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Ponte Maria Cristina (detto anche ponte Cristino o ponte Cristina) è dedicato alla Regina Maria Cristina di Savoia, moglie di Re Ferdinando di Borbone, e fu uno dei primati ingegneristici del Regno delle Due Sicilie. Dopo il Real Ferdinando sul Garigliano, è il secondo ponte sospeso a catenaria costruito sull'Europa continentale.
La costruzione di un ponte sul fiume Calore era necessaria per unire la Valle Telesina al Taburno; l'impresa fu tentata svariate volte invano a causa delle continue piene che impedivano i cantieri. La svolta si ebbe nel 1828, quando le province del Molise e di Terra di Lavoro si offrirono per compensare le spese per la costruzione, chiedendo al Re Ferdinando II di adottare gli stessi criteri utilizzati per il ponte che allora si era iniziato a costruire sul Garigliano. Su progetto dell'Architetto Luigi Giura, il Ponte fu completato nel 1835; un custode impediva il passaggio di mezzi superiori alle 2,5 tonnellate.
Distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale, fu ricostruito nel 1946 su progetto dell'Ing. Giulio Krall.
I ruderi della struttura in ferro del vecchio ponte sono ancora presenti; tra questi, i quattro massicci pilastri che servivano per reggere le catene, la lapide celebrativa della sua costruzione posta sul primo pilastro, le due piazzole semicircolari poste ai due imbocchi, i quattro leoni in marmo.
Vicino al ponte vi è la Fontana della Sala con un retrostante lavatoio pubblico, dove i turisti amano sostare al fresco.
Curiosità
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I quattro leoni in marmo sono stati sostituiti in seguito ad un furto avvenuto nel 2003. Dopo circa 10 anni di accurate indagini, sono stati trovati in Belgio, riportati a Solopaca, ma rivelatisi successivamente falsi.
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Al termine dell'inaugurazione del ponte, l'allora sindaco di Solopaca Carlo Abbamondi supplicò il Re di giungere in visita a Solopaca poiché la popolazione lo attendeva. Il sovrano accettò, ma poiché chiese di scendere al Municipio che all'epoca non esisteva (la "sede" era una piccola stanza posta sotto al campanile della Chiesa Ricettizia), il Sindaco fece apporre la scritta "Municipio" all'ingresso del Palazzo Ducale. Pare, però, che il Re, vista la sontuosità dell'edificio, capì subito l'imbroglio e richiamò il Sindaco.