Una parte della storia di Sant’Andrea di Conza viene narrata attraverso gli
elementi di pietra lavorata presenti nel paese, opere di abili scalpellini che avevano come base una cultura fatta di regole classiche ed antiche
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. Regole che non potevano e dovevano essere derogate. Il loro era un lavoro fatto di precisione e di qualità; un lavoro che era molto lontano da espressioni oggi inflazionate quale “ottimizzazione alla produzione”, “riduzione dei tempi” o “fretta”, che erano ai tempi del tutto sconosciute.
Tappa 1 - Arco della Terra / Porta della Terra
L’Arco della Terra o Arco della Terra riveste particolare valore artistico-architettonico-ambientale essendo l’unica porta d’ingresso al paese tuttora esistente, realizzata tra XVI ed XVII secolo. Ancora oggi tutte le strade che dall’Arco della Terra portano al complesso Episcopale hanno conservato la struttura di quel periodo, dando luogo ad un armonioso mucchio di case basse, vicoli e scalinate, il tutto arricchito di elementi architettonici e decorativi in pietra locale (Breccia Irpinia, Favaccio, Favaccina).
Di particolare interesse sono i balconi in pietra e i vari portali che affiancano la “via”.
Tappa 2 - Guardiano della Memoria
Il manufatto, utilizzato come elemento di reimpiego, è situato ad immediato ridosso della fontana monumentale di Piazza Umberto I.
Si tratta di un monumento funerario realizzato in pietra calcarea locale (breccia irpina) raffigurante un leone a grandezza quasi naturale. La scultura, logorata dal tempo e fuori dal contesto al quale era destinato, che tuttora rimane ignoto, doveva presentarsi in posizione eretta, con la testa volta leggermente a sinistra, le fauci spalancate e gli occhi incavati; mutilo della coda e privo delle zampe, la parte posteriore della testa presenta una folta criniera costituita da riccioli ed onde.
Il leone, a cui faceva probabilmente da pendant una figura similare di cui non vi è traccia, costituiva l'apparato decorativo di un sepolcro monumentale e si caratterizza per un forte significato simbolico, assolvendo la funzione di custode del sepolcro, nonché di guardiano nobile dell'estinto.
Per gli elementi iconografici e di stile, l'esemplare rientra senza dubbio nella serie di quelle sculture leonine a tutto tondo di grandi dimensioni, derivate da modelli greci e microasiatici della tarda classicità, documentati sia al nord che nel centro-sud della penisola e risalenti ad un periodo compreso tra il 50 a.C. e il II sec. d.C .
La scultura, opera probabilmente di una maestranza specializzata attiva a Compsa e nel suo territorio, trova confronti con due esemplari ormai scomparsi rinvenuti in un fondo agricolo in località Piano delle Briglie, all'interno del territorio di Conza della Campania; un leone a grandezza quasi naturale staziona anche davanti al palazzo municipale di Lioni.
Ulteriori produzioni di questa tipologia sono attestate, inoltre, in area apulo-lucana ed anche in quella campano-sannitica.
Tappa 3 - Monumento ai Caduti della Grande Guerra
Dedicata ai caduti della guerra mondiale, fu inagurata il 19 Ottobre 1924. E’ alta sette metri, sormontata dalla statua di bronzo raffigurante la “giovane Italia”. L'opera è stata donata dagli emigranti del Nord America e del Sud America. Il piedistallo, interamente in pietra, eseguito dall’artista locale Francesco D’Angola, sorregge un leone ferito.
Tappa 4 - Casa “Bellino” Via C. Battista (Via di Calitri)
Ricostruita più volte, la casa doveva avere una facciata simmetrica, con la porta centrale più grande e due laterali più piccole, sormontate da finestre minute. Di particolare pregio sono le opere di D’Angola e Nunzio Cignarella: portale in pietra con serpente, i balconi, gli anelli per legare i muli e i cavalli.
Tappa 5 - Fontana della Villa Comunale
Piazza Pallante con la villetta e le case del comune prende il nome dal benefattore Francesco Pallante che finanziò la sua realizzazione alla fine degli anni Cinquanta . Di fronte alla vecchia sede del Municipio si trova un giardino, all’interno del quale vi è una fontana di pietra locale con zampino centrale. L’intera piazzetta, con la sua elegante linearità, esprime l’arte e la competenza delle maestranze santandreane dell’epoca. Basti pensare le quote su cui sorgono, sapientemente rispettate e valorizzazione della pietra locale quale elemento distintivo e rinomato della tradizione locale.
Tappa 6 - Sambuco Centro Storico
Da qui parte il “centro storico”, pieno di portali, finestre e particolari in pietra. I portali spesso sono quelli più semplici o detti trittico. Spesso sono formati da due piedritti e dall’architrave avente la stessa sezione rettangolare. Il centro storico si può raggiungere da piazza Pallante e annessa Villetta, attraverso il rione Sambuco, che prende il nome dalle omonime piante esistenti da sempre nella zona. Niente racconta meglio questo rione della poesia scritta da M. Michele Iannicelli per l’amico Totonno emigrato in Australia, in cui si esalta il valore dell’amicizia e l’affetto per quel luogo magico.
Tappa 7 - Borgo Antico
Partendo da Largo Abruzzese, le strade che portano verso Largo Castello (Borgo Antico) sono piene di portali, formati da piedritti di varie foggia, ornati con pregevoli decorazioni di pietra. Spesso gli architravi sono del tipo a tutto sesto e vanno dai più semplici, ad esempi particolarmente lavorati. A volte alcune finestre hanno forme strane, utilizzate solo per far entrare un po’ di luce nelle case.
Tappa 8 - Facciata in Pietra Pro Cattedrale San Michele
La Facciata della Chiesa di San Michele, presa in considerazione nella “Via della Pietra”, dal punto di vista architettonico è tra le più belle presenti nel territorio irpino. Ha i cantonali in pietra squadrata con faccia vista in pietra locale. L’elemento decorativo più significativo è il portale, con lo stemma arcivescovile e due ordini sovrapposti, ripartiti da lesene con bellissimi capitelli.
Tappa 9 - Le Figure Grottesche
In giro per il paese ci imbattiamo in alcune figure grottesche, conosciute come maschere apotropaiche o mascheroni. Sono in genere presenti in antiche masserie di campagna, nelle piazze, nelle fontane, ma anche su architravi delle facciate di abitazioni. L’uso dei mascheroni è di origini antichissimo e ad essi viene attribuito il potere di scongiura, di allontanamento o annullamento degli influssi maligni e della malasorte. Tra i simboli apotropaici ricorrenti, si riportano anche il leone e la conchiglia: il primo rappresenta il potere, forza riferita anche alla stirpe della famiglia, mentre la seconda evoca l’accoglienza.
Tappa 10 - Il Portale Biforcale
Come tutto il centro storico, la strada ha diversi portali in pietra. Di particolare rilevanza il portale “biforcale” che nasce da un’unica pietra, chiuso da un “concio a chiave” con lo stemma della famiglia Cignarella. Il concio a chiave viene spesso utilizzato per rappresentare figure di animali o stemmi di famiglia.
Tappa 11 - I Posaceneri in Pietra
Qui accanto viene rappresentato uno dei tanti posaceneri presenti nel paese, realizzato in pietra locale e lavorato dall'artigiano locale Michele Perriello (detto Cecchin) che produce tutti pezzi unici, ognuno nel suo genere. Creati da mani esperte, con un pizzico di fantasia ed originalità, abbelliscono il borgo grazie alla promozione e alla sponsorizzazione dell’Associazione Lu Faucion.
Tappa 12 - Purgatorio
La Croce in Pietra del Purgatorio probabilmente esisteva fin da epoche remote, simile a quella presente a Conza della Campania. Per l'importante significato simbolico che veniva attribuito, fu risistemata nel 1741 dove si trova attualmente, come si deduce dall’iscrizione che reca su di essa, ossia nel quartiere Purgatorio, proprio sulla biforcazione della strada principale di uscita verso Andretta e verso Conza.
Curiosità
- Durante il percorso è possibile vedere diverse varietà di “Breccia Irpina”.
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