nome di Lucania".
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Il padre di Michele e Pietro, Giuseppe Domenico Lacava, partecipò alla rivoluzione lucana. Venne assassinato nel bosco di Rifreddo nel 1861, come ricorda la lapide sulla casa cantoniera.