Situato nel fondovalle del Torrente Sauro, il
Santuario della Madonna del Sauro custodisce la
preziosa statua lignea della Vergine ritenuta per eccellenza il
tesoro di arte sacra del borgo. Solo d'estate, l'icona si trasferisce temporaneamente nella
Chiesa parrocchiale di San Niccolò Magno.
Venne
costruito nel Cinquecento, ma il suo aspetto odierno risale alla ricostruzione avvenuta a seguito dei danni provocati dal
sisma del 1857. Il luogo in cui sorge è quello dove - secondo la
leggenda - nel Medioevo avvenne un'
apparizione miracolosa: alcuni contadini videro la Vergine su di un carro trainato da buoi. Esiste però anche
un'altra leggenda, secondo la quale durante i lavori dei campi, quando gli animali venivano condotti al Torrente Sauro affinchè si abbeverassero, i pastori temevano di farli avanzare troppo poiché sospettavano
presenze misteriose nel luogo dove appunto venne poi edificata la cappella.
Profondamente venerata dai guardiesi, la trecentesca
statua della Vergine ha subìto un lungo e scrupoloso
lavoro di restauro tra il 2005 e il 2006, che ha riguardato la ricostruzione delle mani e delle dita della Madonna e del Bambino, precedentemente ricostruiti senza rispettare l'
opera originaria di autore ignoto. La
particolarità di questa statua della Vergine col Bambino sul suo grembo sta nei
volti di entrambi: la prima raffigurata con uno sguardo intenso e soave, il secondo raffigurato già giovinetto - cosa rara - e con uno sguardo fisso, diversamente da quello della Madre.
Curiosità
-
I festeggiamenti in onore della Madonna del Sauro avvengono due volte l'anno, la prima domenica di maggio e la seconda domenica d’agosto. Per l'occasione, la statua viene condotta in processione su un camioncino pieno di ghirlande, la prima volta dal Santuario alla Chiesa parrocchiale del centro storico, per essere riportata d'estate nuovamente al Santuario.
-
In passato la statua veniva trasportata a spalla e a piedi, secondo un rituale molto suggestivo con i fiori cosparsi lungo il cammino. Si sostava soltanto in alcuni punti prestabiliti, dove i portatori si davano il cambio poggiando temporaneamente la statua su piedistalli di pietra, mentre le donne accarezzavano il vestito della Madonna con rametti di quercia per invocare la benedizione. Spesso, nelle vicinanze del paese, i più devoti proseguivano in ginocchio in segno di penitenza.