Il
Convento di San Francesco a Folloni è riconosciuto come "monumento nazionale".
Il Convento sembrerebbe essere stato costruito dallo stesso San Francesco nel 1222. In viaggio verso il Santuario di San Michele sul Gargano, secondo la leggenda questi chiese ospitalità al Castello del borgo ma, poiché il castellano non lo riconobbe e lo cacciò, decise di trascorrere la notte nel bosco di Folloni dove avvenne un miracolo. La neve abbondante che cadde quella notte non sfiorò il leccio sotto al quale si ripararono il Santo e i confratelli, miracolo che portò San Francesco alla decisione di farvi costruire un Convento. Quel leccio fu custodito a lungo come reliquia sotto l'altare della chiesa. E' invece ancora custodita nella cappella del Crocifisso la reliquia del sacco di pane che sembrerebbe essere stato inviato da San Francesco tramite gli angeli ai suoi frati che stavano morendo di fame nel 1224, mentre lui si trovava alla corte di Luigi VIII.
Il complesso fu oggetto di un importante lavoro di ristrutturazione nel ‘700 a seguito di un terremoto. La nuova chiesa in stile barocco-rococò apportò ulteriore prestigio al sito religioso. Tra gli interventi più pregevoli, gli stucchi di Francesco Conforto, presbitero, teologo, giurista e storico italiano, martire della Repubblica Napoletana. Nella sacrestia venne custodito invece il sarcofago di Diego I Cavaniglia, conte di Montella morto nel 1480 durante la battaglia di Otranto e, incastonata nel pavimento, la lastra sepolcrale di sua moglie, la contessa Margherita Orsini.
Nell'ala destra del transetto è possibile ammirare il "monumento degli innamorati", così detto perchè il sarcofago di Diego I Cavaniglia, fatto realizzare dallo scultore Jacopo della Pila per volere della contessa vedova, è stato affiancato alla lapide della moglie morta successivamente, che aveva richiesto la sepoltura accanto al marito nonostante fosse stata fatta risposare alla morte del consorte.
Il convento ospita al suo interno, dal 1981, il Museo dell'Opera di San Francesco, volto alla conservazione del prezioso patrimonio artistico del convento. Parte della collezione, la giornea del conte Diego I Cavaniglia rinvenuta nel 2004, che rappresenta l'unico esempio di questo indumento ancora oggi esistente al mondo.
Annessa al museo, vi è la Biblioteca che conserva circa 20.000 volumi. Adiacente alla biblioteca, la camera da letto di re Umberto II con gli arredi originali; il re è stato ospite del convento varie volte durante la seconda guerra mondiale. Fu proprio re Umberto II a donare al convento la statua di San Francesco situata nella nicchia che sovrasta il portale della chiesa.
Curiosità
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Tra il 2005 e il 2010 è stata condotta una campagna di scavi che ha portato alla luce una necropoli medievale francescana, esempio unico per il Mezzogiorno d'Italia. I corpi rinvenuti potrebbero essere proprio quelli dei frati che San Francesco lasciò a Montella per costruire il convento. Sarebbero in corso studi da parte dell'Istituto Suor Orsola Benincasa, della University of Southern Denmark e della Duke University della Carolina del Nord.
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La tela del sacco di pane, prima della soppressione napoleonica del convento, fu affidata dai frati alla confraternita del Santissimo Sacramento che aveva l'oratorio nella chiesa madre di Montella. Con la riapertura del convento, nel 1828 il vescovo di Nusco decise che la reliquia fosse divisa tra la chiesa madre di Montella e quella di San Francesco. La parte custodita dai frati di San Francesco andò però persa, pertanto l’unico frammento custodito per oltre 180 anni era quello della confraternita del Santissimo Sacramento. Con l'inizio del nuovo millennio il padre guardiano del convento Frà Agnello Stoia ne chiese e ottenne la restituzione.