Descrizione
La Torre Sollima, situata nel Baglio Ficara, è un’antica torre di avvistamento di origine saracena conservatasi perfettamente intatta, che risale secondo alcuni al XII secolo, secondo altri agli inizi del XV secolo.
Nota in epoca romana come Torre “Palma”, da “Tamaricium et Palmarium”, il nome della località in cui essa sorgeva, la Torre, nel periodo della dominazione araba, fu conosciuta come Torre “Ficara” o “Ficarra” – da cui probabilmente prende il nome il quartiere in cui sorge – appellativo che sembra derivare dalla parola araba “Fakhar” che significa “importante, possente”, per poi ricevere l’appellativo di Torre Sollima, dal nome della nobile famiglia che si stabilì nella Marina di Pagliara e ne fu proprietaria durante il Cinquecento.
La costruzione apparteneva al complesso sistema difensivo costituito dalle tante torri edificate lungo la costa siciliana per proteggere gli abitati dagli attacchi dei pirati e dalle incursioni nemiche provenienti dal mare, ed era collegata al Castello Pentefur di Savoca – della cui giurisdizione faceva parte Roccalumera fino al Seicento –, servendo anche da rifugio per la popolazione in caso di pericolo.
Verso la fine del Cinquecento, la Torre Sollima era costituita da un tetto a forma conica, da una piccola porta d'ingresso posta accanto alla stalla dei cavalli (ancora oggi visibile) e da due lucernari costruiti nella parte superiore.
Tra il Settecento e l’Ottocento, la Torre fu nota come “Torre ‘Za Paola”, dal nome della donna che nelle vicinanze gestiva una locanda dove i viaggiatori trovavano ristoro o alloggio per la notte, quando il torrente Pagliara era in piena e non poteva essere attraversato.
Agli inizi dell’Ottocento, dal momento che i pirati non costituivano più una minaccia, la struttura diventò una “Torre Telegrafo” che metteva in contatto il borgo di Roccalumera con Barcellona Pozzo di Gotto. Nel 1830, furono apportate delle modifiche: nella parte superiore, furono aperte due finestre a sesto acuto in pietra bianca, più ampie delle precedenti che servivano solo ad avvistare i pericoli e a lanciare segnali; il tetto fu arricchito da una merlatura guelfa, divenendo un terrazzo; e fu realizzata una più grande porta d’ingresso. Ulteriori modifiche furono apportate nel 1860, quando venne installato il telegrafo ad asta.
Nel 2000, la Torre, oggi simbolo del paese, è stata interessata da un intenso lavoro di ristrutturazione e nel 2001 è diventata una sezione del Parco Letterario Salvatore Quasimodo. Proprio Quasimodo la celebrò nella sua poesia “Vicino ad una Torre Saracena per il fratello morto”, poesia che è stata incisa su una lapide di marmo sistemata alla base della torre definita dal poeta come “un arcobaleno d’aria e pietra”, luogo di giochi spensierati con i fratelli.
All’interno della Torre potrete trovare esposti una stampa del 1600, proveniente dal Museo Nazionale di Stoccolma, che riproduce l'aspetto originale dell’edificio, e le celebri gouaches (dipinti a guazzo), realizzati personalmente da Salvatore Quasimodo e che ricordano l’infanzia del poeta a Roccalumera.