Il
Monastero Grancia San Demetrio era un'antica antica badìa, dedicata un tempo a Santa Maria dell'Acqua Calda per la presenza di una sorgente termale.
Successivamente appartenne ai Monaci Basiliani prima e ai Padri di Certosa di Padula di San Lorenzo poi.
Sul finire del Quattrocento
vi si insediarono i
Monaci laici e lo chiamarono "Grancia", termine derivante dal latino che significa luogo in cui si conservava il grano.
L'ex badìa divenne infatti una vera e propria
masseria condotta dai Monaci, che lavoravano e coltivavano con saggezza oltre mille ettari di terreno, e che visse il suo massimo splendore nel Settecento. Al suo interno potrete ammirare un'antica fucina per la trasformazione del latte, le cantine con i palmenti annessi, le grotte dove venivano conservati e stagionati i prodotti caseari, e la cappella di San Lorenzo interamente affrescata.
Nel territorio circostante si trovano una vasca di raccolta di acqua sorgiva per gli antichi orti, una saponeria per lavare la lana, una conceria, un mulino, un forno a legna, un casone per la stabulazione degli animali al pascolo, e un antico lattodotto per il trasporto rapido del latte appena munto dal Monte Romito direttamente nella fucina dove avveniva la trasformazione.
Potrete inoltre osservare splendidi
ulivi secolari, qualche
vitigno autoctono di Moscato bianco ed
erbe spontanee officinali come la malva, l'origano, la camomilla e la liquirizia. Tra i cereali, vi sono le varietà di grano duro "saragolla fine", di grano tenero la "maiorica" e di segale la "jermana": tutti grani antichi ancora oggi presenti nel territorio e nei dintorni, che testimoniano la forte influenza dei monaci.
Con la legge napoleonica del 1806 che ordinò la
soppressione degli ordini monastici, la Grancia fu acquistata dai baroni Blasi di Pignola. Intorno al 1925, gli eredi la rivendettero al Demanio.
Curiosità
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Il romanzo autobiografico "L’ultima Canzone – Il Romanzo della Grancia" (1922) scritto dall'ultimo signorotto della Grancia, Luigi Materi, descrive la vita nella contrada tra 1918 e 1919.
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Il 10 settembre di ogni anno, in occasione della festa di San Lorenzo martire, la piccola chiesa dell'ex badia è meta di pellegrini oltre che di visitatori che si riversano qui per la sagra rusticana che saluta l'estate.