Come da tradizione, ogni anno i pellegrini, non solo locali ma anche fedeli provenienti da paesi limitrofi, si recano al
Piano dell’Incoronata per rendere omaggio alla Madonna.
È festeggiata, in genere, nel mese di aprile e comunque in primavera, spesso l’ultimo sabato di aprile
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. La vigilia della festa, il venerdì sera, dopo la celebrazione eucaristica ai vespri si scende insieme a piedi verso la chiesetta, al Piano dell’Incoronata.
La festa dell’Incoronata, soprattutto per i contadini, è la festa della gioia, della speranza, del rinnovarsi e rigenerarsi della natura. Famiglie intere, vicini di casa e di quartiere, compagni di scuola, tutti insieme si andava all’Incoronata a piedi e ci si incamminava cantando, raccontando fatti e aneddoti. Nello stesso tempo si scopriva e si osservava il paesaggio circostante e la natura. Si animavano le speranze di una lunga vita futura, tra i giovani e gli anziani. La gente si sentiva comunità e viveva lo stare insieme, come un modo piacevole e con un forte senso di appartenenza ai luoghi, agli usi e alle tradizioni, sentendoli tutti questi parte integrante del proprio essere. Dopo il cammino e la partecipazione alla SS. Messa, in piccoli gruppi, si pranzava nei prati intorno alla chiesetta.
Oggi, alla festa dell’Incoronata si va in macchina, a stento si guarda la natura circostante, si cammina con l’auricolare del cellulare e dell’I-POD, dimenticando di camminare insieme agli altri e cercando “contatti momentanei” per sentirsi meno soli. In tale contesto, però, la nostra Pro Loco, attraverso vari percorsi (la Via della Fede), oltre ad offrire degustazioni enogastronomiche tipiche della tradizione santandreana, mira soprattutto a recuperare l’amore per la natura e la terra, la sua cura e la sua custodia, il senso di comunità e di appartenenza ad una storia, ad un luogo e ad una terra, perché il pellegrinaggio torni ad essere segno di speranza, desiderio di cambiare le cose, desiderio di realizzare cose nuove per ricercare nuovi stimoli utili nel valorizzare quella bellezza interiore che è propria dell’essere umano in quanto tale.
È stato, inoltre, offerto un opuscolo dove, più che riportare la breve storia della nostra chiesetta a Piano di Campo, si è voluto dare più importanza all’origine di questa festa senza la quale non esisterebbe neppure la chiesetta. Perché quel passato ci appartiene, dà senso al nostro presente! Ritrovare nella storia passata, e nella memoria di chi quella storia l’ha vissuta, le radici del nostro presente e del nostro futuro è, infatti, un modo per costruire un domani più saldo, più consapevole, più libero. Il passato e la memoria sono esperienze in movimento. Come lo è la narrazione, senza la quale non vi può essere dialogo.
Curiosità
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Da quanto si narra, il culto verso la Madonna dell’Incoronata nasce nell’anno 1001. Da allora, si è diffuso tra i fedeli del sud Italia, in particolare tra i contadini e abitanti nelle campagne. La cappella o la chiesetta dove si venera il culto dell’Incoronata è, infatti, collocata quasi sempre in campagna o comunque fuori il paese.
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Nella concezione popolare, il fatto che l’adorazione alla Madonna cada tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera con il ritorno del bel tempo e la ripresa dell’attività produttiva, è visto come l’apertura della notte al giorno, dove la notte rappresenta il buio e il peccato mentre il giorno, la luce e la salvezza. Un passaggio, dunque, dalla morte alla vita.
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